Ciclismo
Tour de France, corpo a corpo tra Pogacar e Vingegaard, ma lo sloveno sembra aver imparato dal passato
Due giorni di Tour de France, due tappe spettacolari e due testa a testa tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. Difficile chiedere di più alla partenza di un Grande Giro. Nonostante le vittorie di tappa siano andate ad Adam Yates e Victor Lafay, con il primo che veste attualmente la Maglia Gialla, i due grandi favoriti per la vittoria finale hanno già mostrato di avere qualcosa in più rispetto alla concorrenza, almeno per ora.
Tanto la tappa di ieri quanto quella di oggi, presentavano una salita breve ed esplosiva nel finale, prima l’Alto de Pike, poi la salita di Jaizkibel. Entrambe le occasioni, nonostante il Tour sia ancora lunghissimo e di salite dure ne manchino ancora tantissime, hanno offerto un duello tra i due scalatori più forti al mondo.
In entrambi i casi è stato Pogacar a lanciare il primo attacco, con Vingegaard abilissimo a rimanere alla sua ruota. Nella prima frazione un eccezionale Victor Lafay era sorprendentemente riuscito a rimanere con loro, nella seconda invece i due si erano trovati sostanzialmente da soli in testa alla corsa.
Lo sloveno, attaccante purissimo e dotato di uno sprint importantissimo, avrebbe voluto provare ad insistere nella sua azione in entrambi i casi, ma il danese, sentendosi battuto probabilmente in una volata, ha rifiutato di collaborare tanto ieri quanto oggi. Una scelta corretta senza dubbio, che non ha però impedito a Pogacar di archiviare due terzi posti e di prendere di conseguenza 8” di abbuono totali.
L’impressione è dunque che Pogacar abbia in qualche modo imparato un’importante lezione dall’edizione dello scorso anno: lo sloveno in passato avrebbe infatti probabilmente insistito nell’azione a due che, nel portargli una possibile vittoria di tappa, gli avrebbe però fatto utilizzare molte energie preziose. Sarà la crescita, sarà una forma ancora condizionata dall’infortunio al polso, ma la strategia attuata fin qui da Pogacar e dalla UAE è stata assolutamente da manuale.
Foto: LaPresse