MotoGP
MotoGP, il dito medio alla Honda è stato l’inizio delle grandi manovre per portare Marc Marquez in Ktm?
Il Motomondiale sta osservando la propria pausa estiva nell’attesa di tornare in azione il primo weekend di agosto, quando si disputerà il Gran Premio di Gran Bretagna. Nel frattempo, si possono effettuare alcune riflessioni a bocce ferme. Una, in particolare, riguarda il futuro di Marc Marquez. Ormai viene il sospetto che, dietro le quinte, si stia facendo di tutto per portare il trentenne spagnolo a rompere con un anno d’anticipo il contratto con Honda e trasferirsi in Ktm già nel 2024.
Siamo nel campo dell’elucubrazione, dove ogni ipotesi vale quanto quella contraria. Cionondimeno, se si “uniscono i puntini” rappresentati da una serie di episodi e di dichiarazioni, apparentemente slegati gli uni dagli altri, si può tracciare un unico disegno. Partiamo dal Sachsenring, dove si è verificato l’eclatante episodio del dito medio mostrato dall’iberico alla propria moto dopo aver rischiato un highside. Quella reazione, così forte e gratuita, ha lasciato tutti interdetti. Un palese e inequivocabile “vaffa” alla sua RC213V.
In un’azienda come Honda certe situazioni non passano inosservate. Per esempio, dopo le qualifiche del GP di Turchia 2005, Max Biaggi si lasciò andare a commenti poco lusinghieri alla sua RC211V (“Su questa c… di moto io non corro più”). I dirigenti di HRC presero nota, lasciarono finire la stagione al romano (era comunque la penultima gara), dopodiché “esaudirono” la sua volontà, mettendolo alla porta sia del team ufficiale che di qualsiasi struttura satellite, ponendo di fatto fine alla carriera del Corsaro nero in MotoGP.
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Honda è come il Colonnello Mortimer interpretato da Lee Van Cleef nel film “Per qualche dollaro in più”. È un’esattrice paziente, ma prima o poi si fa sempre pagare. Nel frattempo, fra Assen e settimana scorsa, due figure chiave di HRC (il team manager Alberto Puig e soprattutto il presidente Koji Watanabe) hanno rilasciato dichiarazioni molto chiare, riassumibili in un concetto eloquente: “Se Marquez se ne vuole andare, non lo fermeremo”. Sottinteso, se vuole rompere il contratto in anticipo, non ci stracceremo le vesti per trattenerlo.
È dunque lo spagnolo il motore dell’azione? Fino a un certo punto, perché non è così stupido da abbandonare Honda senza avere un’alternativa in mano. Quella, ora come ora, può essere solo Ktm. Sempre che sopravvengano certe condizioni. Tanto per cominciare quella della disponibilità di almeno una sella. Anzi, già adesso ci sono più piloti che moto a disposizione!
Jack Miller, Brad Binder e Pol Espargarò hanno tutti un contratto anche per il 2024. Inoltre Pedro Acosta ha fatto valere la clausola che gli consentirà di salire nella classe regina il prossimo anno. Così, il tapino Augusto Fernandez rischia di trovarsi a piedi pur senza demeritare. È anche vero che le condizioni fisiche di Espargarò, caduto rovinosamente a Portimao e ancora fermo da allora, sono tutte da verificare. Però il veterano iberico non si direbbe intenzionato a gettare la spugna.
Ecco, quindi, che la richiesta effettuata da Mattighofen a Dorna, ovvero quella di poter sfruttare i due slot lasciati vacanti da Suzuki, assume un nuovo significato. Si è detto “in questo modo ci sarebbe spazio per tutti”. Magari anche per qualcun altro, se il progetto fosse più ampio e riguardasse anche Marquez. Per il colosso austriaco, allestire altre due RC16 non sarebbe un problema. I fondi non mancherebbero. D’altronde le spalle sarebbero coperte da Red Bull.
Non bisogna dimenticare come la multinazionale salisburghese sia sponsor personale di MM93 e abbia una sinergia profonda con Ktm. Non a caso, la struttura a cui affidare le moto extra sarebbe senza dubbio Ajo Motorsport, sponsorizzata, guarda un po’, da Red Bull. Dorna ha però (per ora?) risposto picche alla domanda avanzata dagli austriaci, smorzando sul nascere questo (ipotetico) ambizioso progetto.
Insomma, tutte dinamiche a prima vista senza un legame. Eppure, potremmo avere sotto i piedi un fiume sotterraneo. La corrente sarebbe composta da un’insofferenza fin troppo palese di Marquez nei confronti di Honda, che dal canto suo comincia a fare spallucce relativamente al potenziale addio dello spagnolo. Nel frattempo Ktm sta tentando di incrementare il proprio impegno in MotoGP. Infine, non va dimenticato come vi sia un potenziale ponte economico fra le due sponde del corso d’acqua. Red Bull, appunto, presente sia sul casco dello spagnolo che sulle carene delle moto austriache.
Solo una suggestione di mezza estate, oppure la complicata manovra è reale? Lo scopriremo nelle prossime settimane, sempre che possa insorgere la possibilità di mandarla in porto.
Foto: MotoGPpress.com