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Ciclismo
Ciclismo, Gianni Bugno: “Non si potrà mai avere una tutela al 100% del corridore in gara”
Una bruttissima notizia ha scosso negli ultimi giorni il mondo del ciclismo. Ci si riferisce alla morte del 17enne italiano Jacopo Venzo, che ha perso la vita mentre era impegnato nella Junioren Rundfahrt 2023, corsa juniores austriaca. Il giovane corridore nostrano è stato vittima di un tragico incidente in discesa, nella seconda semitappa della prima giornata di gara.
Una vera tragedia e le reazioni non sono mancate. Tra chi ha commentato quanto accaduto al giovanissimo vicentino di Cartigliano, c’è Gianni Bugno, con un passato da corridore di altissimo livello e da presidente dell’associazione mondiale dei corridori “Cyclistes Professionnels Associés (CPA)“.
Nell’intervista concessa all’ANSA, Bugno si è espresso in maniera molto chiara: “In gara ci sono sempre tante incognite lungo il percorso. Certamente per aver maggior sicurezza servono più costi, ma una soluzione vera e propria non c’è“, le considerazioni del campione del mondo nel 1991 e nel 1992 della prova in linea su strada.
“Per annullare il rischio incidenti, per essere sicuri di non cadere, bisognerebbe organizzare tappe senza discese o volate e resterebbe ugualmente una percentuale di rischio. Le velocità elevate si raggiungevano anche ai miei tempi e addirittura prima, quando i mezzi non erano ancora così sofisticati. Oggi si pedala con maggiore sicurezza, ma quando capita una disgrazia come quella di Jacopo si torna sul solito discorso. Stanno migliorando tante cose in ottica sicurezza in gara e del corridore stesso, si è lavorato parecchio negli ultimi anni ma non si fa mai abbastanza“, ha aggiunto l’ex ciclista nostrano.
In altre parole, secondo il parere di Bugno, è necessario fare di più sul fronte della sicurezza, ma nella consapevolezza che ci saranno sempre dei limiti: “Le due tragedie di Gino Maden lo scorso mese in Svizzera e quella di Jacopo aiuteranno ad accelerare il discorso sicurezza, ma non si arriverà mai ad una tutela al 100% del corridore. L’unica cosa che si può fare è continuare a migliorare“.
Foto: LaPresse