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Tennis, Novak Djokovic: “So che posso alzare il mio livello di gioco. La pressione si fa sentire”

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Novak Djokovic

Novak Djokovic è il grande favorito dell’edizione 2023 di Wimbledon, e lui è il primo a saperlo. Il fuoriclasse serbo, vincitore delle ultime 4 edizione disputate (2018,2019,2021 e 2022) e 7 nel complesso, sa che tutta la pressione è sulle sue spalle nel suo cammino verso l’ottavo titolo, per raggiungere il record di Roger Federer.

Per il momento il nativo di Belgrado ha mosso i suoi primi passi contro l’abbordabile argentino Pedro Cachín classe 1995, liquidandolo in tre set con il punteggio di 63 63 76 in poco più di 2 ore di gioco. Una partita che non è mai iniziata sul manto erboso di Church Road, ma che ha vissuto momenti complicati per colpa della pioggia, con il tetto del Centre Court prima chiuso, poi riaperto. “Ottimo finire la partita in giornata, innanzitutto. Un po’ di circostanze strane con il tetto chiuso e la partita che è iniziata nuovamente dopo quasi un’ora e mezza. Ma è una sensazione che nessun altro torneo al mondo ti dà quando entri sul campo centrale di Wimbledon da campione in carica, sull’erba fresca. È fantastico essere tornato in un torneo da sogno e riuscire ad archiviare la prima partita. È stata una prestazione solida”.

La testa di serie numero 2 dei Championships, passa poi ad analizzare il suo livello di gioco. Come sempre il serbo parte piano nei Major per poi uscire alla distanza, come i grandi campioni sanno fare. “So che posso sempre giocare meglio, ma allo stesso tempo, dopo una lunga stagione sulla terra battuta, arrivando a Wimbledon senza alcun torneo di preparazione, era prevedibile che non avrei espresso il 100% del livello del mio tennis. Mi sono già trovato in queste situazioni, quindi spero che con il progredire del torneo aumenterò anche il mio livello”.

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29 vittorie di fila a Wimbledon, quinto titolo consecutivo all’orizzonte, ottavo complessivo all’All England Club e il 24° titolo dello Slam in carriera. La pressione è tutta sulle spalle del classe 1987. “I nervi ci sono sempre, ovviamente, perché stai giocando davanti allo stadio gremito in uno dei campi da tennis più importanti del mondo. Nonostante abbia avuto tanta esperienza, tante partite su quel campo, sento ancora la pressione. È normale. È solo questione di come ti adatti e concentri la tua attenzione sull’essere produttivo con te stesso”.

Foto: LaPresse

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