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Ciclismo, Magrini: “Vingegaard ci ha tolto la poesia. Italia ai Mondiali con la valigina di cartone. E Ganna…”

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È finito ieri il Tour de France 2023 ed è ora dunque il momento di tracciare un bilancio su quanto visto nel corso delle tre settimane di gara. Per questo motivo è intervenuto oggi Riccardo Magrini, ex-corridore e commentatore tecnico di OA Sport, nel corso di Sport2Day speciale ciclismo, appuntamento settimanale condotto da Francesca Cazzaniga e andato in onda sul canale YouTube di OA Sport.

“È stato un Tour che non ha deluso le aspettative ha esordito Magrini -. Era tutto incentrato sul grande duello Vingegaard-Pogacar e così è stato fino a quando il danese a cronometro ha dato una mazzata incredibile”.

Il commentatore tecnico di Eurosport ha poi aggiunto: “Prima della cronometro pensavo che avrebbe vinto Vingegaard, ma di certo non con un distacco così ampio su tutti. Lì è un po’ finita tutta la poesia, perché ricominci la terza settimana dopo il riposo con una botta così ed è difficile andare avanti. Infatti poi è arrivata la mazzata definitiva a Courchevel e lì si è chiuso il Tour per la vittoria”. 

Vingegaard ha vinto dimostrando di essere attualmente il corridore più forte: “Jonas è stato freddissimo, come lo è da tempo anche la sua squadra che ora cercherà di vincere il terzo Grande Giro in questo 2023 dopo Roglic al Giro d’Italia e appunto Vingegaard al Tour. Alla Grande Boucle ha vinto semplicemente il più forte, massacrando una squadra che quest’anno era diventata molto più competitiva rispetto all’anno scorso”. 

Pogacar ha ceduto drasticamente nell’ultima settimana, e una delle cause è sicuramente l’avvicinamento difficile al Tour che ha avuto lo sloveno per via dell’infortunio al polso subito alla Liegi-Bastogne-Liegi: “L’infortunio di Tadej e i tre mesi lontano dalla strada hanno influito molto per lui. Tra l’altro lui ha iniziato molto bene con un terzo posto nella prima tappa dietro ai due Yates. Le prime due settimane le ha rette, ma nella terza è venuto fuori il programma frettoloso che ha fatto per arrivare al Tour de France. Ricordiamo che lui prima del Tour ha corso solo due gare ai campionati sloveni, vincendo sia la cronometro sia la prova in linea con una concorrenza limitata, mentre Vingegaard ha potuto prepararsi meglio con il Giro del Delfinato, che tra l’altro ha vinto”. 

Il focus del discorso si è in seguito spostato sul vincitore della maglia pois, ovvero l’italiano Giulio Ciccone: “Questo successo nella classifica degli scalatori è un’iniezione di fiducia per lui per come l’ha vinta. Poi tanti dicono che non ha conquistato una tappa ed è arrivato a 2 ore di distanza in classifica generale, ma questo non vuol dire niente. Lui è stato bravo ad esserci nei momenti giusti e a vincere. C’è da dire anche che lui è stato anche fortunato perché se Felix Gall nella tappa di Courchevel avesse pensato anche ai GPM, oltre alla vittoria, sarebbe potuto essere un avversario più ostico, ma non ci dimentichiamo che Giulio era stato precedentemente sfortunato in questa stagione di massimo rendimento. Lui era infatti partito alla grande, vincendo e convincendo, ma poi il Covid gli ha tolto la possibilità di partecipare al Giro d’Italia. Ha quindi dovuto cambiare programma ed è andato al Tour de France con l’obiettivo di vincere la maglia a pois. Ce l’ha fatta e quindi complimenti a lui”.

Questo Tour ha regalato grandi emozioni a Magrini: “Mi è piaciuta molto la tappa in cui Pogacar, dopo aver perso più di 1′ da Vingegaard nel giorno prima, è riuscito a staccare il danese e poi a vincere. È stata una bella reazione, mi è piaciuto come è scattato. Nel complesso comunque il Tour mi è piaciuto tutto, anche per le volate di Philipsen. A parer mio è stato uno dei più bei Tour degli ultimi 10 anni”.  

Purtroppo però ci sono stati anche dei momenti tristi: “Mi è dispiaciuto per l’abbandono di Cavendish, perché aveva dimostrato di avere gambe ed è stato costretto a ritirarsi per una caduta banale. Questo però gli è valso da parte di Vinokurov e di tutto il suo staff un rinnovo del contratto che era insperato. Lui aveva detto che avrebbe smesso, e invece questo record di Eddy Merckx (per il maggior numero di vittorie in carriera al Tour, ndr) lo proverà a superare l’anno prossimo (per il momento entrambi corridori sono a quota 34 successi, ndr)”. 

Il commentatore di Eurosport ha poi parlato degli italiani: “Si sono fatti valere, non solo con Ciccone. Abbiamo visto Bettiol e Trentin. Eravamo pochi, ma ci siamo fatti notare. Non abbiamo vinto, ma la maglia di Ciccone ha lenito la ferita”. 

Con gli ormai sempre più vicini Mondiali di ciclismo su strada (5-13 agosto in Scozia), Magrini ha trattato anche quell’argomento: “Chi esce dal Tour potrebbe arrivare più preparato ai prossimi Mondiali, ma sicuramente anche chi è a casa sicuro ci sarà e penso a Evenepoel. Sarà un Campionato del mondo molto delicato e difficile perché il circuito è esigente e ci saranno tanti corridori di livello”. 

“La squadra danese per esempio è micidiale e secondo me Pedersen è uno dei principali favoriti, anche perché riesce a sopportare il brutto tempo – ha proseguito Magrini -. Noi invece partiamo come al solito con la valigina di cartone e cercheremo di fare del nostro meglio. Parlando con Bennati comunque mi sembra che l’approccio sia di quelli giusti: non partiamo battuti e proveremo a giocarcela fino all’ultimo”. 

Non è infine mancato un commento su Filippo Ganna e la sua ricerca alla vittoria della cronometro mondiale: “Mi auguro che Filippo riesca a vincere nuovamente la maglia di campione del mondo a cronometro. Non sarà però facile, perché la concorrenza non mancherà. Evenepoel per esempio è uno di quelli che punterà anche alla gara contro il tempo. Credo che se Filippo starà bene non avrà problemi a vincere, ma siccome siamo scaramantici incrociamo le dita e aspettiamo. Io comunque ho grande fiducia”. 

LA VIDEO INTERVISTA A RICCARDO MAGRINI

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