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Sport del ghiaccio: l’ISU chiude le porte ancora alla Russia. Ma mancano anche gli introiti. L’indiscrezione
Nell’off season degli sport del ghiaccio emerge un paradosso non banale. Nella giornata di lunedì infatti l’International Skating Union, dunque la Federazione Internazionale, ha annunciato con una nota ufficiale di proseguire con l’esclusione della Russia e della Bielorussia dalle competizioni, non accogliendo di fatto la raccomandazione del CIO, il quale invitava i membri a riammettere gli atleti sotto la dicitura di atleti neutrali, a patto che non siano chiaramente favorevoli al conflitto bellico tuttora in corso in Ucraina.
Una scelta di polso che, però, rischia di mettere in difficoltà il bilancio della Federazione stessa. Nelle scorse ore infatti Insidethegames ha rivelato che la mancanza di introiti a livello pubblicitario da parte degli investitori russi potrebbero portare una perdita di circa un milione di franchi svizzeri.
La motivazione è chiara: con l’esclusione dei propri atleti la Russia, Paese solitamente molto attivo economicamente visto il bacino d’utenza impressionante a livello locale, non ha ovviamente investito in termini pubblicitari e mediatici, causando quindi l’inflessione. Stando a una relazione stilata dall’ISU e riportata dalla testata britannica, il primo impatto negativo sul conto peserà già nel corso del 2023.
Per risolvere la situazione dunque la Federazione sarà costretta a prelevare una parte del cosiddetto fondo di riserva (circa 2,5 di franchi), utile per controbilanciare gli eventuali problemi.
Foto: LaPresse