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Atletica, non solo Tamberi-Barshim: chi sono i principali avversari dell’azzurro nella finale del salto in alto

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Gianmarco Tamberi

Gianmarco Tamberi si sta preparando per disputare la Finale del salto in alto ai Mondiali 2023 di atletica leggera. L’appuntamento è per questa sera (a partire dalle ore 19.58) a Budapest, dove il Campione Olimpico andrà a caccia dell’unico alloro che manca al suo glorioso palmares. Il fuoriclasse marchigiano si è salvato con un colpo da autentico fuoriclasse durante le qualificazioni di domenica mattina, dopo aver commesso due errori a 2.28 e avere rischiato l’eliminazione. Il 31enne dovrà alzare necessariamente il proprio livello e, per sua ammissione, è in ottime condizioni fisiche.

Gianmarco Tamberi dovrà fare i conti con i rivali più accreditati della vigilia. Il qatarino Mutaz Essa Barshim, con cui ha condiviso il gradino più alto del podio ai Giochi di Tokyo 2020, insegue il quarto titolo iridato consecutivo, in stagione ha valicato 2.36 in occasione di un duello proprio con Gimbo in Diamond League a Chorzow e vanta un personale di addirittura 2.43. Lo statunitense JuVaughn Harrison, ribattezzato Mr Jump visto che eccelle anche nel salto in lungo (finalista in entrambe le specialità a Tokyo), vanta uno stagionale di 2.35 in occasione della vittoria di Londra in Diamond League proprio contro Barshim e in carriera ha saputo spingersi fino a 2.36. Ricordiamo che Tamberi volò a 2.39 metri ormai sette anni fa, nella serata di Montecarlo conclusa con un infortunio che gli impedì di prendere parte alle Olimpiadi di Rio 2016.

Il quarto incomodo potrebbe essere il sempre solido sudcoreano Sanghyeok Woo (2.33 di stagionale e 2.36 di personale indoor, è il Campione del Mondo in sala), ma andranno presi con le pinze anche il tedesco Tobias Potye (2.34) e l’ucraino Andrii Protsenko (2.32 nel 2023, ma il 35enne è stato capace di issarsi a 2.40 in passato). Sulla carta fanno meno paura il cubano Luis Enrique Zayas (2.31), il giapponese Ryoichi Akamatsu (2.30), lo statunitense Shelby McEwen (2.28 in stagione, 2.33 di personale), l’australiano Brandon Starc (2.29 quest’anno, ma ricordiamoci di un datato 2.36), l’ucraino Oleh Doroshchuk (mai oltre 2.28), il polacco Norbert Kobielski (2.28). Marco Fassinotti ha superato 2.28 in qualifica, non lo si vedeva così in alto da sei anni.

La progressione di gara sarà la seguente: 2.20-2.25-2.29-2.33-2.36-2.38. Massima severità con un balzello decisamente notevole tra il già interessante 2.29 e il successo 2.33, senza passare da una quota intermedia che avrebbe reso ancora più interessante la gara. Facendo in questo modo si progredisce poi di tre centimetri e si arriva a 2.36, che è la miglior prestazione mondiale stagionale siglata esclusivamente da Barshim. Si tratta di una misura ragguardevole e che probabilmente sarà risolutrice nell’assegnazione del titolo, a meno di assistere a una sfida infuocata a livelli mostruosi che necessiti del giudice supremo di 2.38 per decretare il Campione del Mondo (successivamente si salirebbe a 2.40 e 2.42, ma appare decisamente improbabile).

Foto: Colombo/FIDAL

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