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Volley, VNL 2023. Un crescendo inarrestabile! L’Italia si conferma grande: ruoli definiti ma non mancano le alternative

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Non si diventa campioni del mondo a caso ma, una volta che si è sul piedistallo, poi è sempre complicato confermarsi ad alto livello. L’Italia campione del mondo ha superato brillantemente il primo esame che era la qualificazione alla final eight di VNL e lo ha fatto in modo brillante, con un crescendo rossiniano che era tutt’altro che scontato.

Tanti protagonisti della cavalcata trionfale in Polonia un anno fa arrivavano da una stagione durissima e non era facile trovare il ritmo subito. Fefè De Giorgi ha toccato i tasti giusti e l’Italia ha iniziato a volare vincendo sette delle ultime otto partite disputate risalendo la china dopo un primo slot di gare giocato con tutte le seconde linee in campo dove erano arrivate due vittorie e due sconfitte.

A Pasay City ma, in parte, anche a Rotterdam si è vista una bella Italia, con tante conferme a poco più di un anno dall’appuntamento di Parigi, l’ennesima opportunità di spegnere una volta per tutte l’ossessione a cinque cerchi della Nazionale azzurra di volley.

Fefè De Giorgi non lascia spazio a interpretazioni: c’è una squadra titolare e ci sono le riserve che, all’occorrenza, possono entrare in azione e mettere qualche dubbio al tecnico azzurro. Al momento dubbi non ce ne sono: Giannelli-Romanò, Lavia-Michieletto, Galassi-Russo. Potrebbe inserirsi Anzani, sicuramente si inserirà Balaso nel ruolo di libero (assente nelle ultime settimane per motivi personali) e a tutti gli altri verrà chiesto di contribuire alla causa da riserve. Può sembrare crudele ma in realtà è così che si costruiscono i grandi successi, con ruoli ben definiti e qualche volta la fluidità è costata carissima anche in casa Italia.

Leandro Mosca, Riccardo Sbertoli, Tommaso Rinaldi, Lorenzo Sala, Mattia Bottolo: sono tutti giocatori che quando sono stati chiamati in causa, anche per pochi scambi da De Giorgi, hanno risposto presente. L’emblema è il secondo set di Italia-Giappone con Rinaldi entrato con gli azzurri sotto di 3 punti e decisivo con 4 palloni messi a terra nella rimonta fino al successo del set. Questo si chiama “cambio affidabile”.

Andando ad analizzare quanto visto finora si può dire che il sistema di gioco ha fatto la differenza a favore degli azzurri. Funziona il muro, funziona la difesa e anche in attacco l’Italia è risultata una delle squadre più efficaci con molteplici soluzioni (in particolare Michieletto e Lavia sono giocatori duttili in questo fondamentale). I due fondamentali, andando a guardare il pelo nell’uovo, su cui si può ancora lavorare e crescere sono la ricezione e il servizio, anche se in quest’ultimo c’è già stato un salto di qualità tra seconda e terza settimana di gare.

La realtà è che questa Italia piace e non poco, che ha sempre la soluzione giusta al momento giusto, che sa interpretare bene i momenti importanti (le partite con Brasile, Slovenia e Giappone lo stanno a dimostrare) e può ancora crescere nella gestione delle partite meno complicate, perché soprattutto nelle lunghe manifestazioni dove si gioca ogni giorno risparmiare energie è molto importante.

A Danzica, per la final eight, sarà Italia-Argentina. Considerato che si tratta di un quarto di finale non può non venire in mente la partita che ha spento i sogni azzurri a Tokyo. L’opportunità è ghiotta per prendersi una rivincita contro una squadra che gli azzurri storicamente soffrono ma che sulla carta non è certo più forte dell’Italia vista a Pasay City. Sarà un altro banco di prova per l’Italia che ha nel mirino l’Europeo in casa e il torneo di qualificazione olimpica.

Foto Fivb

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