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‘Maurizio racconta…’: Tamberi e Iapichino illuminano. La propensione dell’Italia a perdere le finali

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Gianmarco Tamberi

I MIGLIORI DELLA SETTIMANA

Voto della settimana per l’Italia: 7,5
Atleta della settimana (uomo): Gianmarco Tamberi (atletica)
Atleta della settimana (donna): Larissa Iapichino (atletica)

Due salti, poi tutti a casa, cominciando dalle rivali. Così Larissa Iapichino ha chiuso la pratica della finale nel salto in lungo, agli Europei Under 23 di Espoo. Per mettere le cose in chiaro dall’inizio, da campionessa consumata ad appena 21 anni (compiuti proprio oggi!). 6,93 (+1.2) la misura, migliore prestazione europea del 2023 all’aperto, primato personale outdoor e a soli quattro centimetri dal record indoor di 6,97 siglato a Istanbul in occasione dell’argento europeo indoor. Oltre a questo, due gare di Diamond League vinte in questa stagione. Bisogna aggiungere altro per dargli il voto come migliore donna della settimana? A poco più di un mese dai Mondiali di Budapest, non possiamo che sognare.
La categoria migliore uomo della settimana, dopo aver guidato da vero capitano la squadra di Coppa Europa, questa volta si gliela consegno esclusivamente a Gimbo Tamberi . Ennesima dimostrazione della sua classe e di carattere, con il 2,34 saltato in Diamond League a Chorzow e i 2,36 falliti di pochissimo. E, ciliegina sulla torta, pass per Parigi 2024 già in cassaforte con un anno di anticipo (il periodo per ottenere i minimi di qualifica olimpica è cominciato lo scorso 1° luglio). Pass a cinque cerchi conquistato anche da Gaia Sabbatini nei 1500, che si migliora dopo oltre un anno con 4:01.24 diventando la seconda azzurra di sempre (dietro la mitica Gabriella Dorio) e il miglior crono italiano dal 1982.
Intanto, sono continuati i trionfi nelle competizioni giovanili, sia continentali che mondiali. Questa settimana è toccato a ciclismo su pista, atletica e triathlon. Spiccano il primo posto nel medagliere agli Europei juniores/U23 di ciclismo su pista in Portogallo, il sesto posto con 11 podi (straordinari gli ori delle staffette) agli Europei U23 di Atletica, e lo storico argento del mixed team U23/junior di triathlon ai Mondiali di Amburgo.
Sofia Raffaeli e le Farfalle colgono due importanti successi nell’All-Around in World Challenge Cup di Cluj-Napoca. Impressionante il distacco inflitto alle rivali Kaleyn (3 punti) e Varfolomeev (6 punti) da parte della fuoriclasse azzurra, mentre le Farfalle, battendo le iridate bulgare, sembrano aversi messo alle spalle le vicende extra-sportive. I Mondiali di nuoto di Fukuoka sono iniziati da poco, e ci hanno lasciato finora gioie (i podi di Cerruti/Ruggiero nel duo tecnico e di Pellacani/Bertocchi nel sincro 3 mt), ma anche dolori (i mancati pass a Cinque Cerchi nel nuoto di fondo). Anche vela e lotta si sono fatti valere con i bei piazzamenti nel test event olimpico di Marsiglia e nelle ranking series di Budapest, rispettivamente.
Infine, negli sport di squadra, oltre alla magica vittoria degli Europei Under 19 di calcio (di cui parlerò sotto), abbiamo perso ai quarti di finale contro la Turchia nella VNL di volley femminile, ma soprattutto l’Iran ci ha privati del bis ai Mondiali Under 21 di pallavolo maschile, dopo averci battuto anche quattro anni fa nell’ultimo atto.

ITALIA E LA PROPENSIONE A PERDERE LE FINALI

Zero vittorie e sette sconfitte. Negli ultimi due mesi, questa era la sconcertante statistica delle finali disputate negli sport di squadra -club e nazionali azzurre – di qualsiasi evento o categoria d’età si trattasse. Calcio, volley, beach soccer e pallanuoto le discipline coinvolte. Questo fino alle 23.00 circa di domenica sera, quando finalmente la Under 19 di calcio ha alzato in cielo il trofeo di campioni d’Europa, dopo vent’anni dalla prima volta. Il CT Alberto Bollini e i suoi ragazzi si sono incaricati di interrompere questa maledizione che durava da più di due mesi. La domanda sorge comunque spontanea: come mai perdiamo così tante finali negli sport di squadra? Secondo me la risposta bisogna trovarla nell’aspetto psicologico: arrivare ad un atto finale viene spesso visto dal gruppo come un traguardo concreto, un punto d’arrivo e non di partenza. Inconsciamente, i giocatori si lasciano prendere da un rilassamento mentale spesso trasmesso anche dall’ambiente che li circonda. Mi riferisco agli allenatori e dirigenti delle squadre. Quante volte non abbiamo sentito dichiarazioni del tipo “l’obiettivo deve essere raggiungere la finale” invece di “vogliamo alzare la coppa/trofeo/medaglia d’oro”?. La fame di vittoria risiede tutta nella mente, e basta che un giocatore non sia in sintonia con il resto del gruppo per gettare tutto alle ortiche. Tuttavia, allenatori come Alberto Bollini hanno la capacità di trasmettere quella fame ad ogni singolo esponente della squadra: la consapevolezza che si può arrivare lontano, basta crederci. La semifinale (Spagna) e finale (Portogallo) contro le due super favorite per vincere il torneo sono state due autentici capolavori. Non a caso, Roberto Mancini ha voluto anche Bollini nella sua equipe tecnica durante la fase finale dell’ultima Nations League in Olanda. E vero che per perdere una finale bisogna pur sempre arrivarci, ma è anche vero che nessuno si ricorderà mai di chi arriva secondo..

Maurizio Contino

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA’

Foto: Lapresse

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