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Pagelle Mondiali nuoto 2023: Quadarella fa il massimo, Ceccon spreca un’occasione. Non brillano Razzetti e Cerasuolo

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Simona Quadarella

PAGELLE MONDIALI NUOTO 2023 OGGI

Martedì 25 luglio

La terza giornata di gare in piscina dei Mondiali di Fukuoka lascia un pizzico (forse più di un pizzico) di amaro in bocca ai tifosi azzurri. Sono arrivate altre due medaglie per la spedizione azzurra a Fukuoka, ma l’argento di Quadarella è il massimo che la romana potesse fare, prima delle “umane” alle spalle della marziana Ledecky. Nei 100 dorso il “marziano” sembrava poter essere Thomas Ceccon e invece ha vinto l’umano Ryan Murphy, relegando il favorito azzurro al secondo posto. Non sono andate bene le cose per l’Italia anche nelle semifinali. Voto alto per Nicolò Martinenghi, entrato in finale nel 50 rana con autorità, secondo solo al fenomeno cinese Qin, non saranno in finale Simone Cerasuolo, fuori per un centesimo nei 50 rana e Alberto Razzetti, fuori per tre centesimi nei 200 farfalla. Fa rabbia ma sono due schiaffoni che devono servire a due giovani azzurri che hanno ancora tanto da dire.

SIMONA QUADARELLA 9: Stavolta niente gare del riscatto, niente lacrime, solo sorrisi e un’espressione raggiante perchè i 1500 sono la sua gara, quella che ama più di tutte anche se l’aveva tradita sia a Tokyo che a Budapest, quella che l’aveva lanciata nell’elite mondiale del mezzofondo sempre a Budapest nel 2017 e che le ha regalato il titolo iridato a Gwangju. E’ d’argento alle spalle di una extraterrestre, con il suo secondo crono di sempre, i momenti difficile sembrano alle spalle e la volata verso Parigi è lanciata. un argento scintillante!

THOMAS CECCON 6.5: Quanti rimpianti per un titolo iridato che era alla sua portata e che invece gli sfugge via un po’ in partenza, quando si trova subito a dover rincorrere, un po’ in arrivo dove non trova perfettamente l’allungo per il tocco, facendosi infilzare da Ryan Murphy. Era il più forte ma il “killer instinct” si può costruire anche attraverso qualche sconfitta, di quelle che fanno male. Forse un po’ di stanchezza, anche mentale dopo essere stato l’uomo del giorno ieri, forse la troppa consapevolezza di essere l’uomo da battere, forse un po’ di tensione: i cinque, famigerati, centesimi che lo dividono dall’oro sono anche qui.

GREGORIO PALTRINIERI 7: Freddo calcolatore? E’ probabile e si capisce da quando, finita la batteria degli 800, pronuncia la fatidica frase “Domani sarà un’altra gara”. Si fa trasportare verso la finale prima da Finke e poi da Wiffen, due dei rivali di domani, sarà in corsia laterale come piace a lui. La missione è compiuta e non era affatto scontato, citofonare Florian Wellbrock.

NICOLO’ MARTINENGHI 8: Secondo miglior tempo al mattino, secondo miglior tempo al pomeriggio. Se Qin non sbaglierà qualcosa, la lotta sarà per il secondo posto nei 50 rana e lui si è già messo avanti con i lavori facendo vedere di essere competitivo ad altissimo livello. La medaglia nei 100 gli ha restituito il sorriso e, con questa serenità nulla gli è precluso.

SIMONE CERASUOLO 5: Per un centesimo era rimasto fuori il compagno di allenamenti Poggio dalla finale dei 100 rana, per un centesimo resta fuori il giovane prodotto dell’Imolanuoto dalla finale dei 50 rana. Fa male, ma non è sfortuna. Se arrivi davanti ai 45 metri e ti fai infilare non da uno ma da due rivali, qualcosa non è andato per il verso giusto nelle operazioni di chiusura della gara. E’ lì che bisogna andare a cercare l’inghippo e migliorare. Alla sua età Martinenghi, a Budapest 2017, fece nono nei 100 e nono nei 50: che sia di buon auspicio per il futuro del giovane azzurro.

ALBERTO RAZZETTI 5.5: Anche lui è uno di quelli che piangono per i centesimi lasciati sul piatto. Tre centesimi lo escludono dalla seconda finale iridata ma quello visto a Fukuoka non è il miglior Razzetti. Un po’ affannato, poco lucido nella gestione della gara: da rivedere alcune scelte e qualche aspetto tecnico. La delusione ci sta tutta, può provare a rifarsi con i 200 misti.

FEDERICO BURDISSO 4: Irriconoscibile. Per lui quella che lo vede in testa ai primi 100 una volta era una partenza controllata. Ora non guadagna vantaggio nella prima parte e tende a calare nel finale. Risultato: fuori da tutto, ancora una volta, nei “suoi” 200 farfalla, per i quali era stato chiamato al posto di Giacomo Carini che aveva fatto segnare il tempo limite a Roma. Un pasticcio che può essere spiegato solo con una grande frazione di Burdisso nella staffetta mista.

LUCA DE TULLIO 7: Mai veramente in corsa per la finale degli 800, ingaggia un bel duello con Joly e alla fine, stimolato dal contesto, ritocca il record personale e può lasciare la vasca soddisfatto.

Foto Gian Mattia D’Alberto – LaPresse

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