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Ciclismo

Tour de France, Giada Borgato: “Pogacar potrebbe sentire dolore in salita. Occhio a Carapaz e Hindley”

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Giada Borgato

Siamo entrati nella fase clou della stagione del ciclismo, italiano e internazionale. Nel corso del weekend appena concluso abbiamo vissuto il nostro Campionato Nazionale, mentre tra pochi giorni prenderà il via la corsa a tappe per eccellenza, il Tour de France. Momento ideale per fare il punto della situazione con Giada Borgato, commentatrice tecnica di RaiSport, ospite nell’ultima puntata di Sport2Day – Speciale ciclismo su Sport2U, in collaborazione con OA Sport.

Iniziamo dai Campionati Italia di ciclismo. Un bilancio generale?

“Direi che sia a livello maschile, sia a livello femminile, abbiamo visto belle gare. Il percorso, che era lo stesso per entrambi, era interessante e tosto e li ha messi a dura prova. La gara maschile ha visto un finale avvincente con una volata ristretta. Il grande favorito sembrava Trentin, invece poi l’ha spuntata Velasco e penso che per lui si sia trattato dello sprint ‘della vita’ dato che ha portato a casa un successo incredibile”.

Passiamo alla prova femminile.

“Il successo di Longo Borghini è stato l’ennesima conferma di un talento assoluto. Ha battuto allo sprint Persico che sembrava la favorita, ma abbiamo capito che, dopo tanti chilometri e un finale così complicato, tutto si pareggia, i giochi si aprono e non c’è nulla di scontato. Anche questa è stata una bella vittoria e, sia lei sia Velasco, porteranno in giro per il mondo il tricolore nel migliore dei modi”.

Oltre alle prove in linea, abbiamo vissuto le cronometro. 

“Ganna ha confermato come sia la sua specialità, è stato campione del mondo ed è uno dei migliori del panorama globale, figuriamoci in Italia. Longo Borghini ha vinto a sua volta, di nuovo. Sono le due conferme di questa specialità, erano i grandi favoriti e non hanno tradito le attese”.

Tra pochi giorni partirà il Tour de France che tu hai potuto testare in diverse frazioni.

“Io ho potuto saggiare la prima parte del percorso, quella più semplice, mentre le salite sono toccate a  Petacchi (sorride, ndr). La prima settimana è sicuramente tosta, non ci saranno tappe scontate e vedremo diversi arrivi in salita già nei primi 10 giorni. Gli stage saranno brevi ma nervosi, quindi saranno corsi a tutta. La posta in palio è altissima e sin dal via ne vedremo delle belle”.

Riassumendo vivremo 8 tappe piatte, 4 mosse, 8 di montagna, una crono e 4 arrivi in salita.

“Mi aspetto grande spettacolo. I percorsi che hanno disegnato, poi, daranno una mano. Non mancheranno le volate ma, a parte i primi sprint con le squadre al completo, le altre saranno tutte da sudare per i velocisti. Penso che sarà un Tour battagliato per gli uomini di classifica e per le squadre con i ciclisti che vogliono vincere una tappa”.

Percorso con molte montagne e poche crono.

“Una solo crono fa notizia al Tour, avrà 22 chilometri di lunghezza, ma sarà molto dura e con tratti in salita. Gli uomini di classifica saranno chiamati a fare una bella prova, e tra l’altro sarà dopo il giorno di riposo per cui dovranno riprendere subito il giusto ritmo. Si pedala tanto nel centro della Francia, anche la partenza Paesi Baschi non sarà banale con tanti trabocchetti e vedremo gli uomini di classifica controllarsi e muoversi. Poi tante salite con 4 arrivi in quota, e tanti metri di dislivello. Pogacar e Vingegaard avranno tanto terreno per attaccarsi”.

Dove si deciderà la Grande Boucle?

“L’ultima settimana sarà tosta e decisiva. Penso per esempio all’arrivo a Courchevel, oppure alle ultime battute dove si gioca tutto ma, davvero, ogni tappa può riservare trabocchetti. Una frazione storta, una caduta, un malanno tutto può decidere il Tour. Una tappa che mi attira? Quella che arriva sul Monte Bianco sarà interessante con un finale in salita tosto e stancante”.

Sarà ancora un duello Pogacar-Vingegaard?

“Credo di sì. Loro sono i più forti del momento nelle corse a tappe come abbiamo visto negli ultimi 2 anni. Importante capire quale sarà il livello di Pogacar dopo il brutto infortunio che lo ha tenuto fermo a lungo. La frattura al polso ti debilita e ti limita e in salita potrebbe sentire dolore”.

Quale potrebbe essere il terzo incomodo?

“La Ineos arriva non come la squadra di sempre. Puntano sul giovanissimo Rodriguez che avrà tutto sulle sue spalle ed è un po’ rischioso. Ci può provare Carapaz, oppure Hindley che ha saltato il Giro per fare il Tour, poi i francesi che giocano in casa e ci tengono a fare bene”.

Concluso il Tour maschile, sarà la volta di quello femminile. 

“Siamo alla seconda edizione e le partecipanti saranno agguerrite. Vedremo un percorso duro anche per loro. Specialmente la crono di Pau sarà molto impegnativa e spaventa tante. Sarà lunga e tosta e probabilmente deciderà il Tour. La favorita? Senza dubbio van Vleuten cercherà il bis, ma attenzione. La squadra più forte e attrezzata è la SD Worx e può metterla in difficoltà. Anche la Trek ha squadrone con Longo Borghini che farà Giro e Tour per puntare in alto”.

LA VIDEO-INTERVISTA A GIADA BORGATO

Foto: LaPresse

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