Editoriali
Wimbledon, è tornato il Matteo Berrettini del 2022. Non deve temere nessuno, incognita tenuta fisica
“Ho visto la luce“. Fa capolino nella mente la celebre frase del film “The Blues Brothers” pensando al percorso recente di Matteo Berrettini. Dopo l’infinita serie di infortuni a catena, con tanto di lacrime amare versate qualche settimana fa a Stoccarda, ora sembra che davvero il romano stia intravedendo la fine di un opprimente tunnel.
Al di là dell’approdo al terzo turno, tutt’altro che scontato alla vigilia del torneo, peraltro dopo aver superato signori avversari come Lorenzo Sonego e l’australiano Alex De Minaur, a certificare il grande ritorno di Berrettini è il gioco espresso nelle prime due apparizioni sull’erba londinese. Abbiamo ritrovato quel giocatore in grado di incantare sui prati, l’habitat che più di tutti gli altri ne esalta le qualità e che lo vide finalista nel 2021. Il servizio è tornato letale come nei giorni belli: non solo ace a ripetizione, ma anche una seconda nuovamente incisiva e con pochissimi eguali nel circuito. Il diritto resta il consueto martello in grado di spezzare la resistenza degli avversari, senza dimenticare un rovescio che si adatta nel migliore dei modi a questi campi, in particolare con lo slice velenoso.
Senza girarci attorno: a Londra stiamo ammirando nuovamente il campione che nel 2022, anche allora al rientro da un lungo infortunio, vinse uno dietro l’altro i tornei di Stoccarda e del Queen’s, salvo dare forfait a Wimbledon a seguito della positività al Covid. Il livello di gioco è tornato elevatissimo: quando il classe 1996 raggiunge certi standard, sull’erba diventa difficilissimo batterlo per chiunque. E, a riguardo, c’è da scommettere che anche lo spagnolo Carlos Alcaraz non sarebbe molto contento di ritrovarsi di fronte una simile mina vagante agli ottavi…
La grande incognita è rappresentata dalla forma fisica e dalla disabitudine a disputare match di un certo livello in tempi recenti. Nel 2023 Matteo Berrettini ha continuamente inseguito una condizione accettabile tra i vari infortuni ed ora l’ha finalmente trovata: il richiamo di preparazione nelle tre settimane prima di Wimbledon ha sortito gli effetti sperati. Ma quale sarà la sua tenuta e, in particolare, il recupero fisico tra una partita e l’altra, soprattutto al cospetto di avversari di ben altra levatura rispetto a quelli sinora affrontati?
Già il prossimo turno vedrà l’italiano opposto al tedesco Alexander Zverev, con cui è in svantaggio 1-4 nei precedenti, anche se non si sono mai ritrovati di fronte sull’erba. Peraltro anche il teutonico sta cercando di tornare sui livelli del passato a seguito del grave infortunio patito nel 2022. L’eventuale ottavo sarebbe poi da brividi contro (salvo sorprese) il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz. Ma, lo ripetiamo, se Berrettini confermerà il livello mostrato nelle prime due partite, sui prati londinesi non parte battuto contro nessuno. La buona notizia è aver ritrovato un campione dal talento puro, semifinalista in ben tre differenti tornei dello Slam: di sicuro, comunque vada a Londra, sarà un’arma fondamentale in più per l’Italia in vista di US Open e Coppa Davis. A Wimbledon, tuttavia, ogni tanto si materializza qualche sorpresa incredibile. Pensiamo ad esempio a Goran Ivanisevic nel 2001. Berrettini, partita dopo partita, proverà a regalarsi qualcosa di speciale ed inatteso, consapevole al tempo stesso che il peggio è finalmente alle spalle.
Foto: Lapresse