Calcio
Perché il Lecco rischia la retrocessione in Serie D? Un incubo dopo la promozione in Serie B: le ultime novità
Dall’urlo di gioia a quello di disperazione. Dal paradiso all’inferno. Il Lecco rischia di passare in pochi giorni dalla Serie B ai dilettanti. Incredibile ma vero. La situazione del club lombardo è un paradosso. L’ennesimo di questa stagione italiana quasi surreale, che ha visto tanti – troppi – club del calcio professionistico protagonisti più in tribunale che sul campo. Dalla Serie A alla Serie C, sono piovute penalizzazioni a nastro – Juventus, Reggina, Siena -, palesando uno stato di salute del nostro movimento ai limiti dell’imbarazzo. Chissà se qualcuno prima o poi deciderà di intervenire per cercare di risolvere le cose. E per qualcuno intendiamo anche le istituzioni statali, non solo sportive. Come sempre immobili nonostante si parli di uno sport che muove milioni di euro l’anno e rappresenta un motore dell’economia nazionale.
Ma tant’è. L’ultimo clamoroso caso riguarda il Lecco neo promosso in B. La società del presidente Paolo Di Nunno domenica ha vinto i playoff di Serie C battendo per la seconda volta in pochi giorni il Foggia: 2-1 all’andata in trasferta e 3-1 al ritorno davanti al pubblico di casa del Rigamonti-Ceppi, in visibilio al triplice fischio dell’arbitro per la B ritrovata dopo mezzo secolo. Solo 48 ore dopo, però, i tifosi – e non solo – sono con le mani tra i capelli, in attesa di capire dove giocherà la loro squadra del cuore nella stagione 2023-24. Il problema, paradossalmente, è proprio lo stadio teatro di tante battaglie, non idoneo per il campionato cadetto stando alle norme della Lega di Serie B.
La società, consapevole di questo, ha fatto di tutto per presentare in tempo per cercare una “casa temporanea” che potesse accogliere la squadra nelle gare interne in attesa di ristrutturare l’impianto di Lecco. Ma non ha fatto in tempo. Nella documentazione fatta pervenire entro la dead line perentoria di martedì 20 giugno mancavano sia l’indicazione del campo di gioco per le partite casalinghe che l’eventuale sostituto: una mancanza che rende l’iscrizione non valida e comporta l’esclusione dalla Serie B. In realtà la corsa contro il tempo del patron Di Nunno avrebbe portato a un accordo per lo stadio Euganeo di Padova ma per sancirlo servivano gli ok della società Padova Calcio, del Comune e della Prefettura. I primi due sono arrivati entro la scadenza prefissata, il terzo in ritardo di 24 ore. Vanificando tutti gli sforzi fatti.
Di Nunno e il Lecco ovviamente non si sono arresi. Al contrario, sono pronti a presentare ricorso nel caso l’esclusione diventasse ufficiale. Ricorso che poggerebbe su due fattori: il merito sportivo, ossia la conquista della promozione sul campo, e l’inizio posticipato dei playoff di Serie C, cominciati con dieci giorni di ritardo per le vicende giudiziarie legate al Siena e terminati a ridosso della dead line per la nuova iscrizione ai campionati. Ma come se non bastasse tutto questo, nelle ultime ore è emersa un’altra questione che rende la situazione ancor più grottesca.
Il Lecco, convinto di partecipare alla Serie B e di trovare una soluzione fino all’ultimo istante, non ha presentato la documentazione per l’iscrizione in Serie C. E ora rischierebbe addirittura di finire in Serie D, la massima categoria dilettantistica. Se così fosse per il club lombardo si tratterebbe di una beffa assurda. Perché dopo una cavalcata incredibile culminata con il trionfo ai playoff si ritroverebbero catapultati nuovamente sui campi di periferia. La squadra, i tifosi e una città intera sono in ansia e attendono sviluppi. Nella speranza che arrivi il lieto fine.
Foto: Lapresse