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Volley femminile. VNL 2023. L’Italia delle seconde linee fatica: rimonta difficile e quel problema in banda…

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Non ci si aspettava tanto di più, inutile girarci attorno, da questa Italia sperimentale giocoforza, nel primo slot di partite della VNL 2023 in Turchia. Le azzurre sono campionesse in carica e vorrebbero difendere il titolo nella finale in Usa ma quest’anno gli obiettivi sono altri e sono lontani ed è giusto che le giocatrici in grado di fare la differenza si prendano una pausa salutare prima di affrontare la lunga estate azzurra.

Le quattro sfide in terra turca hanno portato una vittoria, qualche sprazzo di bel gioco, qualche set illusorio ma, alla fine, il raccolto è scarso, anche per quelle che potevano essere le aspettative della vigilia. All’appello manca la partita con la Polonia, che le azzurre hanno affrontano senza la dovuta cattiveria agonistica ma la squadra di Mazzanti stava raddrizzando la situazione contro gli Stati Uniti, senza però riuscire ad arrivare fino in fondo all’opera.

In questo momento storico si può dire che l’Italia ha qualche problema su due versanti, quello delle giocatrici in banda e quello delle giovani che faticano ad imporsi, a trovare spazio nella massima serie e dunque il passaggio dalla Nazionale giovanile vincente a quella senior è tutt’altro che indolore. Anche la settimana turca ha confermato questo.

In banda il problema esiste: Sylla ha lanciato segnali incoraggianti, Bosetti è una giocatrice a cui si fatica a rinunciare perché riesce a dare grande equilibrio alla squadra, Pietrini non ha nella continuità di rendimento il suo punto di forza e alle spalle delle tre potenziali titolari la situazione un po’ preoccupa perché Omoruyi e Degradi che hanno ricoperto il ruolo di titolari sono ottime giocatrici ma non danno l’impressione di poter aggiungere granché nell’economia del gioco azzurro. La variabile potrebbe essere Antropova ma in questo ruolo va costruita e non è detto che raggiunga in fretta l’obiettivo.

Sulle giovani ci sarà da attendere. L’Italia non è la Russia dove, pronti via dalla giovanile escono sei potenziali titolari e anche qualche riserva, tutte altissime e in grado di reggere il confronto con squadre senior, salvo poi smettere di crescere da una certa età in poi come è accaduto in passato. L’Italia è diversa a livello strutturale: le giocatrici crescono più lentamente, si formano fisicamente e tecnicamente con meno velocità e poi si gettano nella mischia. Il vivaio azzurro è vasto, ultimamente manca qualcosa dal punto di vista fisico, soprattutto tra i martelli ricevitori ma chi dimentica quale fosse la situazione in campo maschile per le bande solo cinque anni fa con le mani nei capelli per il possibile addio di Juantorena? Adesso c’è abbondanza di campioni veri, sono arrivati risultati straordinari e altri potranno arrivarne. Serve solo continuare a lavorare con serietà a livello giovanile, magari variando qualche rotta che rischia di non dare i risultati sperati.

Ora serve guardare avanti e, con il gruppo delle titolari, andarsi a prendere la final eight che è ancora alla portata delle azzurre: nulla è perduto e anche qualche rovescio è messo in conto.

Foto Fivb

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