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Formula 1

F1, perché la Ferrari è sprofondata nel GP di Gran Bretagna? Le cause di una disfatta

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Charles Leclerc

La prova del 9…luglio. La scadenza era questa per la 74ma edizione del Gran Premio di Gran Bretagna, valida per il Mondiale di F1. Un appuntamento di grande tradizione perché proprio in Inghilterra, nel 1950, tutto ebbe inizio. Da dire che le prime edizioni si disputarono ad Aintree, a seguire l’alternanza tra Silverstone e Brands Hatch fino al 1986. Dall’anno successivo, nel cuore del territorio inglese, ci si è goduti lo spettacolo.

Una pista che doveva aiutare a comprendere se davvero la Ferrari avesse compiuto quello step. Il round di Spielberg ha riservato alla Rossa due podi: un terzo posto nella Sprint Race e un secondo nel GP. Tuttavia, il layout in Stiria, un tipico “Stop&Go”, non si discostava troppo da quello che si era visto in Canada, sulla pista dedicata a “Gilles Villeneuve”.

Era a “casa loro”, per dirla come Sebastian Vettel nel 2018, che ci aspettavano indicazioni. Ebbene, il nono e decimo posto delle due Rosse del monegasco Charles Leclerc e dello spagnolo Carlos Sainz sono una chiara bocciatura. La pista inglese si è rivelata indigesta per la SF-23, 5,8 chilometri e un layout composto da 18 curve.

Una pista molto tecnica, dove i piloti sanno esaltarsi nelle curve veloci e in successione, come le Maggots, Becketts e Chapel, e i tecnici sono stati chiamati a trovare il giusto compromesso tra l’efficienza nelle zone di grande accelerazione e avere un buon carico per sfruttare la velocità di percorrenza. Un limite molto sottile su una pista molto probante per gli pneumatici. Non a caso, la Pirelli, da questo appuntamento, ha fatto debuttare le nuove gomme con costruzione più resistente per gli elevati carichi di downforce generati dalle macchine.

La macchina del Cavallino Rampante ha replicato quanto di negativo si era notato a Barcellona, su un circuito dalle caratteristiche simili a quelle di Silverstone. In sostanza, su una pista con curvoni ad alta velocità la vettura ha palesato delle chiari deficienze dal punto di vista aerodinamico e meccanico. Aspetto preoccupante perché c’è una McLaren in grande ascesa. Ci si augura dal 21 al 23 luglio che a Budapest (Ungheria), su un tracciato molto diverso, la Ferrari possa tornare a fare bene.

Foto: LaPresse

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