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Tre finali perse per l’Italia tra i rimpianti: amaro in bocca per Inter, Roma e Fiorentina

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Lautaro Martinez

Tre finali giocate: tanta speranza, tanta voglia di portare a casa almeno un trofeo ma, le italiane, sono tornate a casa a mani vuote. Le piazze di Roma, Firenze e Milano non sono riuscite a riempirsi. Nessuna delle tre città nominate ha visto il cielo colorato delle stesse tinte che ricoprono le magliette dei propri idoli. Un finale, perdonateci il gioco di parole, amaro. L’asse Budapest-Praga-Istanbul è risultato letale per giallorossi, viola e nerazzurri.

L’INTER E LA CHAMPIONS LEAGUE

E partiamo dalla Finale che si è appena disputata e conclusa: quella di Champions League, che ha visto coinvolte l’Inter di Simone Inzaghi e il Manchester City di Pep Guardiola. Per la prima volta nella propria storia, i Citizens si sono laureati squadra Campione d’Europa. Un successo dolcissimo da un lato, perché in quella sponda di Manchester si è assaporato un gusto mai provato prima d’ora; una sconfitta amarissima, invece, per Lautaro Martinez e compagni. Ma nonostante l’1-0 finale, inciso sul tabellino dell’Ataturk di Istanbul, la Beneamata ha combattuto e ci ha provato sino alla fine.

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Tanti rimpianti per i giocatori dell’Inter: dall’occasione golosissima non sfruttata dal Toro dopo un errore di Akanji, passando per il gol decisivo di Rodri, sino ad arrivare ai clamorosi salvataggi di Ederson su Lukaku prima e Gosens poi. La squadra di Milano è arrivata contro ogni pronostico all’ultimo atto della massima competizione europea per club ed ha retto benissimo un peso simile, sfiorando anche l’impresa. Forse però a volte, a mancare è stato quel pizzico di esperienza e quella voglia di osare. Ma le basi sono buone e solide per il futuro.

ROMA: BUDAPEST AMARA

Lo stesso è successo alla Roma di José Mourinho. Il 31 maggio è una data che rimarrà impressa nelle menti dei tifosi giallorossi…ma in senso negativo. Paulo Dybala, al 35esimo nella Puskas Arena di Budapest ha anche sbloccato il match contro il Siviglia. E i capitolini hanno anche avuto qualche occasione per chiudere il match; ma non ci sono riusciti e lo hanno pagato amaramente.

Al 55esimo l’autorete di Mancini ha pareggiato i conti e poi la partita si è man mano spezzettata sino ad arrivare ai rigori. E in quel momento, a salire in cattedra, è stato il Siviglia. Decisiva, dal dischetto, la rete di Montiel; ma decisivi, anche, gli errori di Mancini e Ibanez dagli undici metri, non proprio due tiratori. Un serata, anche questa, ricca di rimpianti ma esplicativa: la Roma può e deve proseguire su questo percorso tracciato dal mister portoghese.

ASSE FIRENZE-PRAGA

E poi, infine, Praga, la Fiorentina e il West Ham. La Viola di Vincenzo Italiano è stata, anche lei, a un passo dal sollevare al cielo la neo nata Conference League. Vero è che a sbloccare il match sono stati gli Hammers con un gol di Benrahma, ma Bonaventura è stato in grado poi di pareggiarla. Un ostico, rognoso e soprattutto brutto West Ham, è riuscito, al 90esimo, a segnare la rete decisiva grazie a Bowen su un assist di Paqueta. Un fendete, un colpo di spada, che ha tagliato letteralmente e metaforicamente i tanti cuori dei supporters viola. Insomma una meravigliosa favola europea quella costruita dalle tre italiane, terminata però, con tre amari bocconi.

Foto: LaPresse

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