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Wimbledon, Matteo Berrettini: “Con Alcaraz sarà una grande lotta. Non ero sicuro di venire a Londra”

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Matteo Berrettini non vuol fermarsi. Il tennista italiano ha sconfitto nel terzo turno del torneo di Wimbledon il tedesco Alexander Zverev con il punteggio di 6-3 7-6 (4) 7-6 (5) e si è meritato l’accesso agli ottavi di finale. Per la terza volta in carriera in questo Slam, Matteo ha raggiunto questo traguardo e nel quarto turno giocherà contro il n.1 del mondo, Carlos Alcaraz.

Le emozioni nel romano sono molte, visti i tanti problemi fisici dell’ultimo periodo e anche la crisi dal punto di vista personale che ha dovuto affrontare, arrivando a “odiare” quel che faceva, ovvero giocare a tennis. Ne ha parlato in conferenza stampa Berrettini ai microfoni dei colleghi stranieri.

Si è partiti con riferimento alle parole di Zverev che ha lodato Matteo, ritenendo che sia in grado di battere chiunque in questo Major: “Lo ringrazio per queste parole. Devo dire che mi sono sentito molto bene in campo, ma non penso troppo a quale obiettivo centrare in questo torneo. Il mio atteggiamento sarà sempre lo stesso: godermi quello che faccio, scambio dopo scambio. Lunedì dovrò affrontare il n.1 del mondo e sarà una partita difficile, ma come detto sono contento di poterla affrontare e di dare quello che ho“, le considerazioni di Berrettini.

Riavvolgendo il nastro, il tennista italiano ha raccontato come si è avvicinato allo Slam: “Non ero sicuro neanche di giocare. Speravo che anche quest’atmosfera magica mi potesse aiutare, ma avevo dei dubbi perché per affrontare un Major bisogna essere pronti fisicamente, mentalmente ed emotivamente. La volontà non basta. Devo dire che io e il mio staff abbiamo fatto un grande lavoro. Loro mi hanno lasciato la possibilità di scegliere cosa fare e, dopo averci pensato, ho voluto essere qui a Wimbledon perché avevo già saltato troppi eventi. Come ho detto nell’intervista in campo, penso che questo luogo sia speciale, sento un’energia particolare“.

Un Berrettini che avrà un giorno di riposo, visto che per tutta una serie di ragioni si è visto costretto a giocare per cinque giorni consecutivi, ricordando i “tre atti” della partita contro Lorenzo Sonego nel primo turno: “Può essere stato un vantaggio per me aver affrontato in successione questi sforzi perché ho ritrovato le giuste sensazioni, tuttavia è chiaro che avrei preferito anche un giorno di break per recuperare. Il fatto di averlo prima della partita contro Alcaraz è importante. Tuttavia, come ho detto già, avrei firmato con il sangue il fatto di giocare per cinque giorni di fila, visti i tanti problemi che mi avevano tenuto lontano. Questa energia è quella che volevo, che mi fa andare oltre la stanchezza“.

Parlando della prossima partita contro Alcaraz, Matteo ha sottolineato: “Giocare contro di lui è sempre un stato un piacere, una grande lotta. Ricordo di averlo affrontato in Australia l’anno scorso, nel terzo turno, e di aver vinto al super tie-break e ci ho perso in tre set a Vienna e a Rio. Darò come al solito il massimo, lui è il n.1 del mondo quindi sarà una sfida fantastica e sono felice di avere questa chance. Ricordo di averlo visto giocare in tv al Roland Garros e ora ci sono io come suo avversario. Penso che questa cosa mi aiuterà a divertirmi e a trovare quel qualcosa in più“.

Ai media italiani, Berrettini ha un po’ allargato il discorso. Alla domanda di Luca Baldissera (Ubitennis) sull’importanza del servizio, visto che l’azzurro finora non ha mai perso un turno in questo torneo, ha dichiarato: “E’ un’arma importante, che dipende dall’approccio. So di poterla usare, ma dipende anche dalla mia condizione. La chiave contro Sascha è stata questa e anche variare il ritmo dello scambio“.

Si è parlato delle sensazioni in campo e della sua condizione fisica: “La mia partenza è stata un po’ problematica perché da tanto tempo che non giocava sul campo grande, per questo ci ho messo un po’ di tempo ad adattarmi. Scambio dopo scambio ho avuto buone sensazioni e avevo il tennis per creargli dei problemi. Dopo la pausa per pioggia, ho capito di essere un po’ superiore nello scambio e questo credo abbia fatto la differenza. Fisicamente mi sento bene“.

Un Berrettini che ha rivissuto anche le sensazioni dopo il primo set perso contro Sonego: “E’ stato importante tornare negli spogliatoi, far sbollire la rabbia per alcuni colpi facili sbagliati e riflettere sul fatto che devo godermi quello che stavo facendo perché ero in campo per giocare a tennis“.

Un altro tema importante è stato quello dei giudizi degli appassionati (ieri giocatore finito e oggi campione), Matteo si è espresso in questi termini: “Alla fine io so quale sia il mio percorso, so chi sono e dove posso arrivare. L’ho detto mille volte: ci sono per tutti dei momenti negativi in cui per mille motivi non si riesce a tirar fuori il proprio 100%. Nel mio caso, tra le cause principali, ci sono stati gli infortuni che mi hanno fatto amare meno il tennis. Comunque, alla fine, ho sempre lavorato e la cosa che mi ha ferito maggiormente sono stati gli insulti subìti che poi persone che mi vogliono bene hanno dovuto leggere, ma io vado avanti per la mia strada“.

A conclusione una considerazione ulteriore su Alcaraz: “Impressionante tennisticamente e fisicamente, del resto è n.1 del mondo, ma la cosa che mi colpisce maggiormente è il suo atteggiamento: sempre sorridente e positivo. Il modo in cui, a solo 20 anni, sa gestire la pressione è qualcosa di incredibile“.

Dichiarazioni fornite da Vanni Gibertini (Ubitennis)

Foto: LaPresse

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