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Perché rischiava di cambiare l’arbitro della Finale di Champions League? Cos’è successo a Marciniak prima di Inter-Manchester City

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Ha rischiato di non arbitrare la finale di Champions League Szymon Marciniak.

Marciniak, fischietto polacco che aveva già diretto la finale dell’ultimo Mondiale, era infatti stato chiamato a fornire spiegazioni da parte della Uefa.

Il motivo va ricercato nella partecipazione del direttore di gara 42enne ad un evento organizzato da Slawomir Mentzen, leader del partito di estrema destra Konfederacia.

Un partito che ha assunto anche posizioni xenofobe, omofone, razziste e antisemite.

Per questo l’organismo che governa il calcio europeo ha voluto approfondire la questione.

Nella mattinata di oggi, Marciniak si era difeso con un post sul proprio profilo Instagram in cui sottolineava di non aver mai sostenuto o legittimato alcun partito, organizzazione politica o singoli politici e di dissociarsi nettamente da qualsiasi punto di vista, dichiarazioni e azioni estreme, razziste o antisemite.

Con una nota apparsa sul sito ufficiale della Uefa, poi, è stata comunicata la decisione di confermare la designazione.

La Uefa, dopo aver condannato inequivocabilmente i valori promossi nell’incontro in questione (svoltosi a Katowice il 29 maggio), ha riportato il messaggio di «scuse e chiarimento» dello stesso Marciniak.

La difesa dell’arbitro, unita alle scuse, si basa sul fatto di non aver saputo che l’evento era associato al partito di estrema destra, altrimenti «avrei rifiutato categoricamente».

Sabato 10 giugno alle 21 allo Stadio Olimpico Atatürk di Istanbul (Turchia) sarà dunque Marciniak a dirigere Manchester City-Inter.

Foto: LaPresse

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