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Wimbledon, Semeraro: “A Sinner manca l’attitudine per certi punti, spero faccia come Lendl”

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Novak Djokovic e Jannik Sinner

TennisMania Speciale Wimbledon, appuntamento quotidiano in collaborazione con “Il Tennis Italiano” condotto da Dario Puppo su Sport2U, web tv di OA Sport, è intervenuto proprio il direttore de “Il Tennis Italiano”, Stefano Semeraro, per commentare l’esito della prima semifinale maschile, che ha visto Jannik Sinner cedere il passo al serbo Novak Djokovic.

L’analisi del match tra l’azzurro ed il balcanico: “Il giudizio è un po’ complesso, perché l’anno scorso ci fu la sconfitta in 5 set nei quarti, questa volta in 3 set in semifinale, dopo un tabellone, bisogna dirlo per onestà, molto facile, e allora scatta la delusione. Jannik, devo dire però non senza un senso, sostiene che stavolta il match è stato più equilibrato, anche perché è stato più alto il livello rispetto a quello dell’anno scorso, e quindi insomma lui da questo trae così qualche considerazione positiva, anche se ammette che alla fine non ha sfruttato le occasioni, ha sbagliato i punti chiave, due o tre palle nel primo set, due consecutive nel primo game, poi i due set point sciupati nel terzo set, il vantaggio di 3-1 sprecato nel tie break, giocato malissimo, con un doppio fallo sul 3-1, e poi altri tre regali, 22 errori di dritto, insomma sono prove a carico un po’ pesanti. Va bene migliorare, ma l’attitudine per certi punti non puoi allenarla“.

Va riconosciuto però anche il valore assoluto dell’avversario: “C’è da dire che Djokovic è Djokovic, 46 semifinali, giocherà contro Alcaraz la sua nona finale, può vincere l’ottavo titolo, il 24° Slam, cioè davanti hai un mostro quando giochi contro Djokovic, però ecco qualcosina di più si poteva fare, lo ammette anche Jannik, che però insomma poi dice che torna a casa come al solito con tante cose positive e dice poi soprattutto che a 21 anni se non avesse ancora da imparare sarebbe quasi un peccato perché vorrebbe dire che è fermo. Certo si può migliorare molto, si possono imparare tante cose, l’attitudine a giocare certi punti forse è anche un pochino più difficile da installarsi, però c’è stato chi c’è riuscito, ricordiamo Lendl, che ha perso tante occasioni prima di vincere degli Slam e poi ne ha vinti tanti, quindi insomma diciamo che siamo ad un giudizio dolceamaro“.

I momenti chiave del match: “Djokovic piazzava l’ace al momento decisivo però era molto calato, e lì Jannik in risposta poteva fare qualcosa di più, poi tanti dritti, c’era un po’ uno schema di Djokovic, che insisteva sul rovescio, teneva la palla molto lunga sul rovescio di Jannik, poi tirava una botta sul dritto e sappiamo che quando arriva un po’ trafelato, un po’ in recupero col dritto, spesso Jannik non riesce ad essere preciso, e questo è uno schema che si è ripetuto tante volte, è una cosa su cui bisogna lavorare. […] Il tabellone facile lo ha trasportato fin qui, poi ha perso in tre set combattuti, la sensazione era che non fosse un Djokovic proprio irraggiungibile, inscalfibile, qualche piccola crepa che ce l’aveva, se Jannik riusciva a trascinare il match al quarto si apriva una nuova porticina, non è detto che avrebbe vinto, per carità, né che sarebbe arrivato al quinto, però è una possibilità in più, e queste occasioni bisogna prenderle, a questo livello, e ne ha avute parecchie, bisogna prenderle, d’altra parte anche nei turni precedenti c’è stato un match in cui ha avuto 15 palle break prima di fare un break. Questo è un po’ il problema“.

L’INTERVISTA VIDEO A STEFANO SEMERARO

Foto: LaPresse

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