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Tennis, Puppo: “Sinner impara come Lendl, Cahill è importante. Musetti potenzialmente non inferiore a Rune”

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Jannik Sinner

Nuova puntata di TennisMania, con Dario Puppo che, sul canale YouTube di OA Sport, analizza ampiamente alcune questioni del momento attuale di un tennis che sta passando da un luglio rosso a un agosto importante sul veloce. I temi sono tanti, forse pure troppi, ma i fatti di questi giorni non mentono: c’è tanto da raccontare.

Si parla chiaramente del tennis del momento: “Musetti di nuovo si è fermato in semifinale. Niente di grave, ci può stare, ha perso contro Ruud a Bastad e non c’è problema. In generale, però, da quando c’è stato il derby con Berrettini a Napoli, non vediamo un altro italiano in una finale ATP che non si chiami Sinner. Questo è un dato statistico che si presta poi a interpretazioni, ma se si vanno a vedere gli anni precedenti questo non succedeva, era inusuale. Ci stiamo “disabituando” alle domeniche del tennis, mancano un po’. Sinner ha vinto in Francia, ha fatto altre due finali. Vero, Berrettini ha giocato poco, Musetti ha fatto fatica dopo Melbourne anche sul rosso. Però è un dato anche abbastanza significativo“.

Un particolare pensiero anche per le leve più nuove: “Cilic è appena rientrato e Cobolli ha approfittato, De Jong è stato battuto da Arnaldi. Questi due giocatori possono salire di quota, mi sembrano ben preparati fisicamente. Musetti e Arnaldi stanno giocando di più in questa fase. Giustamente, se lo possono aspettare di non andare avanti di 3-4 turni potendo giocare più tornei. Queste settimane possono essere importanti per Musetti, spero non solo per difendere i punti. Deve mettersi nella posizione di provare a difendere un titolo, il che gli permette di fare uno step in più. Arnaldi vale la top 30 ma nei tornei sul rosso. Sul veloce ha meno esperienza. Ha delle caratteristiche da rosso che si sposano bene anche sul cemento, nei 50 ci sta ampiamente. A me piace molto come ragazzo, ha un bell’atteggiamento. Ha grinta, ma non fa troppi versi. Anche Sonego è competitivo in campo, ma è passionale. Arnaldi ha quell’equilibrio che mi piace molto“.

Ancora sul numero 2 azzurro: “Credo che Musetti possa fare il salto di qualità: questo torneo può fargli rivivere sensazioni positive. Lorenzo nei 10? Facciamo le cose con calma: intanto deve salire di livello sulle varie superfici. Con calma. Sarà sempre legato alla terra ed è giusto che ci giochi“.

Lunghissimo poi il discorso su Shuai Zhang: “Durante il Roland Garros è venuto fuori che questa ragazza non può tornare in Cina da due anni. Avrebbe delle questioni con la sua Federazione. Lei ha spiegato in questi giorni, dopo quanto successo, che comincia a sentire la mancanza del cibo cinese fatto in Cina. E poi le sono mancati i nonni. Lei non ha nemmeno potuto rientrare a casa per il funerale. Questa ragazza è in una condizione particolare. Ha ottenuto risultati interessanti in doppio. Ed è a fine carriera, nemmeno lei sa cosa fare. Nessuno l’ha raccontato. Mi sembra che questo cambi qualcosa, soprattutto per chi si permette di dire ‘come si permette di avere un attacco di panico?’. Sentivo anche Simona Quadarella nel nuoto sull’importanza dell’aspetto mentale, è una situazione che non va sottovalutata. Qualcun altro si è lamentato dicendo che quando Toth ha cancellato il segno era già ripreso il gioco. Ma che vuol dire? Ma l’aspetto umano come si fa a non coglierlo? I profili di quelli che fanno i commenti più idioti poi sono molto simili. Fotomodelli mancati, frustrati, che sparano le peggiori cazzate possibili, senza logica né rispetto dell’aspetto umano“.

Si apre poi un tema molto particolare: “La cosa più interessante del libro di Christopher Clarey su Federer è quando viene nominato Darren Cahill sia come capitano di Coppa Davis per l’Australia che come coach di Agassi. E da Cahill mi viene in mente il discorso Sinner. Per com’è fatto Darren, credo che si facciano gran chiacchierate. In certe cose ci vedo delle connessioni. Lui e Peter Carter. Erano così amici che venne invitato in Australia per una Coppa Davis che poi Carter fece da testimone a Cahill quando si è sposato. Federer da giovane era non dico come Kyrgios, ma facevi fatica a contenerlo: lanciava racchette, era stravagante. L’hanno portato nelle docce facendogli capire che o si adeguava a un certo modo di comportarsi o non sarebbe stato più aiutato. Quello che gli ha fatto scattare il clic è stato quando era a Toronto e ha saputo dell’incidente mortale di Carter“.

E c’è anche un legame con qualcuno che gli è spesso paragonato: “Musetti dovrebbe migliorare alcune cose. Gli è stato dedicato anche un articolo circa quello che gli ‘scappa’ dalla bocca. Musetti è arrivato in zona 15, ma ha 21 anni. Ha margini d’intensità nel saper usare i colpi a disposizione“.

Chiusura ancora sul filo che porta al numero 1 d’Italia: “Musetti e Sinner mi piacciono entrambi pur se così diversi. Musetti ha quelle armi, quello stile di cui potrebbe approfittare per il bagaglio tecnico che ha. Entro un anno entrambi in top 10, top 5? Pensiamo che Djokovic sarà sempre lì, Alcaraz anche. Rune? Sta pagando una stagione troppo intensa, deve imparare a gestirsi meglio. Potenzialmente sia Musetti che Sinner sono, se non meglio, alla pari di Rune. Ci sono tanti come Medvedev, Tsitsipas, Rublev, è difficile entrare nei 5. Musetti deve fare un gran risultato per farlo. Penso che Sinner sia un po’ alla Lendl, è uno che sta studiando e nel modo giusto. Se ci saranno aggiustamenti nello staff non lo so, ma le tante volte in cui è citato Cahill nel libro di Clarey su Federer mi hanno colpito. Non dimenticate che Cahill è anche un telecronista, e questa può essere un’arma importante per Sinner per aggiungere pezzi di conoscenza dello sport“.

VIDEO: LA PUNTATA INTERA DI TENNISMANIA

Foto: LaPresse

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