Nuoto
Nuoto, l’Italia guarda già al futuro. I giovani in rampa di lancio per il 2028. Ma qualcuno potrebbe arrivare già a Parigi…
Un impulso dalle nuove leve. I Mondiali di nuoto a Fukuoka (Giappone) hanno posto l’accento sulla fase a ribasso della compagine tricolore italiana. Dopo tante rassegne internazionali nelle quali gli azzurri sono stati in grado di migliorare i riscontri in termini di piazzamenti e di medaglie, nella piscina nipponica i sei metalli (1-4-1) e un numero di atti conclusivi inferiore rispetto all’edizione di Budapest (16 contro 24) hanno posto l’accento sulla necessità di ridare una scossa.
Un segnale è arrivato a precedere la rassegna iridata giapponese, ovvero agli Eurojunior di Belgrado (Serbia) dove gli azzurrini hanno terminato in testa al medagliere con nove ori, otto argenti e quattro bronzi. Un riscontro significativo, a dimostrazione che nel Bel Paese si continua a lavorare per arricchire la compagine nostrana.
Certo, visti i tempi, sarà difficile che questi atleti così giovani possano essere pronti per gareggiare a Parigi 2024, più probabile a Los Angeles 2028, ma il materiale è di primo ordine. Il riferimento è Sara Curtis, oro e argento nei 50 e 100 stile libero, con grandi potenzialità tecniche e fisiche. Al maschile la coppia della velocità Lorenzo Ballarati/Davide Passafaro può dire la sua, considerando la doppietta nell’unica vasca (oro e bronzo) in Serbia e l’argento di Passafaro (49.63) nella gara regina.
Meritevole di menzione Alessandro Ragaini, eccellente nei 200 e 400 stile libero, con argenti su tempi molto interessanti in relazione all’età e a un fisico tutto da costruire: 1.47.76 e 3:48.42 nelle due Finali delle distanze citate. Nel dorso Christian Bacico, argento nei 100, è un altro da tenere d’occhio, al pari di Daniele Del Signore, classe 2007, che nei 50 e 200 dorso ha ottenuto i record italiani “Ragazzi” di 25.40 e di 1:59.43.
Interessanti Emanuele Potenza e Domenico De Gregorio, oro e bronzo nei 400 misti, senza sottovalutare gli ori in tutte le staffette maschili e le tre medaglie (2 ori e 1 argento) al femminile. In sostanza, il futuro sembra proprio in buone mani.
Foto: LiveMedia/Fabio Patamia