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Wimbledon 2023, Novak Djokovic aggiorna i record: Rublev battuto in quattro set, è semifinale con Sinner

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Dica trentatré. Novak Djokovic si dimostra ancora una volta l’uomo da battere a Wimbledon e conquista la trentatreesima vittoria consecutiva nell’impianto dell’All England Club superando Andrey Rublev in quattro set con il punteggio di 4-6 6-1 6-4 6-3 in nemmeno tre ore; non è bastata la volontà del russo, che è riuscito a sfruttare l’occasione avuta nel finale di primo set ma subendo poi il rientro del sette volte campione a Londra, che conquista la semifinale numero 46 in uno Slam in carriera.

Ora nel mirino c’è la trentacinquesima finale Major, sulla sua strada Jannik Sinner, nella rivincita di uno dei match più belli della scorsa edizione concluso al quinto set. Ritrovandosi come il re da spodestare avanti al giovane virgulto pretendente al trono. Una situazione da lui vissuta tante, tantissime volte. E con cui nutre il suo agonismo.

Djokovic sembra partire in gestione, anche per assimilare al meglio le fatiche dei due set di ieri contro Hurkacz. Ma non si fa mancare i suoi scambi da ‘uomo di gomma’, provando a mandare ai pazzi un Rublev che, al solito, non abbandona la sua clava da fondocampo. E infatti il punto di svolta sembra essere il sesto gioco, con il serbo che riesce a guadagnarsi le prime tre palle break della partita, ma il russo è bravissimo a rimanere centrato e ad annullarle. Quasi indispettito dall’onta subita, Nole pare perdere un po’ di ritmo e nel nono gioco arriva quasi inaspettata la chance per Rublev, che fa gli occhi della tigre e sfrutta l’unica occasione del suo set, chiudendo poi i conti sul 6-4.

Ma la reazione da campione arriva immediatamente per Nole. Turno di servizio da applausi e subito in spinta, con Rublev per la prima volta indeciso sul da farsi: due doppi falli, un grande scambio vinto dal serbo ed è immediato 3-0. E il numero 2 del tabellone diventa una slavina che travolge tutto, mentre il russo ammaina le vele: doppio break e risalita fino al 5-0, per poi portarsi in parità.

Rublev però continua a crederci. e l’opportunità arriva immediata, nel secondo gioco, ma quel diavolo di Djokovic è attentissimo e si salva da 15-40. Il quinto game manda l’inerzia dalla parte del serbo, che si cucina il suo avversario con la solita maniacalità da chirurgo ed è break meritato, portandosi a servire per il 2-1. Il decimo gioco è però un vero e proprio braccio di ferro: Rublev alza il livello, annulla quattro set point aiutato in un paio di volte anche dalla fortuna, si procura anche tre palle break, ma Djokovic mette guanti e camice e li annulla, per poi chiudere finalmente con un punto perfetto. 

Una bella botta per Rublev, che cede emotivamente vedendo il suo avversario che diventa sempre più veloce e onnipresente dall’altra parte del campo. Il break nel terzo gioco del quarto set è più che altro fisiologico, testimonianza di un giocatore che si sente moralmente annichilito dal proprio avversario, che naviga a velocità di crociera fino al nono gioco quando va a chiudere la sfida.

41 i vincenti di Nole al termine della sfida contro i 32 di Rublev, meglio il serbo anche nel conteggio degli errori non forzati, 23-25 a favore. Ma fa impressione la quasi infallibilità nelle palle break salvate, 7/8 nel corso dell’intera sfida. Un vero gigante, soprattutto quando si trova sul centrale. Un motivo ci sarà se l’ultima partita persa su quel determinato campo era con Andy Murray nel lontanissimo 2013…

Foto: LaPresse

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