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F1, la Ferrari non doveva essere competitiva in Ungheria? Quando alle parole non seguono i fatti…

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Charles Leclerc

È già passato un anno dal Gran Premio d’Ungheria 2022. Quello al quale Ferrari si approcciò sbandierando ai quattro venti l’obiettivo della doppietta sia in qualifica che in gara. Il risultato finale lo conosciamo tutti. La pole position la realizzò una Mercedes. Nel GP le Rosse rimasero addirittura giù dal podio.

Soprattutto, la strategia del Cavallino Rampante venne apertamente sbeffeggiata dai tre piloti pronti a gustarsi lo champagne (Verstappen, Russell e Hamilton), che si fecero quattro spontanee risate a favore di telecamera quando discussero della decisione ferrarista di montare la mescola dura, totalmente inefficace, a Charles Leclerc. Una figuraccia epocale per la Scuderia di Maranello, soprattutto sul piano della comunicazione.

“Stessa storia, stesso posto, stesso bar” cantava Max Pezzali. Dodici mesi dopo, in Ungheria, Ferrari si ritrova in una situazione affine. Per carità, non così eclatante come nel 2022, ma le dichiarazioni di Frederic Vasseur antecedenti al weekend erano state chiare.“Di solito andiamo meglio nelle curve lente e quelle a novanta gradi, per cui possiamo sperare in una pole position”. Ieri, dopo la FP2, il team principal ferrarista aveva ribadito: “Sul giro secco siamo ok!”.

F1, Carlos Sainz: “Facciamo fatica in curva per il vento, i nostri rivali stanno facendo meglio”

Esito delle odierne qualifiche? Charles Leclerc 6°, incastonato fra le due Alfa Romeo, che a parità di power unit hanno fatto meglio della Ferrari. Carlos Sainz addirittura eliminato nel Q2, dando la colpa all’Alternative Tyre Allocation (“con la media ho sempre fatto fatica questo weekend, più che con la dura”). Peccato che nel Q3 si usassero le soft e il monegasco, generalmente sempre più incisivo del compagno di squadra sulla tornata singola, si sia trovato davanti persino Guanyu Zhou.

“Colpa del vento” si sta dicendo in questi minuti. Effettivamente, la SF-23 è apparsa quasi inguidabile. Però, santo cielo, possibile ce ne sia sempre una? Il vento c’era per tutti, comprese le Sauber brandizzate Alfa Romeo.

Ormai viene da chiedersi quale delle seguenti scuse sentiremo da qui a fine stagione. Ero rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia!”. John Belushi oggi avrebbe 74 anni. È morto da 41, ma diventa sempre più mitico. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avrebbe potuto diventare, da postumo, l’addetto stampa della Ferrari?

Foto: La Presse

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