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Atletica, Mondiali 2023: Massimo Stano e Ayomide Folorunso le punte azzurre, attesa per gli ottocentisti

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Mattinata dedicata alla marcia, serata con la grande atletica in pista e in pedana: la sesta giornata, giovedì 24 agosto, del Mondiale di Budapest è suddivisa così e arriva dopo quella di ieri che ha un po’ raffreddato gli animi azzurri, caldissimi dopo l’oro di Gianmarco Tamberi che ha fatto seguito all’argento di Fabbri e al bronzo di Palmisano.

Ci provano i marciatori a regalare un’altra grande gioia al pubblico italiano e in particolare Massimo Stano che difende il titolo iridata della neonata (e già bocciata, a livello olimpico) 35 km di marcia, troppo simile alla 20 e troppo meno epica della 50 per soddisfare i palati fini degli appassionati di questa disciplina. Quattro gli azzurri al via, visto che Massimo Stano gode della wild card in quanto campione uscente: Andrea Agrusti, Matteo Giupponi, bronzo europeo lo scorso anno, e Riccardo Orsoni. Stano dovrà guardarsi dai medaglisti di sabato, il brasiliano Bonfim, lo svedese Karlstrom e lo spagnolo Alvaro Martin, oro nella 20 km e apparso in grandissima condizione. Attenzione ai giapponesi Masatora Kawano, Satoshi Maruo e Tomohiro Noda, al canadese Evan Dunfee (bronzo a Doha e Tokyo nei 50 km e quarto nella 20 a Budapest), a cinesi guidati dal capofila stagionale He Xianghong, a Chocho e Pintado dell’Ecuador, al colombiano Arevalo, al campione olimpico polacco Dawid Tomala, agli altri spagnoli Lopez e Tur e al tedesco Linke.

In campo femminile Nicole Colombi, Federica Curiazzi (atleta in grado di giocarsela anche per le posizioni di vertice) e Sara Vitiello cercheranno di ben figurare. La campionessa uscente, la peruviana Kimberly Garcia-Leon, oro in entrambe le distanze a Eugene, proverà a rifarsi ma non sarà facile battere la spagnola Maria Perez, apparsa in condizione straordinaria. Cina in primo piano, con il bronzo di Eugene Qieyang Shijie, Li Maocuo e Bai Xueying, mentre cercheranno il riscatto la greca due volte oro europeo Antigoni Drisbioti e la polacca Katarzyna Zdzieblo che non si sono viste nella 20 km.

In apertura della sessione serale andranno in scena le due batterie dei 5000. Mancano all’appello Ingebrigtsen, che ha scelto di fermarsi ai 1500, e il keniano Kiplimo, infortunato, e dunque via libera al campione olimpico e primatista mondiale ugandese Joshua Cheptegei (che può concedere il bis dopo il trionfo nei 10000) e al compagno di squadra Oscar Chelimo. I keniani di punta sono Jacob Krop (argento in carica) e Nicholas Kimeli e Ishmael Kipkurui, gli etiopi Hagos Gebrhiwet, Berihu Aregawi (leader mondiale stagionale), Yomif Kejelcha e Telahun Haile Bekele. Attenzione anche al guatemalteco Luis Grijalva e allo spagnolo Katir.

Manca Mattia Furlani alla finale del lungo maschile. Il giovane azzurro ha deluso, e non poco, in qualificazione. Il favorito è ancora lui, il greco campione olimpico Miltiádis Tentóglou, battuto a Eugene all’ultimo respiro dal cinese Wang Jianan, che sarà della partita anche oggi. Ieri ha impressionato con un balzo da 8.54 il giamaicano Pinnock che, dovesse ripetersi in gara, sarebbe difficilmente avvicinabile dai rivali, tra cui il compagno di squadra McLeod. Gli Usa si aggrappano a Marquis Dendy, Cuba punta sul giovanissimo Parada. Da tenere d’occhio anche lo svizzero Ehammer e l’indiano Aldrin che vanta una misura superiore a 8.40 in stagione, ma ieri non è apparso brillantissimo.

Ci sarà Dalia Kaddari al via della semifinale dei 200. Sha’carri Richardson vuole la doppietta dopo l’exploit nei 100 ma non sarà facile per la statunitense che se la dovrà vedere più o meno con le stesse rivali della gara più veloce. A Eugene con 21”45 la giamaicana Shericka Jackson, argento a Budapest nei 100, fu la prima ad avvicinare davvero il record del mondo di Florence Griffith (21”34). Non c’è Fraser-Pryce che si concentrerà sulla staffetta, può dire la sua la britannica Dina Asher-Smith, oro a Doha. Gli Usa puntano anche su Gabrielle Thomas. Le outsider sono la bahamense Anthonique Strachan, l’ivoriana Ta Lou che ha tanto rabbia in corpo per il quarto posto dei 100, e la quinta della gara più breve, la rappresentante di Santa Lucia Alfred.

In campo maschile ha perso subito i suoi due campioni olimpici, Filippo Tortu e Fausto Desalu. Noah Lyles non va in cerca solo del terzo titolo consecutivo in questa specialità ma stavolta può fare doppietta 100-200 come solo i grandissimi sprinter sono riusciti. Il campione dei 100 dovrà fare i conti ancora una volta con ill 20enne Tebogo, che sui 200 riesce ad esprimersi ancora meglio rispetto alla distanza breve, e con il giovane connazionale Erriyon Knighton. Per gli Usa in gara anche Bednarek e Lindsey. Tra i papabili per il podio c’è il bronzo dei 100 Zharnel Hughes, i canadesi Aaron Brown, l’oro olimpico Andre DeGrasse e Brendon Rodney, il dominicano Alex Ogando e l’ugandese Orogot.

Nella finale del lancio del martello donne l’iridata di Eugene Brooke Andersen, oltre gli 80 metri quest’anno, è la favorita per il bis d’oro ma dovrà guardarsi dalla compagna di squadra statunitense DeAnna Price e soprattutto della canadese Camryn Rogers, l’unica che l’ha battuta in stagione. La polacca Anita Wlodarczyk, primatista del mondo e dei campionati (80,85), quattro d’oro ai Mondiali, si aggrappa all’esperienza e ad una condizione in crescita nelle ultime settimane. La nostra Sara Fantini cercherà un piazzamento in top8.

A seguire una delle gare più attese della serata per i colori azzurri con Simone Barontini e Catalin Tecuceanu a caccia di una difficilissima ma non impossibile qualificazione alla finale degli 800 metri. Tante le sorprese del primo turno che ha visto uscire di scena il campione in carica, il keniano Emmanuel Korir. Attenzione soprattutto agli algerini  Slimane Moula e Djamel Sedjati (argento un anno fa), splendidi finisseur, al keniano Wanyionyi e al compagno Kipngetich, al canadese Marco Arop, bronzo a Eugene, allo statunitense Hoppel, all’australiano Joseph Deng, ai giovani ma già rodati britannici Max Burgin e Ben Pattison, oltre al più esperto e solido Daniel Rowden, ai francesi Meziane, Benjamin Robert e Gabriel Tual, agli spagnoli Ben, Ordonez e Attaoui.

Non ci sono azzurre in gara nella finale dei 100 ostacoli. La campionessa olimpica Tobi Amusan, fermata inizialmente per aver saltato tre controlli anti-doping, non ha rubato l’occhio e dunque largo alle rivali, a partire dalla portoricana oro olimpico Jasmine Camacho-Quinn ma attenzione alle statunitensi Nia Ali e Kendra Harrison e alle giamaicane Megan Tapper, Danielle Williams, già d’oro otto anni fa, e alla 21enne Ackera Nugent, oltre all’elvetica Ditaji Kambundji e alla polacca Pia Skrzyszowska.

Si preannunciava battaglia tra il rappresentante delle Bahamas Steven Gardiner e il sudafricano primatista mondiale Wayde Van Niekerk nei 400 metri, ma il primo è fuori per infortunio e il secondo non ha affatto convinto ieri in semifinale rischiando di uscire di scena, salvato solo dai tempi di ripescaggio. Sono pronti a prendersi la scena gli outsider di lusso, a partire dal norvegese Ingvaldsen, che ha impressionato soprattutto in batteria, passando per l’esperto grenadino Kirani James che fu campione del mondo (2011) e argento un anno fa. Gli Usa sono rappresentati da Norwood e Hall, che non hanno rubato l’occhio in batteria, la Giamaica da Bailey e Watson ma alla fine potrebbe essere il protagonista assoluto il britannico, bronzo uscente e due volte campione continentale, Matthew Hudson-Smith, che martedì ha migliorato il record europeo che apparteneva da 36 anni a Thomas Schoelebe.

In chiusura la gara più attesa per i colori azzurri. C’è Ayomide Folorunso nella finale dei 400 ostacoli. Difficile pensare a qualcosa in più di un sesto o settimo posto, ma il record personale e italiano è nuovamente attaccabile dopo quello stabilito martedì. La solidissima olandese Femke Bol che cercherà di approfittare dell’assenza di Sydney McLaughlin-Levrone, alle prese con un problema al ginocchio. Da tenere d’occhio la rappresentante del Bahrein Adekoya, le statunitensi Shamier Little e Anna Cockrell e le giamaicane Andrenette Knight, Janieve Russell e Rushell Clayton.

Foto Lapresse

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