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ATP Umago 2023: Matteo Arnaldi sogna per oltre due ore, ma in finale ci va Popyrin

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Matteo Arnaldi non riesce a conquistare la prima finale in carriera sul circuito ATP. A Umago, dopo una lotta lunghissima e anche molto dura, il ventiduenne sanremese è costretto a lasciar strada all’australiano Alexei Popyrin. 6-7(2) 7-5 6-3 il punteggio finale in oltre tre ore e 15 minuti di confronto. Per l’aussie, che giocherà la sua seconda finale in carriera, uno tra Lorenzo Sonego e Stan Wawrinka, con lo svizzero che vorrebbe rigiocare l’ultimo atto a 17 anni di distanza dalla prima volta.

L’ampio tasso di lotta si può desumere già dal primo game, in cui Arnaldi, dopo due palle break annullate dal 15-40, è costretto a cedere su una risposta vincente di Popyrin. Il recupero è immediato, e arriva peraltro da 40-0, con tanto di chiusura di secondo gioco con il doppio fallo da parte dell’australiano. L’italiano deve salvare ulteriori quattro palle per l’allungo da parte del suo avversario sull’1-1. Di qui in avanti la calma è molto relativa: ogni game è lottato, i due si affrontano a viso aperto, si tolgono ancora la battuta a vicenda nel settimo e ottavo game. Poi arriva, inevitabile, il tie-break, in cui l’azzurro mostra una larga fetta del suo repertorio tra buone prime, risposte insidiose e ottima difesa, per chiudere con una smorzata (ottimo il 6/7 in questo senso).

LIVE Sonego-Wawrinka, ATP Umago 2023 in DIRETTA: Arnaldi cede a Ppyrin dopo un’estenuante battaglia, tra poco in campo il torinese

Logicamente, nel secondo parziale Popyrin inizia a mettercela tutta per cercare di rimettere la situazione in parità. Nondimeno, se sui suoi turni di battuta non concede quasi più ad Arnaldi alcuna chance per avvicinarsi, in quelli dell’avversario prova spesso a incidere: tre palle break sullo 0-1, un’altra sul 2-3. L’italiano, però, non si scompone: il quasi di poche righe fa si chiama 4-4 0-30, momento nel quale il sanremese è più vicino a chiudere. Non ci riesce, e qualche rimpianto lo ha sulla risposta sul 15-30; di lì salva quattro set point sul 4-5, ma niente può quando un paio di numeri d’alta scuola dell’australiano significano 7-5.

Il terzo set è diretta conseguenza del secondo: nonostante un game tenuto con difficoltà da Arnaldi, per lui la spia del rosso si accende, come può notare in maniera particolare il pubblico accorso. Arriva inevitabile il break del 3-1, e a zero, a favore di Popyrin, che altro non deve fare che gestire con la massima tranquillità la situazione che lo vede ormai favorito. Tra i due ora c’è un evidente divario a livello fisico, e questo viene sostanzialmente confermato fino al 6-3 che chiude la contesa.

Ben 229 i punti giocati, per rendere l’idea della lotta. Va rimarcato come, se Popyrin vince, lo deve anche alla continua efficacia della prima; ne serve meno in campo di Arnaldi (57/107 contro 75/122), ma l’81% dei punti da essa ricavati non è poco. Anzi. E se è vero che l’italiano salva 15 palle break su 19, è proprio il fatto di aver concesso tale numero che rimarca la pericolosità in risposta dell’australiano.

Foto: damanius / Shutterstock.com

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