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MotoGP e Superbike: è l’El Dorado della Ducati. Un dominio contemporaneo in entrambi i Mondiali non si era mai visto

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Come ben sappiamo, Ducati sta dominando la MotoGP. Nelle prime tre posizioni, e in cinque delle prime sei, troviamo piloti dotati di una Desmosedici. Non a caso stanno arrivando triplette a grappoli e, talvolta, si è addirittura andati oltre, saturando le prime cinque posizioni. Se ampliamo lo sguardo alla Superbike, ci si renderà conto di come la situazione non sia poi così dissimile, seppur con dinamiche differenti. D’altronde la categoria si è tramutata in un one-man-show di Alvaro Bautista e della sua Panigale V4 R.

Insomma, siamo a metà luglio, ma dubbi sul fatto che l’azienda bolognese possa vincere entrambi i titoli ce ne sono pochi. Il fatto merita di essere rimarcato, perché non ha alcun precedente nella storia. È già capitato di vedere una Casa fare ‘Cappotto’, imponendosi sia tra i prototipi che fra le derivate di serie, ma mai per due anni di fila. L’impresa della doppietta è riuscita a Honda (1989, 1997, 2002), Yamaha (2009, 2021) e Ducati stessa (2022). Dunque siamo alle porte di un inedito double back-to-back.

Cionondimeno, c’è anche un’altra dinamica insolita viepiù significativa, rappresentata dall’egemonia assoluta in ambedue gli ambiti. Mettendo insieme le gare canoniche e quelle brevi, si nota come una moto del marchio di Borgo Panigale sia passata per prima sotto la bandiera a scacchi 30 volte su 37! In MotoGP contiamo 7 affermazioni domenicali e 6 sabatine su 8 possibilità; in Superbike siamo a 13 su 14 fra gara-I/II e 4 su 7 nelle superpole race. Insomma, un monopolio de facto.

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Mai si era assistito a qualcosa del genere. L’unica a essersi avvicinata è stata Honda, negli anni in cui spadroneggiava tra i prototipi. Tuttavia, i titoli nelle derivate di serie del 1997 e del 2002 non sono certo stati conquistati sul velluto. John Kocinski e Colin Edwards dovettero piegare la qualificata concorrenza rispettivamente di Carl Fogarty e Troy Bayliss. Sia il britannico che l’australiano cavalcavano, guarda caso, una Ducati.

L’oro rosso è poco diffuso, ma il suo valore si avvicina a quello del metallo nella sua conformazione pura. Nell’arco di quattro mesi avremo cognizione di causa in merito alla dimensione completa dell’”impero di Borgo Panigale”. Per l’azienda emiliana il 2023 sta difatti assumendo i connotati di un El Dorado. Rosso, appunto.

Foto: La Presse

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