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Tennis, cosa può vincere l’Italia? Coppa Davis obiettivo realistico, per gli Slam manca ancora qualcosa

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Si sogna ancora con Jannik Sinner a Wimbledon. Quest’oggi il ragazzo altoatesino sfiderà il russo Roman Safiullin per accedere alla prima semifinale Slam della sua carriera, un risultato prestigiosissimo per lui che, fino a poco più di un anno fa, non aveva ancora vinto una partita sull’erba. Il numero 8 al mondo è al momento il leader di un movimento che non ha mai brillato così tanto negli ultimi cinquant’anni.

Manca però un ultimo, deciso passo. Quello che divide i grandi giocatori dai fenomeni, un successo di prestigio. Che l’Italia tennistica maschile ha ottenuto soltanto tre volte, tutte al Roland Garros con Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, quest’ultima nel quasi preistorico 1976. Non parliamo dunque di un movimento avvezzo a grandi successi. Ma il potenziale c’è tutto.

Forse però, per uno dei quattro Major, manca ancora qualcosina. Sinner è al momento la carta migliore per questo obiettivo, ma ha il piccolo problema che al momento, sulle sue superfici preferite, è ‘solo’ uno dei migliori e non uno dei migliori in assoluto. Matteo Berrettini al 100% è il terzo, se non secondo, miglior giocatore al mondo sull’erba alle spalle di un imbattibile Djokovic, mentre Lorenzo Musetti, in costante crescita, ha ancora qualche aspetto più caratteriale che tecnico da limare. Ma non tutti i ventenni hanno la maturità di un quarantenne, gli si dia il tempo giusto.

Forse è quello che manca al tennis italiano per poter alzare un trofeo dello Slam, il tempo. Che Sinner riesca a metabolizzare perfettamente il giocatore che vuole diventare con le variazioni che sta inserendo, che Berrettini ritorni ‘The Hammer’, che Musetti sbocci definitivamente. Ma intanto, già con questa conformazione, non è detto che non si possa raggiungere una Coppa Davis.

Una competizione internazionale dove avere più di un giocatore di livello conta tantissimo e che può dare dividendi. Non è un caso che ormai da due anni l’Italia sia costantemente tra le favorite, ad una coppia di doppio di distanza da poter essere probabilmente la favorita. Poiché al giorno d’oggi nessuna delle altre selezioni può contare una così nutrita composizione di singolaristi. Magari per uno Slam bisognerà attendere ancora un pochino, forse nemmeno troppo. Ma forse novembre potrebbe essere il momento giusto per interrompere quel digiuno che dura ancora da quel maledetto 1976. E prendendo per buono il mantra ‘vincere aiuta a vincere’ allora…

Foto: LaPresse

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