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Ciclismo

Tour de France, la reazione di Tadej Pogacar. Ma nelle corse a tappe non è più il n.1

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Una reazione voluta e cercata, quella di Tadej Pogacar. Lo sloveno della Jumbo-Visma si è ripreso dallo schiaffone preso nella frazione di Courchevel andando a vincere la ventesima tappa del Tour de France. Un successo per cui ha messo alla frusta la UAE Team Emirates sin dalla mattina e riuscendo a prendersi la seconda tappa della sua Grande Boucle. Ma resta ancora quel sapore amaro di quel secondo posto in classifica generale alle spalle di Jonas Vingegaard.

Un Tour preparato in maniera certosina dal danese della Jumbo-Visma, che non ha lasciato praticamente niente al caso. Se nella seconda settimana sembrava soffrire oltremodo gli scatti violenti e ripetuti di Pogacar, tra martedì e mercoledì ha dato la mazzata finale al suo avversario, prima con la cronometro di Combloux ai limiti dell’alieno e poi con la tappa di Courchevel, dove la maglia bianca è andata nettamente in crisi beccando quasi sei minuti. Se bisogna porre un quesito tra chi è il miglior interprete delle corse a tappe in questo momento, la risposta è Jonas Vingegaard.

Ma questo successo e i 7’29” di margine non devono cancellare quanto Tadej Pogacar sia fenomenale. Lo sloveno ha fatto dimenticare con le sue performance delle prime due settimane il fatto che a fine aprile si è fratturato lo scafoide alla Liegi-Bastogne-Liegi, ricorrendo ad una operazione chirurgica. L’uomo della UAE Team Emirates si è messo quasi immediatamente al lavoro per tornare al meglio, ma allenarsi sui rulli non è assolutamente la stessa cosa rispetto al correre delle gare vere e proprie, riuscendo a presentarsi alle corse soltanto il mese scorso, ai campionati nazionali sloveni. Se è riuscito a far credere a tutti per due settimane di poter addirittura essere il favorito per il Tour con due corse sulle spalle negli ultimi due mesi e senza una preparazione adeguata, allora è davvero un fenomeno.

Poi rimane il discorso della crisi del Col de la Loze, arrivata senza che nessuno se la aspettasse. Sin da inizio giornata non sembrava avere la cera giusta, e la caduta del mattino non lo aveva sicuramente aiutato. Senza energie, è incappato nella giornata peggiore della sua vita ciclistica. Un’altra lezione da cui vorrà imparare per andarsi a riprendere quel trono di miglior uomo da corse a tappe del mondo. Non sarà facile contro un Vingegaard che ormai basa la sua carriera quasi esclusivamente sul Tour, correndo quasi esclusivamente in favore della Grande Boucle. Ma se Pogacar riuscisse a detronizzarlo anche così, sarebbe sicuramente più divertente.

Foto: LaPresse

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