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Wimbledon 2023: Jannik Sinner in cerca del ritorno ai quarti, ma sono tante le grandi sfide di oggi
In chiave Italia, l’interesse principale per quello che dal 2022 ha smesso di essere il Middle Sunday riguarda chiaramente Jannik Sinner. Il numero 1 azzurro va a caccia dei quarti di finale di Wimbledon per la seconda volta in carriera: per raggiungerli, dovrà battere il colombiano Daniel Elahi Galan, al suo miglior momento della carriera.
Uno il precedente tra i due, giocato nelle finali di Coppa Davis (o meglio, la loro versione Kosmos, che ancora per quest’anno resisterà nonostante tale gruppo non sia più coinvolto) del 2021. Allora fu 7-5 6-0 per Sinner, e anche qui è abbastanza evidente come sia l’altoatesino il favorito. Galan è stato finora bravo a sfruttare un corridoio molto favorevole, battendo il giapponese Yoshihito Nishioka, il tedesco Oscar Otte e lo svedese Mikael Ymer (che può tranquillamente mangiarsi le mani). Certo, può venire alla mente il clamoroso 6-0 6-1 rifilato a Tsitsipas nei primi due set agli US Open a livello di primo turno, con vittoria al nono match point, ma questa è totalmente un’altra storia. Sinner, infatti, ha perso un unico set contro il francese Quentin Halys, in una giornata per di più nemmeno troppo favorevole. Quella che c’è è la condizione: l’impressione è che, dopo lo sbocciare sull’erba dell’anno scorso, Jannik abbia inserito una sorta di modalità missione nella propria mente. Il tutto anche al netto del fatto che il colombiano, anno dopo anno, passi un turno in più ai Championships. Un avversario così, però, ancora non l’ha affrontato.
All’orizzonte può esserci Denis Shapovalov, atteso al confronto con il russo Roman Safiullin e, soprattutto, alla realizzazione della sua chance: il canadese non ha mai finora convinto appieno, ma il suo livello di tennis dovrebbe bastargli per l’approdo ai quarti. Ad avvantaggiare “Shapo”, peraltro, sono i due precedenti vinti (uno con difficoltà in ATP Cup 2022, quando Safiullin mostrò il miglior tennis della carriera, l’altro ad Adelaide quest’anno). Due i confronti di spicco nella parte più bassa, entrambi con tanti motivi e altrettante possibili storie in erba. Novak Djokovic sfida Hubert Hurkacz: il polacco ancora non è riuscito a battere il serbo, ma una volta ci è andato vicino (a Parigi-Bercy) e un’altra, nel 2019, gli ha portato via un set proprio a Wimbledon, a livello di terzo turno. Dovrebbe esserci buono spettacolo anche visto lo stato di forma di Hurkacz; spettacolo che vedremo in misura ampia anche tra Andrey Rublev e Alexander Bublik, in una vera e propria rivincita della finale di Halle vinta dal kazako sul russo, che radio spogliatoio riporta al centro di tensioni con altri suoi connazionali per aver più di una volta espresso molto chiaramente il suo pensiero sulla guerra in Ucraina: “Pace”.
In campo femminile, invece, ogni match ha davvero una storia importante dietro. Per Iga Swiatek, rimanendo in tema Polonia, c’è la svizzera Belinda Bencic. Era il miglior confronto possibile alla vigilia, e tale diventa. Ed è anche il primo vero rischio che la numero 1 del mondo corre, per quanto nei tre precedenti l’unica vittoria dell’elvetica sia arrivata agli ottavi degli US Open 2021. Sarà pur vero che questa è un’altra storia, ma siamo di fronte al test assoluto per capire quanto Swiatek abbia realmente digerito l’erba (segnali promettenti li ha però lanciati contro la croata Petra Martic). Mediaticamente rumorosa, ma tecnicamente difficile da prevedere, la sfida tra Victoria Azarenka ed Elina Svitolina. Tanto la bielorussa quanto l’ucraina non hanno nello Slam britannico quello migliore, l’una perché all’atto pratico ha due semifinali e due quarti, raggiunti negli anni migliori, l’altra perché oltre alla semifinale del 2019 aveva raggiunto gli ottavi solo nel 2017; per il resto solo primi o secondi turni. La condizione sembra favorire leggermente Svitolina, ma è pur vero che Azarenka ha eliminato la russa Daria Kasatkina (non che comunque si stia parlando di un’erbivora pura).
Nella seconda sezione della parte alta, invece, va segnalato indubbiamente il derby ceco tra due inattese, Marketa Vondrousova e Marie Bouzkova. Per l’ex finalista del Roland Garros (2019) finora un percorso invidiabile, con due teste di serie (Kudermetova e Vekic) eliminate; per la numero 32 del seeding, invece, obiettivo riconferma dei quarti di un anno fa, oltre che delle varie buone sensazioni incontrate finora chiudendo la carriera dell’estone Anett Kontaveit e le speranze di Caroline Garcia, con la francese di nuovo costretta a rinviare i sogni Slam. L’ultimo precedente (2-1 Vondrousova), di Indian Wells 2023, è andato nettamente alla nativa di Sokolov, non lontano dal confine con la Germania, con un doppio 6-1. Il corrispondente ottavo, che determinerà la sfida dei quarti, lo giocheranno la numero 4 del mondo, l’americana Jessica Pegula, e l’ucraina Lesia Tsurenko. Se l’una viene dal 6-4 6-0 contro Elisabetta Cocciaretto e da un torneo quasi impeccabile, l’altra è finita nel mezzo della storia, sia per il 20-18 del super tie-break del terzo set contro la rumena Ana Bogdan che per tutti gli annessi e connessi. Questo match, infatti, si è rivelato il terzo più lungo della stagione WTA, con il tie-break decisivo durato, da solo, 35 minuti (all’interno di 3 ore e 40). Nondimeno, questo è risultato essere il tie-break più lungo per punti nella storia di Wimbledon e degli Slam, sfiorando il record assoluto femminile. Precedenti tra Pegula e Tsurenko: 0-1 (2° turno di Indian Wells 2019), ma i rapporti di forza erano invertiti.
Foto: LaPresse