Ciclismo
Ciclismo, Elia Viviani: “Parigi sarà la mia ultima Olimpiade. Vita sempre più dura per i velocisti puri”
Abbiamo raggiunto telefonicamente Elia Viviani impegnato in questi giorni al Giro di Vallonia, ultima rifinitura in vista dell’appuntamento iridato in programma in Scozia a Glasgow dal 5 al 13 agosto: “Dopo il Giro di Vallonia andrò a Montichiari (il 28 mattina) dove resterò fino al 4 agosto prima di partire per i Mondiali: il 6 agosto farò l’Omnium, il 7 l’Eliminazione e l’8 c’è in programma la Madison ma non è ancora stato deciso chi la correrà. La coppia Scartezzini-Consonni ha portato a casa più volte medaglie, quindi vedremo cosa deciderà Marco nei prossimi giorni di raduno in pista che saranno fondamentali per finire il lavoro“.
Come stai?
“Bene, tutto sta procedendo bene”.
Al Giro di Vallonia stai ottenendo le risposte che volevi?
“Sicuramente è una gara con pochi velocisti e ci sono continui sali e scendi, ma sono contento della condizione. Mi è mancato il risultato pieno, ma obiettivamente solo il primo giorno poteva essere una buona occasione per me, dopo mi è mancato il giusto colpo di pedale ma ha vinto Pippo (Ganna, ndr) e sono felice così”.
Al Tour si è visto un livello stellare. Come stanno cambiando il ciclismo questi fuoriclasse?
“E’ un ciclismo oggi meno controllato e si va a tutta sin da subito. Le tappe di transizione al Tour sono state pochissime, ogni giorno succedeva qualcosa. E’ molto bello da vedere, regala grande spettacolo ma in gruppo è davvero tosta. I ritmi sono cambiati, preparazione e attenzioni per i materiali fanno una grane differenza, insieme ai tanti ritiri in altura. Tutto questo porta ad ottenere grandi risultati, ma a volte possono capitare delle ‘giornate no’ come successo a Pogacar al Tour, ma che comunque ha fatto un Tour straordinario nonostante l’infortunio”.
Sei stato il miglior velocista italiano del post-Cipollini e Petacchi. Ora dove pensi che possa arrivare Jonathan Milan?
“Milan è stato una sorpresa per tutti. Non tanto per la tappa che ha vinto al Giro, ma per la costanza. Alla Corsa Rosa era sempre presente e ha vinto la Maglia Ciclamino dominando. Deve crescere ancora però, perché con una condizione così poteva vincere molto di più. Jonathan è il velocista di riferimento italiano per questi anni. L’Europeo di settembre può essere un grande obiettivo per lui. Fossi in lui non mi metterei dei limiti, quando vinci un’Olimpiade hai una consapevolezza di poter puntare davvero in alto. In gruppo vedo sempre meno possibilità per i velocisti puri, perché avranno sempre più caratteristiche come Milan o Philipsen, quindi corridori resistenti oltre che veloci”.
Chi correrà il quartetto a Glasgow?
“Non lo sappiamo ancora, nel quartetto sicuramente ci saranno Milan, Lamon e Ganna, e per il quarto vedremo. Consonni ha avuto delle settimane difficili, ma qui al Vallonia sta andando fortissimo. Ha avuto un Giro difficile, anche mentalmente, ma adesso sta ritrovando il giusto colpo di pedale. C’è anche Manlio Moro per il quartetto”.
Che stimolo ti dà avere la chance di ottenere una medaglia in tre Olimpiadi consecutive?
“La medaglia di Londra l’ho sfiorata, quindi sarebbe la quarta Olimpiade ad altissimo livello. Sto preparando al meglio Parigi 2024, su strada a 34 anni i risultati stanno iniziando a mancare, ma la pista è per me sempre un grande punto di riferimento. L’Omnium sarà il mio focus, sia in ottica Mondiali che Olimpiadi”.
Parigi 2024 sarà la tua ultima Olimpiade?
“Sì, sicuramente sì”.
Tua moglie Elena è una ciclista di ottimo livello. Parlate spesso di ciclismo a casa?
“Di ciclismo parliamo, ma non è l’unico argomento. E’ più un pianificare la nostra vita tra i vari impegni, sul tecnico parliamo meno. Al mattino però, quando siamo a casa, partiamo sempre in bici insieme e poi ognuno di noi fa i lavori che deve fare”.
Foto: Lapresse