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Wimbledon, Jannik Sinner chiude la polemica: “Ho chiesto scusa all’arbitro. Atteggiamento diverso da Parigi”

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L’avventura di Jannik Sinner a Wimbledon prosegue. L’altoatesino (n.8 del mondo) ha rispettato i pronostici e piegato il colombiano Daniel Elahi Galan (n.85 del ranking) con il punteggio di 7-6 (4) 6-4 6-3 negli ottavi di finale dei Championships. Una prestazione non brillantissima di Jannik, che però attraverso soprattutto gli aspetti mentali ha fatto la differenza rispetto al suo avversario. Sulla sua strada, tra due giorni, ci sarà il russo Roman Safiullin, a sorpresa vincitore del confronto con il canadese Denis Shapovalov.

Il primo set è andato via su un livello molto alto perché entrambi abbiamo servito bene e da fondo avevo buone sensazioni, solo che facevo fatica a rispondere specialmente sulla prima di servizio. Nel secondo parziale non ho iniziato nel migliore dei modi e, sapendo che lui stava servendo così, non era semplice. Ho avuto tante palle break, ero lì e sentivo che prima o poi quel punto sarebbe arrivato. Ho iniziato anch’io a giocare meglio, successivamente, sono stato un po’ più attento a fare quello che dovevo. Non era un match facile soprattutto nel secondo set in cui non ho giocato bene a tennis, ma sono comunque riuscito a vincere. Vuol dire che l’atteggiamento era quello giusto, poi ogni partita è diversa“, ha raccontato Sinner in conferenza stampa.

Il ragazzo di San Candido ha approfondito questo fattore: “Ho imparato dalla sconfitta a Parigi, come ho detto. L’atteggiamento al Roland Garros non era quello giusto, mentre ora sono ben focalizzato, aggressivo e mi diverto mentre gioco. La combinazione delle cose sta andando abbastanza bene. Ovviamente, ci sono delle giornate in cui devi anche alzare il livello del tennis. Oggi ho provato, ma non ci sono riuscito come avrei voluto. Spero ovviamente che dopodomani possa fare questo step perché Safiullin è un tennista molto solido da fondo. Il segnale è buono perché ho ancora tante cose dentro di me e spero di tirarle fuori“.

Un Sinner che oggi ha mostrato anche il suo lato un po’ arrabbiato su alcune chiamate dell’arbitro non proprio felici: “Sono cose che accadono in campo, alla fine non si perde una partita per una chiamata. Mi sono anche scusato sul finire del match, ho sbagliato io a reagire così, ma oggi mi avete visto anche in questa versione (sorride ndr)“.

A conclusione, la curiosità di Vanni Gibertini (Ubitennis) è stata sulla frequenza delle cadute sull’erba di queste partite: “Credo sia riconducibile al clima particolarmente umido. In particolare, se si chiude il tetto, può accadere che si scivoli maggiormente, ma sono cose che fanno parte del gioco“.

Dichiarazioni da Vanni Gibertini (Ubitennis)

Foto: LaPresse

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