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F1, Ferrari in balia di sé stessa e imprigionata in un’annata anonima. Siamo solo a metà di un 2023 di pura sofferenza

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Carlos Sainz

Siamo arrivati al giro di boa della stagione di F1, poiché sono state archiviate undici delle ventidue gare in programma. Per la Ferrari, il 2023 sta assumendo sempre più i contorni di annata anonima, in quanto totalmente priva di rilevanza. La Scuderia di Maranello non è né carne, né pesce. Sovente assume i connotati di un brodino, peraltro troppo spesso insipido, come accaduto negli ultimi due weekend di gara.

Risultati a parte, l’Hungaroring ha confermato il verdetto di Silverstone. Sul piano prestazionale la SF-23 è stata surclassata sia dalla Red Bull, come d’abitudine, che dalla McLaren, improvvisamente ertasi al ruolo di seconda forza. Un autentico miracolo, quello realizzato dagli ingegneri di Woking, in quanto la MCL60 è stata oggetto di uno dei miglioramenti più marcati mai visti a stagione in corso nell’epoca turbo-ibrida.

Viceversa, Gran Bretagna e Ungheria rappresentano la proverbiale doccia gelata per il Cavallino Rampante, che sembrava aver recuperato una certa competitività tra il Canada, dove in gara si è vista una bella rimonta dopo la disgraziata qualifica, e l’Austria, contesto dove le Rosse erano le monoposto meno lontane dal Drink Team. È però ormai evidente come Ferrari possa essere un fattore solo su piste con precise caratteristiche.

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Sakhir, Baku, Montreal e Spielberg – i quattro tracciati dove la SF-23 è andata meglio – hanno tutti qualcosa in comune. Tanti allunghi, tante frenate, parecchie curve secche e poche da affrontare gradualmente o in percorrenza. Insomma, a questa vettura piacciono le piste stop&go, o quelle dove l’aerodinamica ha un basso peso specifico. Sulla carta Spa-Francorchamps, dove si correrà nell’imminente weekend, non dovrebbe essere habitat particolarmente favorevole. Certo, tenere aperto il gas a lungo potrebbe aiutare, ma il secondo settore rischia di essere un supplizio.

Si può parlare di annata anonima perché ci sono prospettive di scarso interesse. Vincere un Gran Premio è verosimilmente una chimera. Al di là della superiorità di Red Bull, la concorrenza alle spalle del Drink Team non manca. McLaren non era così agguerrita da più di un decennio, Mercedes, a sua volta impantanata in un progetto errato, riesce comunque a muoversi nella propria palude in maniera meno goffa di quanto non faccia il Cavallino Rampante nella sua.

Concludendo, Ferrari vive in balia degli eventi. O meglio, vive in balia di sé stessa. La SF-23 non graffia, è inconsistente e imprevedibile. Per di più, ogni weekend qualcosa gira per il verso sbagliato. Se non è la strategia, sbagliano i piloti; se tutti sono perfetti, magari si inceppa una pistola del cambio gomme. Il 2023 di Maranello va così. Male. Chissà, forse entro il 26 novembre verrà pescato un jolly e si potrà festeggiare un estemporaneo successo. O forse no, perchè i jolly da pescare sono almeno due o tre contemporaneamente. Se non tutti e quattro quelli presenti in ogni mazzo.

Foto: La Presse

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