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Nuoto, Mondiali 2023: le speranze di medaglia dell’Italia. Difficile ripetere il 2022, ma non mancano le punte
Il 2022 di platino del nuoto italiano è finito e qualche strascico lo ha portato con sé, inevitabilmente. Quando hai la possibilità di disputare una grande manifestazione come l’Europeo davanti al pubblico di casa spendi tante energie per preparare l’evento e ripartire più forti di prima non è semplice e forse è anche pericoloso, soprattutto se l’anno ancora successivo c’è l’appuntamento clou del triennio, i Giochi Olimpici.
I nuotatori azzurri, per quanto cresciuti e forti, non si sono ancora trasformati in robot e in qualche modo devono mettere benzina nel serbatoio e usare una stagione dove l’unico appuntamento è il Mondiale non è una cattiva idea. Difficile, dunque, rivedere la messe di medaglie che ha caratterizzato gli ultimi eventi natatori per l’Italia nell’appuntamento iridato di Fukuoka ma il ridimensionamento potrebbe non essere sostanzioso perché il livello medio degli azzurri resta sempre alto e le possibilità di portare a casa un bottino importante di podi c’è.
L’uomo su cui si concentrano le speranze azzurre per salire sul gradino più alto del podio iridato è Thomas Ceccon. L’impressione che la condizione sia ottimale e che se la possa giocare alla pari con tutti nei 100 dorso ma non solo (anche nei 50 dorso e nei 50 farfalla) c’è, ma i rivali sono di livello straordinario e lui stesso ha detto che non vorrebbe arrivare a Parigi da Campione del Mondo perché avrebbe troppe pressioni. Vedremo se deciderà di non ascoltare se stesso: può conquistare più di una medaglia.
Nella rana maschile non mancano gli uomini da medaglia. Nicolò Martinenghi difende il titolo nei 100: finora non si è vista la sua migliore versione quest’anno ma lui sa sorprendere e farsi trovare pronto al momento giusto. Per il podio nei 50 e nei 100 ci sarà anche lui e ci potrebbero essere in corsa anche i due “imolesi” Federico Poggio, la cui crescita nei 100 è stata inarrestabile nelle ultime due stagioni, e Simone Cerasuolo, specialista, per ora, dei 50 dove parte dalla base del quinto posto di Budapest con un anno in più di esperienza e una medaglia d’argento europea al collo.
Restando in campo maschile Gregorio Paltrinieri quando scende in vasca lo fa sempre per vincere: la concorrenza da sbaragliare è come al solito numerosa e qualificata e quest’anno si è aggiunto anche l’irlandese Wiffen a fare mucchio tra i pretendenti al trono. Paltrinieri arriva un po’ al buio a questo appuntamento. Ha lavorato tanto sulle acque libere ma passando anche dalla piscina. Da lui ci si può aspettare di tutto ma il suo obiettivo di questi mondiali è il podio nella 10 km e il conseguente pass olimpico nominale.
In campo femminile Benedetta Pilato ha scelto il 2023 come anno se non sabbatico ma comunque di relativo relax a livello natatorio per sistemare i problemi fisici che l’hanno un po’ tormentata nelle ultime due stagioni e per sostenere l’esame di maturità. E’ qualificata per i 50 rana, potrebbe anche difendere il titolo ottenuto lo scorso anno nei 100. L’obiettivo nella gara più breve è il podio, in quella più lunga cercare di ben figurare. La benzina non è quella degli anni scorsi e la condizione potrebbe presentare il conto in vasca.
Chi arriva con un buon viatico è sicuramente Simona Quadarella. Mai vista così bene a primavera e a giugno, la mezzofondista romana può essere protagonista nei 1500 e potrebbe inserirsi anche nella lotta per le posizioni che contano degli 800 stile libero che vedono al via tante, tantissime protagoniste. Salire sul podio per il quarto mondiale consecutivo sarebbe un altro modo per entrare nella leggenda di questo sport.
L’Italia ha possibilità di puntare al podio in almeno due staffette, la 4×100 stile libero e la 4×100 mista maschile, dove è campione uscente. Nello stile libero la condizione degli alfieri azzurri della velocità non è stata ottimale per tutta la stagione: Miressi non ha ancora trovato il passo giusto, Zazzeri arriva da un infortunio. Le risorse, però, non mancano: c’è Frigo che sa esaltarsi in staffetta, Ceccon che non mancherà di dare il suo apporto e Deplano che sembra aver fatto il salto di qualità in consapevolezza delle sue potenzialità. Sulla mista, invece, va risolto il rebus farfalla (anche se Burdisso è apparso in crescita di condizione) e poi si può tentare di rifare il colpaccio e se gli altri saranno più forti, cercare di tornare sul podio.
E poi ci sono gli outsider, che hanno bisogno della giornata di grazia per poter dire la loro in chiave podio mondiale: Alberto Razzetti che prende il via in due gare dei misti dove l’oro sembra già assegnato alla vigilia al francese Marchand e magari potrà provare a dire la sua in un 200 farfalla dove ritroverà il francese ma non il dominatore delle ultime stagioni, Milak. Sara Franceschi è in crescita costante: per puntare alla medaglia deve migliorarsi sensibilmente ma già un posto in finale nei 200 e nei 400 misti sarebbe un successo. Lisa Angiolini ha fatto il salto di qualità: la rana oggi è territorio di caccia per tante campionesse ma nella giornata di grazia tutto può succedere. Infine c’è Margherita Panziera che ci riproverà nei 200 dorso. Non è stata una stagione facile per lei ma zitta zitta, si è presentata comunque in buona condizione agli Assoluti e potrebbe stupire a Fukuoka sui suoi amati 200 dorso.
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