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Ciclismo

Tour de France, Magrini: “Ciccone deve pensare alla classifica. Pogacar ha sottovalutato Hindley, ma non mollerà”

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Riccardo Magrini

A conclusione della quinta tappa del Tour de France, ne abbiamo approfittato per stilare un primissimo bilancio insieme a Riccardo Magrini, impegnato come di consueto con le telecronache di Eurosport:  “E’ un Tour molto bello, ma rischia di essere già chiuso, perché già ieri abbiamo visto che Pogacar ha ceduto il passo nei confronti di Vingegaard. Il Tour è lungo, è vero, ma deve recuperare velocemente la botta morale. Abbiamo visto le prime due tappe con un Pogacar brillante e la maglia gialla in casa UAE e ieri il terzo incomodo, Hindley, ha preso la maglia“.

Hindley è in maglia gialla. E’ come Carapaz al Giro del 2019? O ha guadagnato troppo poco su Vingegaard?

“I distacchi sono ancora tutti recuperabili, oggi bisognerà vedere come andrà a finire. Il finale è abbastanza duro ed è una tappa con salite importanti anche se con un chilometraggio breve. Hindley è un rivale molto ostico per tutti, conosce bene le corse a tappe e in salita va forte. Con Hindley in maglia gialla cambia l’atteggiamento della corsa perché adesso anche la Bora-Hansgrohe dovrà lavorare”.

Ieri è stata una giornata spettacolare, la prima pirenaica che non ha tradito le attese…

“E’ stata bella perché c’è stata la fuga con tanti corridori e ci aspettavamo un rientro da parte di Pogacar ma così non è stato. Ci sono state delle mosse tattiche importanti, la UAE secondo me doveva chiudere subito perché poteva essere una fuga pericolosa  e Hindley ne ha approfittato, anche se chiaramente è facile parlare a posteriori. C’era anche la UAE in fuga e poi sono stati richiamati indietro, ma secondo me la squadra di Pogacar non ha considerato bene il pericolo di Hindley”.

Vingegaard sembra superiore a tutti: pensi che già sul Tourmalet proverà ad assestare un colpo importante?

“Vingegaard va forte in salita, non mi aspettavo che Pogacar cedesse così il passo ieri al suo rivale. Magari per Tadej quella di ieri è stata solo una giornata storta, anche se ci sono state delle indicazioni importanti. Non ci sono più due squadre ma tre all’attacco perché adesso anche la Bora rappresenta un pericolo”.

Pogacar paga l’infortunio della Liegi? Pensi che potrà andare in crescita di condizione?

“Anche questo può essere un altro fattore. Non aver corso per tanto tempo può aver influito, i giorni di corsa nelle gambe sono quasi uguali per tutti, ma Pogacar paga un avvicinamento al Tour diverso rispetto ai suoi diretti rivali”.

Per Ciccone il Tourmalet è decisivo per capire cosa potrà fare. Pensi che resisterà oppure uscirà di classifica per entrare nelle fughe?

“Secondo me Ciccone fa bene a provare a fare classifica, è importante e fondamentale. La maglia a pois per Giulio può essere un secondo obiettivo, però al momento nella posizione in cui è cercherei di tenere salda la lotta per la classifica, anche per il morale, essere terzo nella generale è una bella soddisfazione. Ieri credo abbia sbagliato a non collaborare con Vingegaard anche in proiezione del prosieguo del Tour. Sono tutte situazioni che si chiariranno con il tempo”.

Bernal tornerà mai quello di prima?

“Ci vuole un po’ di tempo, essere fuori classifica lo può favorire per avere un atteggiamento diverso, centrare una fuga e vincere una tappa”.

Non c’erano così pochi italiani al Tour da quando tu vincesti una tappa nel 1983. Chi pensi che potrebbe ottenere un successo parziale?

“Ciccone e Bettiol possono vincere una tappa, loro due sono quelli che hanno un po’ di più la gamba per poter cercare un successo”. 

Se Pogacar dovesse fare male al Tour, pensi sia ipotizzabile che si tenga la Vuelta come piano B? 

“Non sono così convinto che faccia male, è un ragazzo che non molla mai e lotterà fino in fondo quindi al momento l’ipotesi Vuelta non la vedo”.

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