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Tennis: ATP e WTA si ritrovano a ‘s-Hertogenbosch. Jannik Sinner il nome principe in casa Italia

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Jannik Sinner

Ci sono molti modi per definire ‘s-Hertogenbosch, e tutti vengono utilizzati normalmente nella grafia tennistica. Prima di procedere al racconto di ciò che è il combined ATP-WTA su erba olandese, andiamo a specificare con attenzione questo fattore. La località in cui l’evento viene organizzato è Rosmalen, mentre ‘s-Hertogenbosch è il comune in cui tale località si trova. Den Bosch, che viene occasionalmente utilizzato, è semplicemente il nomignolo dato dai locali, e dagli olandesi in generale, a ‘s-Hertogenbosch.

Ciò rimarcato, passiamo a ricordare cosa (non) sia mai stato questo evento per il tennis italiano maschile. Pochissime, infatti, le soddisfazioni in questo senso, e risalenti agli Anni ’90 con due quarti di finale messi a segno da Diego Nargiso e uno da Gianluca Pozzi, non per caso tra gli azzurri che, al tempo, si divertivano di più sui prati.

Jannik Sinner non era inizialmente previsto nel cartellone del torneo, ma ha deciso di prendervi parte con una wild card, che lo rende testa di serie numero 2. L’altro suo approdo a ‘s-Hertogenbosch risale al 2019, in cui batté in rimonta lo slovacco Lukas Lacko e poi Thomas Fabbiano (altro che sull’erba ha saputo farsi valere), superando così le qualificazioni prima di perdere dal cileno Nicolas Jarry. Era, si capisce, ben altro Sinner rispetto a quello attuale.

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La wild card all’altoatesino è arrivata sia in virtù del tempo trascorso dalla bruciante sconfitta con il tedesco Daniel Altmaier al Roland Garros che per un’evenienza non graditissima al pubblico olandese. Tim van Rijthoven, l’uomo della favola dello scorso anno che al primo ATP in carriera portò a casa la vittoria finale, è fermo da febbraio e lamenta ancora problemi a un gomito. Di fatto, c’è una non banale possibilità, per il russo Daniil Medvedev, che guiderà il seeding, di farsi valere.

Ma a ‘s-Hertogenbosch, come detto, non ci sono solo gli uomini. E allora vale la pena ricordare come, tra le donne, l’Italia abbia avuto molta più fortuna. Fu qui che Roberta Vinci, infatti, portò a casa il primo successo di un’azzurra sull’erba, contro Jelena Dokic, che era tornata a giocare (definitivamente) per l’Australia già dal 2006. Successivamente, nel 2015, fu l’ora della prima volta a livello WTA di Camila Giorgi, vittoriosa sulla svizzera Belinda Bencic.

Quest’anno la marchigiana, unica ancora in attività tra le due, gioca a Nottingham, mentre in terra olandese è attesa Lucrezia Stefanini, in tabellone principale grazie ad alcuni forfait. Terreno di caccia, questo, per parecchie russe e bielorusse, che occupano una metà abbondante del seeding a partire da Ekaterina Alexandrova, che l’anno scorso si impose.

Foto: LaPresse

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