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Tour de France 2023, domani il mitico Tourmalet! Pogacar non può più sbagliare, Ciccone tasta le ambizioni

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E ora si fa sul serio. Il Tour de France è già sui Pirenei e ha già regalato emozioni quest’oggi, con Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) che si è preso tappa e maglia gialla a Laruns e Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) che ha vinto il primo braccio di ferro con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). E se al primo assaggio di montagne abbiamo vissuto queste emozioni, figuriamoci domani con il primo arrivo in alta quota.

Si chiude la sesta tappa a Cauterets-Cambasque, 16 chilometri al 5,4%, ma quest’ascesa sarà solo la chiusura di una giornata che prevede, tra gli altri, il prima categoria del Col d’Aspin (12 chilometri al 6,5%) e soprattutto il mitico Tourmalet, oltre 17 chilometri dove si sfonderà il muro dei 2000 metri di altitudine, una delle poche eccezioni di questa Grande Boucle.

Diventa già uno snodo cruciale per le ambizioni di vittoria di Tadej Pogacar, che quest’oggi ha preso una bella bastonata sui denti dopo lo scatto motoristico di Vingegaard. I primi giorni, in cui aveva fatto il diavolo a quattro sulle prime montagne, hanno ingannato gli spettatori e forse anche lui stesso, che pensava di essere già al 100% dopo la frattura dello scafoide di fine aprile. Invece è tornato sulla terra, si è ricordato di essere umano e non onnipotente. Ora le strade sono due. Con 53” di ritardo, vorrà provare ad attaccare già domani in una tappa così dura oppure giocherà di rimessa, attendendo il momento propizio e che la sua forma migliori, seppur l’ultima settimana offre meno chance delle prime due? Una situazione scomodissima. 

E quest’oggi ci ha ricordato delle qualità in salita di Giulio Ciccone (Lidl-Trek). L’abruzzese va forte da inizio anno, si è mangiato le mani quando ha dovuto alzare bandiera bianca al Giro e ha promesso scintille a questo Tour, puntando la nobilissima maglia a pois e una vittoria di tappa. Ma con la fuga di oggi, nonostante la rabbia per il secondo posto finale e l’essere sempre anticipato da qualcuno in vetta ai GPM, si ritrova improvvisamente al terzo posto in classifica generale a poco più di un minuto dalla maglia gialla.

Non è lui a partire con i galloni di capitano, quello è Mattias Skjelmose Jensen che, dopo il successo al Giro di Svizzera, oggi ha faticato un pochino, arrivando comunque nel gruppo Pogacar. Però Giulio è uno che in salita ci sa davvero fare. Anche qui due strade, meno dolorose rispetto a Pogacar. Provare a curare comunque la classifica, offrendo così alla sua squadra due capitani per provare a strappare un piazzamento di prestigio, oppure rimanere fedele agli schemi iniziali, decidendo di non forzare l’andatura in un paio di tappe uscendo così di classifica e mettendosi il coltello tra i denti per vestirsi a pois a Parigi? Scelta non facile, ma da compiere in fretta.

Foto: LaPresse

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