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Roland Garros 2023: Novak Djokovic cede un set, ma batte Karen Khachanov e va in semifinale

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Novak Djokovic

Novak Djokovic si avvicina a un altro record con l’approdo in semifinale al Roland Garros 2023. Conquistando il suo 12° approdo al penultimo atto in quel di Parigi, infatti, il serbo raggiunge la sua semifinale Slam numero 45, a una sola lunghezza dal primato di 46 che appartiene a Roger Federer. Non riesce a fermarlo il russo Karen Khachanov, che lotta, ma dopo 3 ore e 38 minuti ottiene soltanto una cosa: il primo set perso nel torneo dal suo avversario (che, comunque, mai ha vinto uno Slam da “immacolato”). 4-6 7-6(0) 6-2 6-4 il punteggio a favore del numero 3 del seeding, che attende ora uno tra Carlos Alcaraz e Stefanos Tsitsipas: il murciano e il greco saranno protagonisti della sessione serale.

Dopo quattro game di sostanziale nulla, la prima occasione capita a Khachanov, che su doppio fallo di Djokovic ha due palle break. La prima la salva costruendosi un gran dritto profondo sulla riga, la seconda se ne va dopo uno scambio di 25 colpi in cui il russo mette largo il rovescio. Il suo vero guaio, però, è sulla terza chance, in cui mette largo un dritto impossibile da sbagliare. La quinta occasione è però quella buona, con un gran dritto che produce il 3-2 a suo favore. Djokovic non si riavvicina mai, e anzi il serbo è costretto a salvare un set point sul 5-3 con un rovescio all’incrocio delle righe. Anche una seconda occasione per Khachanov se ne va, ma bastano pochi minuti per rendere definitivo il 6-4 che è anche il primo set perso dal serbo nel torneo.

Nonostante un paio di game ai vantaggi, il secondo parziale si rivela mediamente avaro di emozioni, anche se il 22 volte vincitore Slam offre uno spunto di nervosismo, chiedendo sostanzialmente al proprio angolo un po’ di carica in più vista la situazione complessa. Il serbo, sul 5-4, riesce a giungere a due punti dal set, solo che dall’altra parte Khachanov continua a giocare bene soprattutto di dritto. Si arriva (con qualche brivido) al tie-break, che però è un vero monologo da parte dell’ex numero 1 del mondo, che lo porta a casa senza concedere neanche un punto al suo avversario.

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Djokovic, a questo punto, si trasforma: subito game ai vantaggi, due palle break. Sulla seconda è anche fortunato, perché la palla corta di dritto effettuata dopo aver allontanato Khachanov colpisce il nastro e cade dall’altra parte; ci sono sia le scuse che il primo servizio strappato nel match. Di qui in avanti cambia praticamente tutto, con la fiducia ritrovata da parte del classe ’87. Arriva un altro break a 15, che è il preludio al 6-2 che ne deriva pochi minuti dopo.

Non c’è praticamente verso di fermare la furia del due volte vincitore, che continua a martellare incessantemente tanto di dritto quanto di rovescio: nel giro di 11 giri d’orologio arriva ancora un gran game in risposta, il terzo del quarto set, vinto a 15. Khachanov non si arrende, però: ha ancora tanta spinta e ha subito la palla del controbreak, in cui Djokovic s’inventa uno scambio su diagonali tra differenti città francesi per poi chiudere di dritto. Gli capita un’altra chance, ma il serbo non lo fa giocare: ace. Il game resta lottato, e regala anche un duello a rete con tweener del russo che il numero 3 ATP incredibilmente non sa gestire, mettendolo sotto il nastro. Il 3-1 Djokovic lo realizza comunque, trovando da zona difficilissima un’imprendibile palla corta di rovescio. Ancora sul 4-3, però, qualcosa di strano accade: il serbo perde un duello a rete e, sul 30-40, regala il controbreak a Khachanov con un doppio fallo. Il fatto fa semplicemente arrabbiare Djokovic, che estrae qualsiasi cosa per prendersi a zero il 5-4. E fa lo stesso anche con l’ultimo game.

La vera chiave di volta del successo di Djokovic è nella gestione degli errori gratuiti: 31 nei primi due set (e 17 nel primo), appena 11 nei successivi due, e uno solo nel terzo parziale. In totale il raffronto con i vincenti dice 57-42 e quello con Khachanov 38-44, ma colpisce ancor di più un altro dato. Negli scambi di media lunghezza (5-8 colpi), infatti, il serbo domina: 51 punti contro 27.

Foto: LaPresse

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