Ciclismo

Tour de France, Garzelli: “Cronometro decisiva, Vingegaard e Pogacar alla pari. Il Mondiale lo vince…”

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La tappa iconica del Puy de Dome è stata vinta da Michael Woods, frazione che chiudeva il primo blocco del Tour de France 2023. Oggi è in programma il primo giorno di riposo e abbiamo raggiunto telefonicamente Stefano Garzelli, impegnato al Tour ai microfoni Rai, per stilare un primo bilancio di questa Grande Boucle che vede al momento in maglia gialla Jonas Vingegaard con un vantaggio di 17” sul suo diretto rivale Tadej Pogacar: “E’ un Tour bellissimo, ci stiamo divertendo sin dalla prima tappa con i grandi big che si stanno dando battaglia. Il percorso chiaramente aiuta, i due grandi favoriti sono Pogacar e Vingegaard ma il terzo gradino del podio è aperto a 5/6 corridori. I due protagonisti ci stanno regalando uno spettacolo di sport“.

Pogacar è avanti 2-1 negli scontri diretti con Vingegaard in salita: è lui il favorito per vincere il Tour de France?

“Sono alla pari, ieri Pogacar l’ha staccato ma Vingegaard ha tenuto. Mancano però ancora due settimane e solitamente questa situazione la trovavamo alla fine della seconda settimana”. 

Vingegaard barcolla ma non molla. Dici sempre che nei Grandi Giri bisogna limitare i danni nelle giornate difficili. Sembra che stia svolgendo il compito…

“Ieri è stato molto bravo Vingegaard, ha provato a reagire e poteva perdere molto di più. Pogacar nell’ultimo chilometro e mezzo è stato più forte ma Vingegaard è riuscito a limitare i danni. Potevamo pensare a dei distacchi più rilevanti ma si è salvato molto bene”. 

Woods ha vinto sul Puy de Dome, un luogo mitico dove si tornava dopo 35 anni. Il gruppo ha commesso un errore lasciando andare la fuga?

“Ne parlavamo l’altro giorno insieme ai miei colleghi, se fosse stata una tappa senza questo arrivo mitico era sicura la fuga, invece avevamo il dubbio che il romanticismo del ciclismo ci potesse regalare un duello tra i due big, ma nel ciclismo moderno contano i numeri. Si sperava in un duello per la vittoria ma la logica della corsa è andata come doveva andare. La fuga è andata e dentro non c’erano uomini pericolosi, la Jumbo-Visma poteva rischiare di spremere la squadra ma avrebbe bruciato troppe forze. Era una tappa lunga e dura e tenere sotto controllo una fuga di 14 corridori era molto difficile”.

La strategia della Jumbo-Visma: la squadra fa il forcing, poi Pogacar ha battuto Vingegaard… 

“Vingegaard e Pogacar si temono. La Jumbo avendo la maglia gialla, ha messo in atto la giusta strategia anche se ieri è mancato un po’ Sepp Kuss. Vingegaard ci crede, sa di stare bene e ci vuole provare fino in fondo. La squadra sta gestendo bene le energie, Pogacar ieri è stato leggermente più forte”. 

Giulio Ciccone si è visto a inizio Tour, adesso è uscito di classifica e proverà a puntare ad una tappa… 

“Ieri tanti corridori sono stati sorpresi perché la fuga è stata numerosa ed è andata via subito, e così è successo a Ciccone che avrebbe provato a centrare la fuga di giornata. Purtroppo è stata un’occasione sprecata perché era una tappa adatta alle sue caratteristiche ma ci sono ancora tante occasioni per Giulio nelle prossime due settimane. Sta bene, ha pagato il Tourmalet e quindi è uscito di classifica ma secondo me può riuscire a centrare un successo di tappa, non sarà semplice ma ha le giuste gambe. Ha tutte le carte in regola per poterlo fare”. 

Quale potrebbe essere la tappa chiave del Tour de France? 

“Sia Vingegaard che Pogacar vanno forte anche a cronometro, la tappa di venerdì (la Chatillon-Sur-Chalaronne-Grand Colombier) è molto corta (138 km, ndr) con una salita lunga di 17 km e poi la cronometro corta (22,4 km) ma durissima che si corre dopo il secondo giorno di riposo e questo potrà fare la differenza. Sarà una crono molto esplosiva che i due big non possono sbagliare. Questo Tour, secondo me, lo vincerà chi dei due riuscirà a salvare una giornata di crisi sulle Alpi o l’ultima settimana”. 

I Mondiali si stanno avvicinando, il calendario torna all’antico. Vincerà chi uscirà dal Tour de France?

“Sì, tolto Evenepoel che è un caso a parte, secondo me sì. L’ho vissuto sulla mia pelle: quello che ti dà il Tour è difficile trovarlo in allenamento, anche se esci dalla Grande Boucle che sei sfinito”.

Chi sono i tuoi favoriti in ottica Mondiale? 

“Mathieu Van der Poel, Wout Van Aart, Jasper Philipsen, Caleb Ewan, Biniam Girmay, Remco Evenepoel, Jasper Stuyven e anche Tadej Pogacar. Quindi uomini veloci che tengono bene in salita, uomini da Classiche. Il Belgio ha 4/5 corridori che possono vincere, forse anche troppi, mentre Van der Poel ha una Nazionale tutta per lui e qui al Tour sta preparando molto bene l’appuntamento iridato”. 

Foto: Lapresse

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