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Olimpiadi Milano-Cortina 2026, Massimiliano Ambesi: “La politica ha fatto danni e il Coni avrebbe dovuto vigilare. Lo sport italiano rischia una sconfitta epocale”

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Nella serata di lunedì 24 luglio, Massimiliano Ambesi, storica voce di Eurosport e analista a tutto tondo delle discipline sportive, è intervenuto alla trasmissione “Zapping” su Radio 1, intervistato dal conduttore Giancarlo Loquenzi. Si è parlato della situazione degli impianti dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026, in forte ritardo rispetto alla tabella di marcia e delle possibili soluzioni per evitare quella che, per dirla con le parole di Ambesi, “sarebbe una sconfitta epocale per lo sport italiano”.

Sul sito ufficiale capeggia un countdown. Mancano 928 giorni all’inizio all’appuntamento. Ci dobbiamo preoccupare, oppure è tutto in carreggiata?
“Ci dobbiamo preoccupare, perché i ritardi sono importanti. Di conseguenza, bisogna accelerare, ma la vedo dura, perché in alcuni casi non è neppure stato approvato un progetto definitivo su alcuni impianti fondamentali”.

Come mai si è arrivati a questo punto? Si ha l’impressione che queste Olimpiadi non abbiano né madre, né padre. Chi le ha veramente volute?
“Olimpiadi senza né madre né padre è la definizione migliore in assoluto. Le hanno volute tutti e nessuno. La fase di preparazione della candidatura è stata oltremodo problematica e si è arrivati a una formulazione molto complessa, che ha messo assieme troppe località con una logistica difficile. La politica ha fatto danni, perché non si è ragionato per presentare la candidatura migliore. Si è ragionato per presentare una candidatura che accontentasse tutte le regioni coinvolte. Però, alla fine sono stati commessi errori molteplici e ci sono state tante liti fra figure politiche in contrapposizione. Servirebbero ore e ore per spiegare nel dettaglio la situazione”.

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Quali sono i ritardi più evidenti? Dov’è si rischia davvero di non riuscire a completare le opere?
“Al momento, a Milano nessun impianto è stato completato. Parliamo di Milano città. I lavori del villaggio olimpico sono appena iniziati. Non si sa dove verrà ubicato uno dei palazzi del ghiaccio. Adesso si parla di Rho Fiera. In più, l’impianto di maggiori dimensioni, il PalaItalia che dovrebbe sorgere in località Santa Giulia, è ben lontano dall’essere completato. Sono state poste, forse, solo le fondamenta e non sono state ancora completate le opere di bonifica delle aree limitrofe. Inoltre a Cortina c’è questa Spada di Damocle dell’impianto per le gare di bob, skeleton e slittino. Il costo è diventato esorbitante e si è ancora indietro con i lavori, ma non quelli di costruzione, bensì quelli di dismissione del vecchio impianto che c’è in quell’area!”

“Un altro problema è rappresentato dal fatto che tanti impianti di Milano sono pensati solo in funzione delle Olimpiadi 2026 in sé. Dopodiché verranno dismessi e non porteranno nulla in dote al movimento sportivo italiano. Con una progettualità differente si sarebbe potuto organizzare un evento sostenibile e in grado di lasciare qualcosa allo sport italiano, soprattutto a livello di impiantistica, ambito dove noi soffriamo. Specie negli sport del ghiaccio”.

“Vista la situazione di Milano, si sarebbe potuto andare a Torino. Torino ha gli impianti a disposizione, ben funzionanti e con una logistica rodata. Però non si è voluto percorrere questa strada perché, in sede di presentazione della candidatura, l’allora sindaco Chiara Appendino si era sfilata per vari motivi. Da allora le istituzioni della Lombardia, in particolare la presidenza della Regione e il Sindaco di Milano, sono assolutamente contrari all’utilizzo degli impianti di Torino, che invece faciliterebbero la vita e per gli sport del ghiaccio garantirebbero una vera logistica”.

È vero che si sta pensando di chiedere aiuto all’Austria o alla Svizzera?
“Sì, per quanto riguarda lo Sliding center. Nel momento in cui ci si renderà conto che a Cortina non si riuscirà a terminare l’impianto, bisognerà trovare una soluzione dell’ultima ora. A quel punto le ipotesi sarebbero Innsbruck o St.Moritz. Quindi, da un lato comprensorio altoatesino e dall’altro valtellinese. Sarebbe comunque una sconfitta epocale per lo sport italiano”.

“Il Coni avrebbe dovuto vigilare sulle operazioni, essere il regista, scegliere le persone giuste e collocarle nei posti migliori. Evidentemente questo non è accaduto, perché se ci troviamo in questa situazione, qualcuno ha delle responsabilità. Però adesso non è più neanche il tempo di cercare colpevoli. Bisogna adoperarsi per completare al più presto i lavori. Non sarà semplice. Persino in Alto Adige, dove di norma non ci sono grandi problemi, si è fermato tutto. Anterselva, sede delle gare di biathlon, ha programmato una serie di lavori migliorativi. Chi ha perso l’appalto ha fatto ricorso, è stato bloccato tutto e se ne riparlerà forse il prossimo anno. L’impianto di Anterselva è pronto ugualmente, ma questo vi fa capire quali siano le difficoltà in Italia quando si devono realizzare opere importanti”

Qual è la posizione del governo? Si sta interessando alla vicenda, oppure si sta sfilando?
“Il ministro dello sport è molto attento alla situazione. Io credo che non sia stato bene informato dall’inizio su quale fosse il reale stato delle cose. Adesso bisogna intervenire in maniera decisa per mettere una pezza. Credo che la soluzione possa essere un commissario. Però un commissario con cognizione di causa in materia, perché sinora ho visto collocare in posizioni chiave tante figure prive di cognizione di causa su cosa possa essere un’Olimpiade Invernale e questo ha generato la situazione in cui ci si ritrova”.

Clicca qui per ascoltare l’intervento completo di Massimiliano Ambesi su Zapping.

Foto: La Presse

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