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Quando torna Jannik Sinner? Definito il calendario verso gli US Open: ora una lunga pausa

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Jannik Sinner può ritenersi soddisfatto delle due settimana di Wimbledon. Il sorteggio lo aveva messo nelle condizioni di spingersi alle semifinali, se avesse confermato il suo livello di top-player, e così l’altoatesino ha fatto, cancellando l’amarezza del Roland Garros e di quella sconfitta al secondo turno contro il tedesco Daniel Altmaier.

Un’avventura anche formativa per Jannik perché nei fatti si è trovato a vivere la prima semifinale in uno Slam della carriera, al cospetto di un “mostro sacro” come Novak Djokovic. La vittoria del serbo è stata per tre set a zero e ci si è resi conto di quale sia ancora la distanza tra un giocatore di altissimo livello e l’altoatesino. Un aspetto importante nel percorso di crescita dell’italiano, desideroso di salire sempre più di rendimento e di provare a contrastare nei prossimi anni un fuoriclasse assoluto come Carlos Alcaraz, lui sì capace di battere il serbo nella Finale dei Championships.

Grazie Wimbledon per due settimane speciali. Un momento indimenticabile aver vissuto la mia prima semifinale a livello Major, ma come sempre non vedo l’ora di tornare in campo e continuare a lavorare per fare ancora meglio. Congratulazioni ai due ragazzi (Djokovic e Alcaraz ndr) per l’incredibile finale di domenica. Ora è venuto il momento di riposare, poi si volerà negli Stati Uniti”, il messaggio sui social di Sinner.

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Ritroveremo quindi Jannik dal 7 al 13 agosto nel Masters1000 di Toronto, a seguire Cincinnati (13-20 agosto) e poi gli US Open (28 agosto-10 settembre). Il programma quindi prevede un break di alcune settimane per prepararsi al meglio fisicamente in vista della trasferta americana. Il nostro portacolori ha spesso chiarito come questi momenti di lontananza dalle partite del circuito siano ideali non solo per recuperare, ma anche per allenarsi. Un aspetto focale soprattutto per lui che è indietro, come strutturazione del proprio fisico, rispetto ad Alcaraz, ma anche ad altri come il danese Holger Rune.

Foto: LaPresse

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