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Wimbledon, Jannik Sinner: “Non guardo il tabellone, gioco punto a punto. Con Gucci progetto che parte da lontano”

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Superato anche lo scoglio secondo turno per Jannik Sinner. L’altoatesino (n.8 del mondo) ha sconfitto nel secondo impegno sull’erba di Wimbledon l’argentino Diego Schwartzman. Una partita nella quale l’altoatesino ha impiegato un set a carburare, ma una volta vinto il primo parziale 7-5 non c’è stata storia. Una crescita di rendimento di Jannik, suggellata dallo score di 6-1 6-2 delle restanti frazioni.

In conferenza stampa, il tennista italiano ha analizzato i vari aspetti. Sulla partita ha dichiarato: “All’inizio eravamo entrambi tesi, poi dopo ho trovato il mio ritmo. Quando è così, servo bene, qualche volta posso andare fuori giri, ma sono piccole cose. Da fondo, dal secondo parziale, ho giocato molto bene e alla fine ho lasciato andare i colpi e ho alzato il livello. Giocare contro di lui non è semplice, ci conosciamo bene e disputiamo il doppio insieme. E’ stata una buona partita“.

Nel prossimo incontro ci sarà la sfida contro il vincente del confronto tra l’australiano Vukic e il francese Halys, l’idea di Sinner è molto chiara: “Entrambi sanno giocare bene su questa superficie, servono bene: il transalpino sa fare un po’ tutto; l’australiano tira forte di dritto e ha un rovescio piatto. Sarà una partita diversa e vediamo come riesco ad adattarmi“.

Una domanda, poi, è arrivata sulla grande attenzione mediatica data dalla borsa di Gucci, con cui Jannik è entrato in campo. La risposta del giocatore italiano è stata la seguente: “E’ frutto di un progetto che ho portato avanti con la famiglia Gucci, ma è un qualcosa extra tennis. Non stiamo parlando di una racchetta o di scarpe, che mi aiutano a giocare. Se fosse stato un qualcosa di attinente allo sport che pratico, non avrei mai acconsentito. In questo caso è diverso e comunque è stata chiesta l’autorizzazione per tempo, ma sono cose lontane da me. Il mio focus è sul tennis“.

Da Vanni Gibertini (Ubitennis) è arrivato il quesito sulla gestione del lavoro quotidiano in giornate complicate dalla pioggia: “Non è stato semplice in generale. Sono stato fortunato perché ho giocato su campi dotati del tetto ed ero sicuro di poter fare la partita. Ci siamo allenati indoor, vista la pioggia. La cosa buona è che il nostro appartamento è vicino al circolo, per cui quando piove preferisco tornare lì e pensare alle mie cose con tranquillità. Mi riposo meglio e lo gestisco così“.

Un’ultima domanda sulle aspettative per questo torneo, ricordando il quarto di finale dell’anno scorso con Djokovic: “Parte tutto da me. Sento che ho buone armi su tutte le superfici, talvolta le gestisco bene e altre meno. Mi trovo nella condizione di poter andare lontano in questo torneo, sono qui per fare molto bene, ma gioco punto dopo punto e non guardo troppo avanti. Vedremo dove finirò“.

Dichiarazioni da Vanni Gibertini (Ubitennis)

Foto: LaPresse

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