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Wimbledon 2023, Ons Jabeur è di nuovo in finale! Sabalenka ko in tre set, niente numero 1 per la bielorussa

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Ed alla fine, Ons Jabeur ci riprova. La tunisina si guadagna un’altra opportunità per diventare la prima tennista del mondo arabo ad alzare un trofeo dello Slam con la seconda finale consecutiva a Wimbledon. La numero 6 del tabellone batte in un match tiratissimo, uno dei più belli in queste due settimane, Aryna Sabalenka con il punteggio di 6-7 6-4 6-3.  Per la numero 6 al mondo, che tra le due è quella che ha offerto il tennis migliore, ora c’è una bella occasione con Marketa Vondrousova, con cui parte favorita, ma attenzione alla ceca che l’ha battuta nelle ultime due occasioni in Australia e ad Indian Wells.

Poco da recriminare invece per la bielorussa, che ha giocato una partita in cui è stata capace di soffrire e di tamponare la sua avversaria, è stata anche ad un punto dal 5-3 nel secondo ma ha dovuto arrendersi alla fine. L’unico rammarico, e nemmeno così piccolo, è aver perso l’occasione di diventare la nuova numero 1 al mondo, scalzando Iga Swiatek. Ma se continuerà con questo livello, il sorpasso sulla polacca non è utopia.

JABEUR GIOCA, SABALENKA SOFFRE E VINCE – Un primo set lungo, lunghissimo e combattuto. La tunisina sembra avere qualcosina di più rispetto alla sua avversaria, è lei a tessere le fila del gioco e riesce a procurarsi tre palle break. Ma la numero 2 al mondo se la cava con calma olimpica e portando il set al tie-break, dove Jabeur riesce a conquistare un minibreak con un passantone di dritto lungolinea, ma il suo servizio non le viene più incontro, con le prime che scompaiono: Sabalenka prende fiducia rispondendo profondissimo, passa avanti e chiude i conti costringendo la sua avversaria all’errore.

UN TENNIS DIVINO DELLA TUNISINA – E aver perso il set così, avendo giocato probabilmente meglio della sua dirimpettaia, ha un certo peso sul morale di Jabeur che appare sempre più nervosa in mezzo al campo. Sabalenka attende l’attimo e morde come un cobra nel quinto gioco: tre grandi risposte per tre palle break, non ha bisogno nemmeno di sporcarsi le mani poiché arriva il doppio fallo della tunisina che regala il break. È la sublimazione di un parziale di 12 punti a due che sembra indirizzare la partita. Ma nell’ottavo gioco Jabeur torna a far male con le sue traiettorie, Sabalenka si difende come può ma alla fine deve arrendersi dopo aver avuto due palle per il 5-3 che sarebbe valsa quasi la vittoria, è di nuovo equilibrio dopo il game forse più bello della partita. E la partita si ribalta, con la tunisina che ha ormai preso le misure: altri scambi da applausi, risposta di rovescio lungolinea da campionessa ed è terzo set.

Che, dopo cinque giochi abbastanza interlocutori, è il sesto che diventa lo snodo cruciale. Un vero e proprio braccio di ferro, che la Jabeur riesce a far suo con sapienza e talento, nonostante le energie stiano calando al lumicino. Anche perché ormai ha letto il servizio di Sabalenka ed è sempre al punto giusto, come un’ombra. Il break arriva alla terza occasione, con la tunisina che si procura anche due palle match sul servizio dell’avversaria, brava però ad annullarle. Jabeur va a servire per il match, sale 40-0 ma vede altre due match point scomparire per colpa di un nastro e un dritto sballato. Ma poi basta un ace esterno per far sì che la tunisina replichi la finale dello scorso anno, nel tripudio del campo centrale.

Jabeur vince solo sei scambi in più rispetto alla sua avversaria, 110 a 104, e alla fine il suo tennis si rivela più redditizio. 28 i suoi vincenti contro i soli 14 errori non forzati, una forbice positiva rispetto a quella di Sabalenka che chiude con 39 winners ma ben 45 non forzati, più del triplo della sua avversaria.

Foto: LaPresse

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