Tennis
Tennis, Michele Mecarelli: “Ho vinto l’Avvenire, ma a 16 anni tengo i piedi per terra”
Una parola ispiratrice. Il Torneo Avvenire ha iniziato la sua storia nel lontano 1965 grazie a un’iniziativa di alcuni soci del Tennis Club Ambrosiano, che avevano un desiderio: promuovere una competizione giovanile che potesse favorire la fioritura di futuri talenti tennistici. Non è un caso che alcuni dei migliori giocatori di sempre abbiano calcato i campi del Club Ambrosiano. I nomi sono quelli di Martina Hingis, Roger Federer, Novak Djokovic e di Maria Sharapova, per fare delle menzioni.
Una manifestazione, assente dal 2019 a causa del Covid, che è tornata a vita e a sbrilluccicare è stato un talento di casa nostra. La 56ª edizione è stata vinta, in ambito maschile, da Michele Mecarelli, classe 2007, jesino e tesserato con il Tennis Club Ancona.
Una vittoria un po’ a sorpresa quella di Michele, contro il n.1 del tabellone, l’ungherese Kolos Kincses. Sembrava tutto perso, quando Mecarelli si è trovato sotto 6-4 5-2. Il marchigiano, però, ha avuto la forza di reagire, annullando tre match-point (7-5) e prolungando il tutto al terzo parziale. Complici anche i crampi accusati dal suo avversario, il ragazzino nostrano si è andato a prendere la vittoria con autorevolezza, concludendo la frazione sul 6-1.
Un risultato prestigioso, ma siamo solo all’inizio del percorso. Di questo e di altro Michele ha parlato ai microfoni di OA Sport.
Michele, hai vinto il ‘’Torneo Avvenire U16’’ a Milano, ci puoi svelare le tue sensazioni?
“Il torneo Avvenire è stata sicuramente l’esperienza più bella ed emozionante della mia vita. In molte situazioni mi sono ritrovato sotto nel punteggio e sono sempre stato bravo a reagire e a tirare su partite che sembravano perse, forse proprio per questo motivo, il fatto che sono riuscito a giocare partite lunghe vinte anche difficilmente al terzo set, mi hanno reso felice e mi hanno permesso di togliermi belle soddisfazioni“.
Ti aspettavi di vincere in un evento così prestigioso?
“Venivo da un periodo abbastanza difficile, non riuscivo a sbloccarmi in partita ed ero anche stressato per la fine della scuola. Il venerdì prima di partire per Milano non volevo neanche andare quindi sicuramente non mi sarei aspettato un risultato del genere“.
In Finale hai affrontato l’ungherese Kolos Kincses, numero 1 del seeding. Ti sei trovato sotto 6-4 5-2, hai annullato tre match point e sei riuscito a conquistare il titolo. Cosa è scattato nella tua mente in quell’istante?
“La Finale è stata una partita molto difficile, Kolos è un gran giocatore con un bel servizio e un bel dritto. Sul 6-4 5-2 40-0 sotto, lui ha commesso 2 gratuiti e sono riuscito a riprendere il game e ad andare 5-3. In quel momento, dentro di me è scattata la voglia di recuperare la partita e mi sono messo lì con grinta e lotta. Lui è un po’ calato, forse è rimasto anche un po’ scioccato dai tre match-point persi e sono riuscito ad approfittarne e a vincere il secondo set. Poi nel terzo parziale a lui purtroppo sono venuti i crampi e non si muoveva più benissimo, io però ho giocato un bellissimo tennis che mi ha permesso di chiudere 6-1“.
Quanto è importante questa vittoria per la tua ancora giovanissima carriera?
“Sicuramente è un titolo che mi ha dato tanta fiducia per il futuro, però ho ancora 16 anni e la strada è lunga. Ci sarà ancora tanto da lavorare e da migliorare“.
In passato alcuni giocatori che da giovani hanno ottenuto ottimi risultati purtroppo non hanno poi confermato il loro valore, temi ti possa accadere?
“La cosa importante è tenere i piedi per terra e non montarsi la testa dopo questa vittoria. Continuare a lavorare e a crescere sotto tutti i punti di vista, dopodiché solo il tempo ci dirà cosa succederà“.
Qual è la tua superficie preferita dove esprimi meglio il tuo tennis?
“Sul cemento gioco bene, però penso che la mia superficie preferita sia la terra“.
Il tennis si è evoluto molto negli ultimi anni, diventando un gioco prettamente fisico, pensi che nel tennis moderno l’altezza possa essere un fattore determinante?
“Sicuramente l’altezza ha il suo peso, però se un giocatore non altissimo vuole diventare giocatore di tennis credo abbia le stesse possibilità del giocatore più alto“.
Come hai programmato il resto della stagione?
“Durante l’estate giocherò tornei anche a livello ITF e continuerò ad allenarmi per crescere e migliorare“.
Di Edoardo Diamantini
Foto: Roberta Corradin