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Atletica, Mondiali 2023. L’Italia punta sulla linea verde con Furlani, Battocletti e Fantini! Molinarolo vuole stupire nell’asta

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Mattia Furlani

Quinta giornata con doppia sessione ai Mondiali di Budapest che arrivano al giro di boa e anche oggi vedranno diversi azzurri impegnati tra qualificazioni e finali, in particolare con Elisa Molinarolo che punta ad un risultato di prestigio nella finale del salto con l’asta.

Si parte con le batterie degli 800 femminili con al via Elena Bellò ed Eloisa Coiro a caccia del passaggio del turno verso le semifinali. La campionessa mondiale e olimpica Athing Mu, che ha gareggiato pochissimo nel 2023, sembra aver confermato la sua presenza. Tra le grandi favorite la 21enne britannica e primatista europea U23 Keely Hodgkinson (argento mondiale e olimpico) e la keniana Mary Moraa (bronzo in Oregon). Attenzione anche alla statunitense Raevyn Rogers, alla connazionale Hurta, all’ugandese Halima Nakaayi, all’australiana Bisset, alla giamaicana Goule, all’elvetica Werro e all’etiope Welteji.

Claudio Stecchi proverà ad eguagliare l’impresa di Elisa Molinarolo che ha centrato la finale in campo femminile. L’azzurro è reduce dalla stagione del rilancio ed ha la potenzialità per essere fra i migliori della specialità a 20 anni dal trionfo parigino del suo tecnico Giuseppe Gibilisco. Mondo Duplantis è pronto a iscrivere ancora il suo nome nell’albo d’oro e l’impressione è che si gareggi solo per l’argento dove i favoriti sono i medagliati dello scorso anno, lo statunitense Chris Nilsen e il filippino Ernest Obiena, l’australiano Kurtis Marschall, il norvegese campione d’Europa indoor Guttormsen, il polacco Lisek e il turco Sasma.

In mattinata sono in programma anche le qualificazioni del giavellotto donne senza azzurre al via. Stagione intensa, quella che si va a chiudere perché la specialità era inserita in Diamond League e ha visto come grande protagonista la giapponese Haruka Kitaguchi, bronzo a Eugene ma in forte ascesa e dunque in grdo di mettersi alle spalle l’australiana Kelsey-Lee Barber, mai vincente nel 2023, a differenza della connazionale Mackenzie Little, la più in forma delle settimane passate assieme alla Kitaguchi. Attenzione aanche alla neozelandese Peeters, alla giovane campionessa europea, la 20enne greca Elina Tzengko e alla 19enne croata Adriana Vilagos.

Mattia Furlani è uno dei giovani più interessanti dell’intero panorama mondiale di tutte le discipline: quest’anno ha aggiunto centimetri e continuità di rendimento e a Budapest può stupire del salto in lungo, anche se la priorità oggi è quella di conquistare un posto in finale, due settimane dopo l’oro europeo Under 20 con 8.24. I due indiani, Aldrin e il più regolare Sreeshankar, e il lunghista di Taipei Lin Yu-Tang, arrivano a Budapest con le migliori misure stagionali appena sopra gli 8,40 ma il favorito è ancora lui, il greco campione olimpico Miltiádis Tentóglou, battuto a Eugene all’ultimo respiro dal cinese Wang Jianan, che sarà al via dopo una stagione al buio. Gli Usa si aggrappano a Marquis Dendy, la Giamaica punta all’oro di Doha Tajay Gayle, rientrato dopo un infortunio e a Pinnock e McLeod, Cuba al giovanissimo Parada. Da tenere d’occhio anche lo svizzero Ehammer e il bulgaro Saraboyukov che all’Europeo Under 20 è atterrato a un centimetro da Furlani, prendendosi l’argento.

Inizia verso la fine della mattinata il cammino degli specialisti dei 200. Prima le batterie femminili con l’azzurra Dalia Kaddari che quest’anno si è vista col contagocce ed ha come obiettivo superare il primo turno. Sha’carri Richardson vuole la doppietta dopo l’exploit nei 100 ma non sarà facile per la statunitense che se la dovrà vedere più o meno con le stesse rivali della gara più veloce. A Eugene con 21”45 la giamaicana Shericka Jackson, argento a Budapest nei 100, fu la prima ad avvicinare davvero il record del mondo di Florence Griffith (21”34). Non c’è Fraser-Pryce che si concentrerà sulla staffetta, può dire la sua la britannica Dina Asher-Smith, oro a Doha. Gli Usa puntano anche su Gabrielle Thomas. Le outsider sono la bahamense Anthonique Strachan, l’ivoriana Ta Lou che ha tanto rabbia in corpo per il quarto posto dei 100 e la quinta della gara più breve, la rappresentante di Santa Lucia Alfred.

In campo maschile l’Italia punta forte su Filippo Tortu che, dopo aver conquistato, primo azzurro nella storia, la finale dei 100 ai Mondiali, ora vuole riportare il tricolore anche nella finale dei 200. Al via anche il campione olimpico della staffetta Fausto Desalu che non arriva da una stagione straordinaria ma su questa distanza può sempre stupire. Noah Lyles non va in cerca solo del terzo titolo consecutivo in questa specialità ma stavolta può fare doppietta 100-200 come solo i grandissimi sprinter sono riusciti. Il campione dei 100 dovrà fare i conti ancora una volta con il 20enne Tebogo, che sui 200 riesce ad esprimersi ancora meglio rispetto alla distanza breve e con il giovane connazionale Erriyon Knighton. Per gli Usa in gara anche Bednarek e Lindsey. Tra i papabili per il podio c’è il bronzo dei 100 Zharnel Hughes, i canadesi Aaron Brown, l’oro olimpico Andre DeGrasse e Brendon Rodney, il dominicano Alex Ogando e l’ugandese Orogot.

Sono due, con ottime credenziali, le azzurre in gara nelle batterie dei 5000 metri che aprono il programma serale, Sia Nadia Battocletti, al debutto mondiale, sia Ludovica Cavalli, se le saranno rimaste energie dai tre turni dei 1500 che l’hanno vista disputare la finale, possono aspirare all’atto conclusivo. La neo-primatista mondiale Faith Kipyegon se la vedrà nuovamente con la primatista d’Europa Sifan Hassan e la campionessa mondiale uscente l’etiope Gudaf Tsegay, sul podio anche a Tokyo. Le possibili outsider sono le altre etiopi Letesenbet Gidey e Ejgayehu Taye, le keniane Beatrice Chebet, argento un anno fa, Lilian Kasait Rengeruk e Margaret Chelimo Kipkemboi e le statunitensi Alicia Monson e Elise Cranny.

C’è un’altra giovane italiana in gara con potenzialità da finale nelle qualificazioni del martello femminile, si tratta di Sara Fantini che nelle ultime due stagioni ha più volte ritoccato il personale e di conseguenza anche il record italiano e che sta riscrivendo la storia della specialità in Italia (è stata 12ma a Tokyo e quarta a Monaco lo scorso anno). L’iridata di Eugene Brooke Andersen, oltre gli 80 metri quest’anno, è la favorita per il bis d’oro ma dovrà guardarsi dalla compagna di squadra statunitense DeAnna Price e soprattutto della canadese Camryn Rogers, l’unica che l’ha battuta in stagione. La polacca Anita Wlodarczyk, primatista del mondo e dei campionati (80,85), quattro d’oro ai Mondiali, si aggrappa all’esperienza e ad una condizione in crescita nelle ultime settimane.

Due le azzurre, Ottavia Cestonaro e Dariya Derkach, al via delle qualificazioni del triplo, entrambe protagoniste in positivo della stagione (Derkach argento europeo al coperto e Cestonaro regolarmente sopra i 14 metri). La venezuelana Yulimar Rojas va per il poker di ori consecutivo (con in mezzo un titolo olimpico): è la dominatrice della specialità e la favorita incontrastata. Le cubane Leyanis Perez e Liadagmis Povea proveranno a imitare i colleghi maschi (Napoles argento, Martinez bronzo) ma attenzione all’argento di Eugene, la giamaicana Shanieka Ricketts e alla statunitense Tori Franklin, oltre alle connazionali Moore e Orji. Maryna Bekh-Romanchuk ha il dente avvelenato per l’eliminazione nel lungo, occhio anche alla campionessa europea indoor, la turca Tugba Danismaz.

Elisa Molinarolo, dopo l’exploit in qualificazione con l’accesso alla finale e il nuovo personale di 6.65 9 cm più alto del precedente, prova a fare bene anche in finale e magari conquistare un posto tra le prime otto.  La statunitense Katie Moon-Nageotte, campionessa olimpica e mondiale, è l’atleta da battere, anche perché la sua compagna e rivale Sandi Morris sta facendo fatica e si è visto anche in qualificazione. Tra le pretendenti al trono l’australiana Nina Kennedy, bronzo un anno fa, la venezuelana Peinado, la finlandese campionessa europea Wilma Murto e la slovena Tina Sutej.

A seguire scattano le batterie dei 3000 siepi donne dove non ci sono azzurre al via.  Non c’è la campionessa in carica, la kazaka di origini keniane Norah Jeruto Tanui, i favori del pronostico sono per le altre due iridate in attività Beatrice Chepkoech (Kenya, primatista mondiale) e Emma Coburn (Usa) e pr l’olimpionica ugandese Peruth Chemutai. Possono dire la loro due giovanissime, l’altra keniana Jackline Chepkoech, vent’anni da compiere, la 18enne etiope Sembo Almayew, oppure la terza keniana Faith Cherotich, le altre etiopi Abebe e Wondemagegn, la bahrainita Yavi, le europee Finot, Mismas e l’oro continentale Gega.

Non ci sono azzurre in gara nei 100 ostacoli, dei quali sono in programma le semifinali. La campionessa olimpica Tobi Amusan, fermata inizialmente per aver saltato tre controlli, ha ottenuto da Athletics Integrity Unit il permesso di gareggiare. L’alternativa ad Amusan è la portoricana oro olimpico Jasmine Camacho-Quinn ma attenzione alle statunitensi Nia Ali e Kendra Harrison e alle giamaicane Megan Tapper, Danielle Williams, già d’oro otto anni fa, e alla 21enne Ackera Nugenta, oltre all’elvetica Ditaji Kambundji e alla polacca Pia Skrzyszowska.

Tripla finale in chiusura di serata. Si parte con i 1500 e il grande favorito è il norvegese Jakob Ingebrigtsen che si è lasciato un po’ (troppo) andare in semifinale. Gli avversari più agguerriti del norvegese sono i keniani Abel Kipsang e il giovane Reynold Kipkorir Cheruiyot, lo statunitense Yared Nuguse, lo spagnolo  Mario Garcia, i sempre insidiosi britannici Gourley e Kerr (bronzo olimpico) e il francese Habz.

Nei 400 femminili la favorita numero uno è la dominicana Marileidy Paulino che se la dovrà vedere con la caraibica Sada Williams (Barbados), bronzo un anno fa, la statunitense Talitha Diggs che non è piaciuta in semifinale, la giamaicana McLeod, la polacca Natalia Kaczmarek, l’olandese Lieke Klaver e l’irlandese Rhasidat Adeleke, che hanno invece destato una grande impressione nei turni precedenti.

La serata norvegese potrebbe completarsi con la grande festa dei 400 ostacoli maschili. L’uomo da battere è Karsten Warholm, graziato dai giudici in semifinale dopo un passaggio molto dubbio dell’ostacolo, che va per il terzo titolo mondiale. Gli avversari più temuti dal norvegese sono il brasiliano campione del mondo di Eugene Alison dos Santos e lo statunitense Rai Benjamin. Gli outsider da podio rispondono al nome del caraibico McMaster, del  giamaicano Roshawn Clarke e dell’estone Rasmus Mägi.

Foto: Grana/FIDAL

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