Calcio
Numero 88 vietato sulle maglie in Italia: quali giocatori di Serie A devono cambiarlo? La motivazione e i precedenti
Il numero 88 non potrà più essere vestito da alcun giocatore nel campionato italiano. Una decisione a suo modo storica, messa in atto direttamente dal Viminale per una lotta all’antisemitismo. Difatti questo numero è utilizzato nei gruppi neonazisti per simbolizzare il saluto Heil Hitler, essendo l’H l’ottava lettera dell’alfabeto.
Questo è solo uno dei movimenti pensati dal ministro dell’Interno Piantedosi assieme alla Figc e al Ministero dello Sport. Si eviteranno anche utilizzi di simboli che possano richiamare al nazismo e anche l’interruzione di una partita di calcio se soggetta a cori, atti ed espressioni di stampo antisemita.
I due calciatori interessati a questa nuova regolamentazione sono Mario Pasalic e Toma Basic. Il centrocampista dell’Atalanta sarà dunque costretto a lasciare il numero simbolo della sua avventura in neroazzurro, con cui ha segnato 45 reti in 200 presenze. Il suo connazionale di stanza alla Lazio sarà invece costretto a cambiare dopo due stagioni con 69 presenze complessive e due reti. Ma già dallo scorso anno si iniziò a parlare dell’addio al numero 88, con Tomas Rincon (svincolato, ultima stagione alla Sampdoria) e Mateusz Praszelik (Verona) che avevano già richiesto un nuovo numero.
Non è la prima volta che questo numero di maglia entra nelle discussioni calcistiche per questo motivo. Nella stagione 2000/2001 Gigi Buffon, dopo che gli venne negata la possibilità di vestire lo 00, che per lui rappresentavano gli ‘attributi’, scelse appunto l’88, al pensiero di ‘non posso averne due, allora ne ho quattro’. La comunità ebraica però insorse, con il portiere della Nazionale che optò in corso d’opera per un meno offensivo 77.
Anche quest’anno c’è stato un episodio abbastanza increscioso e questo con tratti decisamente antisemiti. Un tifoso della Lazio di nazionalità tedesca si presentò allo stadio Olimpico nel derby con la Roma con una maglia numero 88 intitolata a… Hitlerson, in inglese ‘Figlio di Hitler’. Il supporter biancoceleste aveva già un precedente per invasione di campo nel 2009, sempre in un derby della Capitale.
Foto: LaPresse