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Wimbledon 2023, Novak Djokovic: “Non ho bisogno di Alcaraz per trovare motivazioni e vincere!”

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Nova Djokovic

E’ un Novak Djokovic decisamente carico quello che si appresta a vivere questa edizione di Wimbledon. Il serbo, reduce dal successo del Roland Garros, punta senza mezzi termini alla vittoria dei Championships, per dare seguito al sogno Grande Slam ed eguagliare il record di Roger Federer, otto volte vincitore sui prati di Church Road a Londra.

Djokovic si presenta come il candidato numero uno per la conquista del trofeo. Come suo solito, il serbo non ha disputato alcun torneo di preparazione sull’erba, ma la sua esperienza è tale che non ne abbia bisogno, avendo ormai maturato un feeling molto particolare con questa superficie.

In conferenza stampa, il campione nativo di Belgrado ha parlato con chiarezza: “Ho ancora fame di vittorie, voglio conquistare altri Slam e altri record. Finché sento questa motivazione, so di poter continuare a competere ai massimi livelli. Quando non sarà più così, allora penso che dovrò avere un approccio diverso. Per ora questa spinta c’è ancora. Già pochi giorni dopo il Roland Garros, pensavo a cosa avrei dovuto fare per prepararmi per la stagione sull’erba. E’ questa la vita di un tennista, e credo serva questo tipo di mentalità per mantenere questa intensità. Se davvero vuoi avere una chance, vuoi vincere più Slam, devi mantenere questa concentrazione, questa devozione“.

Djokovic ha riservato parole di grande stima nei confronti di Carlos Alcaraz, che l’ha scavalcato in vetta al ranking ATP, grazie al successo nel torneo del Queen’s. Tuttavia, a detta di Nole, gli stimoli non dipendono dall’incrocio o meno con il funambolico iberico a Wimbledon: “Non ho bisogno che ci sia Carlos o qualcun altro per trovare motivazioni in più alla vigilia di uno Slam. So che devo vincere sette partite per far mio il titolo, e chi c’è dall’altra parte della rete non fa differenza per me“.

A conclusione, Nole ha raccontato il proprio processo di apprendimento su una superficie che, inizialmente, gli era risultata particolarmente ostica: “Ho dovuto imparare come muovermi, come camminare, come giocare, come leggere i rimbalzi. Abituarsi all’erba richiede più tempo, ma negli ultimi dieci anni credo di essermi adattato molto velocemente e i risultati lo dimostrano. Qui a Wimbledon, quando entro sul Centrale si risveglia qualcosa in me e riesco a giocare ad altissimo livello“.

Foto: LiveMedia/Matthieu Mirville/DPPI – LivePhotoSport.it

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