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Napoli e Scudetto: tutti i numeri delle 3 squadre vincenti

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Osimhen segna alla viola

“Il “mio” Napoli era reduce da stagioni non certo esaltanti e viaggiava molto spesso a metà classifica. Arrivato Maradona gli bastò solo un anno di ambientamento per stravolgere tutto. Un tricolore inatteso, arrivato prima di ogni più rosea aspettativa. Nelle ultime stagioni invece gli azzurri sono quasi sempre stati competitivi per il titolo, sfiorandolo nel 2016, nel 2018 e lo scorso anno. Le prove per il terzo sigillo non sono quindi mancate ma paradossalmente il trionfo è arrivato quando nessuno se lo aspettava, ovvero dopo gli addii di Insigne, Mertens, Koulibaly e Fabian Ruiz. Come il Pibe de oro però, Spalletti ha ribaltato i pronostici al secondo tentativo, dimostrando che le sue idee di calcio e il gruppo sono superiori al singolo”: è questo uno dei passaggi principali dell’intervista ad Alessandro Renica – storico giocatore del Napoli che proprio insieme a Maradona vinse due Scudetti con i partenopei nella seconda metà degli anni ’80. Uno dei tanti simboli di una tifoseria che si è goduta una vittoria unica nel suo genere, con un dominio totale dall’inizio alla fine della stagione e regalando gioia agli appassionati napoletani in giro per il mondo – collegati via Express VPN da ogni angolo del globo per seguire i ragazzi di Spalletti.

I numeri delle tre versioni vincenti del Napoli: da Maradona a Osimhen

Il marchio di fabbrica dei due Scudetti vinti con Maradona – che in entrambe le versioni, sia quella del 1987 che del 1990, chiuse la stagione come capocannoniere – fu la capacità di evitare le sconfitte casalinghe, restando imbattuti al San Paolo in entrambe le occasioni. In questa stagione invece i partenopei si sono laureati Campioni d’Italia con cinque turni d’anticipo, eguagliando così il record della Juventus 2018/19, Inter 2006/07, Fiorentina 1955/56 e Torino 1947/48. Lo Scudetto è arrivato a distanza di 33 anni trascorsi dall’ultimo titolo vinto dai campani, il 29 aprile 1990: un’attesa lunghissima, seconda soltanto a quella dalla Roma tra la conquista del titolo nel 1942 e nel 1983 in Serie A. Anche Luciano Spalletti ha atteso a lungo prima di ottenere il più alto riconoscimento della sua carriera in Italia: contro l’Udinese ha toccato infatti quota 554 gare da allenatore (incluse le gare vinte/perse a tavolino), e nell’era dei tre punti a vittoria (dal 1994/95) ha superato in questa singolare statistica Sven-Göran Eriksson che aveva allenato per 424 panchine.

La lunga attesa di Luciano Spalletti per conquistare il suo primo Scudetto in Italia lo ha portato a stabilire anche un altro record: il toscano è l’allenatore più “anziano” a sollevare il trofeo in Serie A con 64 anni e 58 giorni. Battuto Maurizio Sarri che nel 2019/20, alla guida della Juventus, aveva vinto il titolo a 61 anni e 203 giorni. L’impronta di gioco che Spalletti ha dato al Napoli è chiara e si basa su caratteristiche ben precise: le prerogative principali del gioco dei partenopei prevedono il dominio della partita tramite un possesso palla continuato, la ricerca del gol attraverso una fitta rete di passaggi e un serrato pressing offensivo per la riconquista immediata del pallone. Grazie a questi e ad altri dogmi, la squadra partenopea può vantare il miglior attacco in assoluto e la miglior difesa del campionato – in entrambi i dati statistici decisamente più efficaci del Napoli di Maradona a livello numerico.

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