Atletica
Atletica, Mondiali 2023: che domenica per l’Italia con Palmisano, Tamberi, Jacobs e Iapichino!
E’ la domenica delle stelle quella che attende gli appassionati italiani di atletica, con tanti azzurri in pedana e in pista e con tante opportunità di vederli tra i grandi protagonisti al Mondiale di Budapest. Le incognite non mancano ma si può sperare in una grande giornata dell’atletica italiana.
Si parte molto presto con la 20 km di marcia femminile che vede il ritorno sul grande palcoscenico iridiato della olimpionica Antonella Palmisano che arriva un po’ al buio a questo appuntamento, dopo due anni di calvario legati ai tanti problemi fisici che l’hanno afflitta, ma che quando entra in gara non lo fa mai solo per partecipare. Con lei in gara altre due grandi interpreti della marcia nostrana: Eleonora Anna Giorgi e Valentina Trapletti. La peruviana Kimberly Garcia-Leon, reduce dal doppio successo a Eugene, è la favorita numero uno ma attenzione alle cinesi che vogliono tornare sul gradino più alto del podio con la quattro volte oro mondiale Liu Hong, l’oro di Londra Yang Jiayu e Ma Zhenxia, alla spagnola Maria Perez, world leader, e alla campionessa d’Europa greca Drisbioti, doppio oro a Monaco.
Allo stadio si parte con la qualificazione del disco donne. Per l’Italia c’è Daisy Osakue che vuole un posto in finale. La statunitense Valarie Allman è la favorita e ha anche il dente avvelenato dopo che Feng Bin l’ha battuta in casa. Da non sottovalutare l’olandese Jorinde Van Klinken, la highlander croata Sandra Perkovic e le tedesche Pudenz, Craft e Vita concludono il lotto delle aspiranti al podio.
A seguire le batterie dei 400 metri donne con l’azzurra Alice Mangione che punta a superare il primo turno. Non c’è la più forte, Sydney McLaughlin-Levrone, fermata da un problema a un ginocchio, e manca anche la dominicana Marileidy Paulino. Ci sarà invece, ma un po’ al buio la due volte olimpionica bahamense Shaunae Miller-Uibo, a pochi mesi dalla maternità e senza riscontri. E’ dunque l’occasione per tante: dalla caraibica Sada Williams (Barbados), argento e bronzo un anno fa, a Salwa Eid Naser, del Bahrain, rientrata dopo una lunga sospensione dopo lo strepitoso oro di Doha nel 2019, alle statunitensi Britton Wilson, Talitha Diggs e Lynna Irby-Jackson, alle giamaicane McLeod, Young e Pryce, fino alla polacca Natalia Kaczmarek, all’olandese Lieke Klaver e all’irlandese Rhasidat Adeleke.
Si conclude fra le due sessioni odierne l’Eptathlon femminile con le prove del salto in lungo, giavellotto e 800. In testa dopo tre gare la statunitense Hall con 3998 punti, davanti alla britannica Johnson-Thompson e alla connazionale Hawkins. A metà mattinata entra in scena un’altra star assoluta dell’atletica azzurra, Gianmarco Tamberi, campione olimpico del salto in alto che va a caccia di una qualificazione in finale che non dovrebbe presentare particolari problemi. Alla finale puntano anche gli altri due azzurri in gara, Marco Fassinotti e Stefano Sottile. L’avversario numero uno del marchigiano è sempre lui, il tre volte campione del mondo Mutaz Essa Barshim, qatarino che ha condiviso con l’azzurro l’oro olimpico a Tokyo e che quest’anno ha scavalcato 2,36 contro i 2,34 dell’italiano. Possono essere della partita il talento USA JuVaughn Harrison (2,35 in stagione), il solido coreano Woo Sang-hyeok, l’ucraino Protsenko e i saltatori dell’Oceania Kerr, Baden e Starc.
C’è il ritrovato Davide Re a caccia di un risultato di prestigio nelle batterie dei 400 metri maschili che si preannunciano spettacolari con grandi interpreti ed incertezza. Si preannuncia battaglia su altissimi livelli tra il rappresentante delle Bahamas Steven Gardiner e il sudafricano primatista mondiale Wayde Van Niekerk, tornato protagonista dopo i problemi fisici delle ultime due stagioni. Non mancano gli outsider di lusso come lo zambiano Samukonga (reduce però da infortunio), il botswaniano Ndori, l’esperto grenadino Kirani James che fu campione del mondo (2011) e argento un anno fa. In casa Usa non ci sarà il campione in carica Michael Norman fermato dai problemi fisici, ma Norwood e Deadmon potranno provarci, così come i giamaicani Bailey e Watson e il britannico, bronzo uscente e due volte campione continentale, Matthew Hudson-Smith.
Il festival della mattinata di Budapest prosegue con le interessanti batterie dei 400 ostacoli maschili, gara da seguire tutta d’un fiato fin dalle prime battute. Per l’Italia c’è un uomo da finale come Alessandro Sibilio che ha combattuto contro i problemi fisici per esserci e proverà a correre sul filo del personale per centrare l’ennesimo risultato di prestigio. Al via anche Mario Lambrughi che può superare il primo turno. Karsten Warholm va per il terzo titolo mondiale e per mettersi alle spalle un certo Edwin Moses (allora però i Mondiali erano ogni 4 anni), oltre a Kerron Clement e Felix Sanchez. Gli avversari più temuti dal norvegese sono il brasiliano campione del mondo di Eugene Alison dos Santos (primatista dei campionati in 46.29!), e lo statunitense Rai Benjamin. Gli outsider da podio rispondono al nome del caraibico McMaster, del giamaicano Roshawn Clarke, dei francesi Happio e Vaillant e dell’estone Rasmus Mägi, nella speranza che ci sia spazio anche per un po’ di azzurro.
A seguire parte anche l’avventura dei 100 femminili con il primo turno. Al via per l’Italia Zaynab Dosso reduce da una stagione non particolarmente fortunata a causa di acciacchi vari. La giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce è la campionessa in carica e va a caccia del sesto titolo. Le avversarie arrivano come sempre da casa sua: in particolare Shericka Jackson (iridata dei 200 ma argento nei 100). Attenzione all’ivoriana Marie-Josée Ta Lou, grande protagonista in stagione, alla statunitense Sha’Carri Richardson e Julien Alfred, di St. Lucia. Possono dire la loro anche le britanniche Dina Asher-Smith, Daryll Neita e Imani Lansiquot, la polacca Ewa Swoboda e la svizzera Mujinga Kambundji.
La mattinata così intensa si chiuderà con le batterie dei 110 ostacoli. Al via per l’Italia Hassane Fofana e Lorenzo Simonelli che hanno le carte in regola per superare il primo turno. Lo statunitense Grant Holloway va a caccia del tris mondiale dopo Doha e Eugene ma le alternative non mancano, sia in casa Usa, con Daniel Roberts e la novità Cordell Tinch, sia in casa Giamaica con il world leader Rasheed Broadbell e il campione olimpico “Jam” Parchment. Dal Giappone arriva un potenziale protagonista, Shunsuke Izumiya e dalla Svizzera Jason Joseph. Attenzione anche ai francesi Belocian, Kwaou-Mathey e il campione europeo Sasha Zhoya, che ha preceduto l’azzurro Lorenzo Simonelli.
Nella sessione serale ci attendono semifinali e finali dei 100 uomini. C’è da verificare la condizione Marcell Jacobs. Il campione olimpico ieri non ha convinto in batteria ma è riuscito a strappare il pass per le semifinali. A fare più rumore alla vigilia è stato lo statunitense Noah Lyles (che punta alla doppietta 100-200) ma dovrà vedersela con il campione del mondo in carica, il connazionale Fred Kerley, argento a Tokyo alle spalle di Jacobs, e l’altro statunitense, Christian Coleman (oro di Doha). Il britannico Zharnel Hughes si presenta con il crono più veloce dell’anno (9.83) ma non sono male anche i suoi compagni di squadra Prescod e Amo-Dadzie. Giovanissima la squadra giamaicana (massimo 22 anni) con Ackeem Blake, Oblique Seville (che ieri ha impressionato in batteria), Ryiem Forde e Rohan Watson. Mentre dall’Africa arrivano tanti potenziali protagonisti, Letsile Tebogo del Botswana, il sudafricano Akani Simbine, il keniano Omanyala.
L’Italia fa il tifo per Larissa Iapichino nella finale del lungo donne. una delle carte da medaglia più importanti che getta sul tavolo la Nazionale azzurra. In programma le qualificazioni di un salto in lungo senza padrona perché la campionessa di tutto, la tedesca Mihaila Mihambo è fuori causa per infortunio. L’azzurra ha vinto tre volte in Diamond League in stagione e avrà bisogno del personale per puntare al massimo: i 7 metri non sono affatto lontani e, se dovessero arrivare nell’occasione più importante, si aprirebbero scenari molto interessanti. Tra le rivali più attese c’è la giamaicana 21enne, prima delle classe nel ranking stagionale, Ackelia Smith che è atterrata a 7.08 ma ha faticato in qualificazione. Le statunitensi Tara Davis-Woodhall e Jasmine Moore e la serba Ivana Vuleta sono le rivali più insidiose per l’azzurra.
Nei 1500 femminili si disputano le semifinali con le azzurre Gaia Sabbatini e Ludovica Cavalli. La keniana Faith Kipyegon ha migliorato il record del mondo in stagione con 3’49”11 e va a caccia del terzo titolo iridato ma, a proposito di triplette, l’olandese primatista d’Europa e oro olimpico e mondiale sulla distanza Sifan Hassan inizia le sue fatiche che comprendono anche 5000 e 10000 e punta ad uno storico tris. Attenzione anche al contingente etiope, con Frewyeni Hailu, Hirut Meshesha, la giovanisisma Birke Haylom e Diribe Welteji, alle altre keniane Nelly Chepchirchir, Edinah Jebitok e Purity Chepkirui, le australiane Hull e Hall, la scozzese Laura Muir (argento olimpico e bronzo a Eugene) e la statunitense Nikki Hiltz.
A seguire le semifinali dei 1500 maschili: Jakob Ingebrigtsen riprova la doppietta 1500-5000. Gli avversari più agguerriti del norvegese sono i keniani Timothy Cheruiyot (già campione del mondo), Abel Kipsang e il giovane Reynold Kipkorir Cheruiyot, lo statunitense Yared Nuguse, gli spagnoli Mohamed Katir (bronzo a Eugene), Mario Garcia e Adel Mechaal, i sempre insidiosi britannici Giles, Gourley e Kerr (bronzo olimpico), gli australiani McSweyn e Spencer e il francese Habz. Per l’Italia Pietro Arese a caccia dell’impresa. Si procede con le qualificazioni del disco maschile senza azzurri al via e con un grande favorito, lo sloveno campione del mondo Kristjan Ceh che ha avuto una stagione meno spumeggiante di quella passata ma si presenta con i favori del pronostico. Attenzione però al ritorno del campione olimpico svedese Daniel Stahl (miglior misura in qualificazione), e alla freschezza del lituano campione europeo non ancora 21enne Mykolas Alekna.
Non ci sono italiani al via della finale del lancio del martello maschile che si preannuncia gara molto interessante. In calo il cinque volte iridato polacco Pawel Fajdek, il favorito è il connazionale Wojciech Nowicki, campione olimpico ed europeo in carica. Non avrà vita facile contro i due statunitensi Rudy Winkler, e Daniel Haugh (77 metri pochi giorni fa), l’ungherese Bence Halasz che gareggia in casa, l’ucraino 21enne Mykhaylo Kokhan e il 21enne canadese Ethan Katzberg. Può dire la sua anche il norvegese Henriksen, sempre sul podio a Tokyo, Eugene e Monaco, anche se non sembra stia attraversando la sua stagione migliore.
L’Italia torna protagonista nella finale dei 10000 uomini che vedono al via, non con ambizioni di medaglia ma con la possibilità di ben figurare, il campione europeo Yeman Crippa. I keniani vogliono riprendersi un titolo che manca da 22 anni con Nicholas Kimeli, Benard Kibet e Daniel Simiu Ebenyo. L’ugandese primatista mondiale Joshua Cheptegei può rompere ancora le uova nel paniere dei rivali andando a prendersi il terzo oro a fila, anche alla luce dell’assenza di Jacob Kiplimo. Gli etiopi sono sempre da prendere in considerazione: dall’olimpionico Barega, ad Aregawi, Gli outsider sono il burundiano Kwizera e l’etiope divenuto bahrainita Balew, gli statunitensi Klecker, Kincaid e Fisher.
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