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Atletica, Ottavia Cestonaro: “Criteri di qualificazione olimpica complicati. Nel 2024 servirà fare delle scelte”

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Ferdinando Savarese, conduttore della trasmissione Sprint2U, appuntamento settimanale in onda sul canale Youtube di OA Sport, ha avuto come ospite la campionessa italiana di salto triplo e salto in lungo femminili, Ottavia Cestonaro. Di seguito l’intervista integrale.

Le condizioni trovate agli Assoluti di Molfetta: “Faceva molto caldo ed era umido, cosa che sinceramente non ci aspettavamo essendo sul mare. Quindi è stata un’edizione particolarmente calda. Ho fatto la mia prima doppietta a livello assoluto. Mi è capitato diverse volte di riuscire a vincere i due titoli in ambito giovanile, però in ambito assoluto non era ancora successo. Sicuramente nei salti lungo l’assenza di Larissa (Iapichino, ndr) si è fatta sentire e infatti avevo scritto subito in giornata che ci sarebbe mancata in pedana. Però giustamente lei ha fatto delle scelte in ottica Mondiale. Insomma, io ho cercato di fare il meglio che potevo. Per quanto riguardava me è andata bene, dai. Posso ritenermi soddisfatta“.

La sfida nel triplo con Dariya Derkach: “Sono sempre gare molto belle perché comunque fortunatamente riusciamo ad arrivare ai Campionati Italiani entrambe con un’ottima condizione ed io penso che sia molto più bello vedere gare di alto livello dove appunto magari si lotta per qualche centimetro o per qualche centesimo di secondo che magari vincere facile con prestazioni mediocri, non è molto meglio magari arrivare secondi con una buona prestazione in ottica internazionale che non appunto vincere con risultati mediocri e quindi da questo punto di vista fortunatamente nel salto triplo femminile, ma non solo, io credo che le ultime edizioni dei Campionati Otaliani siano belle da seguire proprio perché al vertice, sul podio, si battaglia veramente facendo delle grandi cose. Sabato è andata bene, è stata una gara difficile, nel senso che abbiamo avuto qualche difficoltà in più rispetto al previsto, ma si sono viste secondo me un po’ in tutte le gare, soprattutto per quanto riguarda le gare brevi come velocità, salti, magari forse il mezzofondo in fondo è stato un po’ più favorito dalla pista. In ogni caso quello che potevamo fare l’abbiamo fatto al meglio e abbiamo comunque ottenuto un buon risultato. Quindi siamo contenti“.

La prima giornata di finali è stata più dura: “Io ho avuto parecchie difficoltà a terminare la gara a livello proprio energetico sabato, perché anche solo il riscaldamento ci aveva richiesto tanto perché appunto faceva molto caldo, molto umido. E se si considera che comunque soprattutto noi dei salti e dei lanci tra il riscaldamento e poi la mezz’ora che passiamo in pedana per fare le prove in gara, almeno 2 ore di attività di seguito la facciamo, alla fine eravamo ben provati, però le condizioni comunque di caldo eccetera aiutano anche a livello muscolare, è stato impegnativo. Ma bisogna saper performare anche con queste condizioni, sicuramente. Io credo la domenica fosse un po’ meglio”.

Numerosi i titoli italiani conseguiti dalle categorie giovanili fino agli Assoluti: “Il numero esatto non lo so neanche io. So che appunto sono più di una trentina a livello giovanile e con questi due di questo weekend una decina in ambito assoluto. E sì, chi mi conosce sa che io ho avuto un background sportivo abbastanza ampio, nel senso che la specializzazione nel salto triplo è avvenuta abbastanza tardi, quindi mi sono dedicata alle prove multiple e al salto in lungo per tutte le categorie giovanili e fortunatamente con il mio papà allenatore ho avuto sempre la capacità di partecipare e arrivare nella miglior condizione possibile agli eventi come i Campionati Italiani e questo ci ha permesso di collezionare diversi titoli, sicuramente credo sia comunque una testimonianza di una capacità di arrivare al momento giusto nel modo giusto, diciamo nel modo migliore. E questo dipende chiaramente dalla programmazione, ma anche da un po’ di fortuna o di abilità del team con cui lavoriamo nel gestire quelli che possono essere i piccoli ostacoli che si presentano lungo il percorso di ogni atleta“.

Ottavia Cestonaro è figlia d’arte, il padre Sergio è stato un atleta a sua volta prima di diventare tecnico: “Anche in Europa è cresciuto facendo atletica, quindi in ambito giovanile ha sempre fatto atletica. Lui faceva prove multiple, il salto in alto, però ha smesso abbastanza presto per dei problemi legati alle ginocchia e si è dedicato subito a quella che era la sua grande passione, ossia allenare. Poi chiaramente è diventato insegnante di educazione fisica, quindi diciamo appena ha avuto la possibilità è passato dall’altra parte ed ha iniziato a fare l’allenatore“.

La scelta di abbandonare le prove multiple è dovuta ad un motivo ben preciso: “Servono se non tanti allenatori, almeno uno che stia in campo con te tutto il giorno. Diciamo che mio padre ed io, che ormai sono cresciuta e sono comunque un’atleta evoluta, crediamo molto in questo concetto della crescita. Appunto multidisciplinare, multilaterale, perché comunque è giusto che gli atleti giovani pratichino ed abbiano un bagaglio motorio il più ampio possibile. Questo può solo che aiutarli per quando appunto inizierà la specializzazione ed inizieranno appunto a gareggiare nelle categorie assolute. E sicuramente nel momento in cui si iniziano a fare le gare internazionali ci si rende conto che per essere tra i migliori in ambito delle prove multiple bisogna veramente fare tanti tanti punti. Io dico sempre che i veri atleti sono loro, perché purtroppo non hanno abbastanza risalto a livello mediatico, non sono molto riconosciuti, ma per chi ne sa, chi si intende di atletica, se si vanno a vedere i risultati che fanno sono veramente sorprendenti. Ci sono atleti che fanno risultati in ogni specialità come i migliori al mondo nelle specialità singole, quindi parliamo veramente di doti assurde che devono essere accompagnate da un lavoro veramente importante sia da parte dell’atleta che del tecnico o dei tecnici. E questo comunque non può iniziare tardi. Dovrebbe iniziare secondo me già verso i vent’anni. E però per fare ciò ci deve essere un progetto, un supporto che permetta all’allenatore di stare al campo e fare solo quello di lavoro. Quindi poi noi abbiamo fatto anche delle scelte in base a quella che poteva essere la soluzione migliore in ambito internazionale per noi“.

Le prove multiple sono sempre osservate speciali di Cestonaro: “Io le seguo sempre perché le prove multiple sono sempre nel mio cuore, quindi le ho seguite con interesse. Mi è dispiaciuto non ci fossero Sveva Gerevini e Dario Dester, i multiplisti sono sono dei grandi, io li ammiro tantissimo, quindi li seguo sempre nelle loro imprese. Sono veramente contenta del risultato ottenuto questo weekend“.

La specializzazione nel salto triplo: “La specializzazione vera e propria è avvenuta al termine di quelle che vengono considerate le categorie giovanili, quindi a 23 anni. Io fino fino ai 23 anni, in realtà anche dopo l’ultima prova multipla indoor che ho fatto, anche dopo, ma tuttora soprattutto d’inverno faccio una preparazione che a volte mi vede fare delle gare di ostacoli o salto in lungo, che ovviamente non abbandoniamo mai, quindi diciamo è attorno ai 23-24 anni che sono avvenute le specializzazioni, però proprio tutto quello che io ho ottenuto prima, anche se sono stati risultati buoni e anche dei record italiani che poi magari sono stati rifatti nel frattempo, li ho ottenuti con una preparazione che non aveva niente di specializzato, per questo penso anche poi ci sia stata una progressione importante negli anni successivi“.

La scelta tra salto in lungo e salto triplo: “La mia specialità preferita è il triplo, diciamo il mio primo amore è stato il salto in lungo, perché comunque il salto triplo si inizia a praticare verso i 15 anni, prima non si fa e quindi io chiaramente delle specialità che praticavo da bambina, il salto in lungo era la mia preferita, per cui poi magari mi ero anche immaginata di continuare con il lungo la mia carriera, mi ero vista, magari appunto a 28 anni come adesso nel salto in lungo e invece poi per fortuna ho conosciuto il triplo. E va benissimo così, perché in realtà penso che a qualsiasi lunghista o triplista se chiedi qual è il preferito ti dica il triplo, perché il triplo ha un fascino, una complessità tutta sua che poi è difficile non innamorarsene“.

A breve si terranno i Mondiali di Budapest: “Nonostante appunto la capacità di essere presente in tutte le manifestazioni degli ultimi anni, già il fatto di partecipare al mio terzo Campionato del Mondo e averne fatto uno con la gamba destra e due con la sinistra, perché nel frattempo mi sono operata al ginocchio e ho cambiato gamba di stacco, ho avuto un’evoluzione tecnica importante, perché praticamente ho ricominciato da zero, come se una persona dovesse imparare a scrivere, a fare tutto con l’altra mano e quindi già il poter essere lì, partecipare al mio terzo Campionato del Mondo, se penso a quando ero piccola e guardavo in tv con gli eventi, è tanto per me. Poi ovviamente quando un’atleta è lì non si accontenta e cerca sempre di dare il meglio in quel momento, perché chiaramente non c’è niente di meglio che performare al massimo all’evento internazionale. Poi, lo sappiamo tutti, sono panorami veramente difficili e importanti perché stiamo guardando i migliori al mondo e soprattutto nel salto triplo parliamo di una specialità in cui le atlete di provenienza sudamericana o comunque con doti diciamo diverse da quelle di noi europee hanno veramente dimostrato di essere le migliori. È inutile, bisogna riconoscerlo, quindi si tratta comunque di specialità di potenza in cui per essere tra i primi al mondo bisogna fare veramente tanto tanto bene. Però come dicevo prima, più alta è la competizione, più è alto lo stimolo, e va bene così. Anzi è molto più bello così“.

I programmi per il 2024: “L’anno prossimo in realtà ci sono i Mondiali indoor prima, poi ci sono gli Europei a Roma che chiaramente essendo in casa saranno un grande appuntamento per tutti noi, per la Nazionale assoluta, e poi le Olimpiadi, che io purtroppo nell’ultima edizione ho mancato proprio di pochissimi posti, legati anche appunto all’operazione, al cambio di gamba, e che quindi sono il grande evento che che mi manca, e comunque l’Olimpiade è sempre il sogno diciamo di tutti noi. La programmazione sarà complicata, probabilmente bisognerà fare delle scelte, ma non si potranno neanche fare scelte troppo drastiche, perché il nuovo sistema di qualifica tramite ranking e minimo, soprattutto in specialità dove i posti sono pochi, come i salti ed i lanci, dove i posti sono 32, mentre nella corsa magari ce ne sono molti di più, il minimo diventa ancora più proibitivo. Hanno messo dei minimi veramente molto molto difficili. Perché la Iaaf, la World Athletics, vuole dare sempre più importanza a questo nuovo sistema di qualifica tramite ranking. Con questo nuovo sistema di qualifiche in realtà non ti puoi permettere di non gareggiare, non puoi permetterti di rinunciare a gare, soprattutto quelle che hanno una certa importanza in termini di punti bonus, quindi le gare di maggior prestigio, per cui anche lì uno non può decidere di dire non salto proprio, mi alleno e basta e mi presento direttamente alla stagione. Più che altro perché? Perché c’è il rischio che, come dicevamo prima, può succedere nella vita di un’atleta che ci sia qualche piccolo imprevisto. Magari uno non ha il tempo o proprio la possibilità di fare abbastanza gare per costruire il ranking perché poi comunque vorrebbe dire dover fare bene tutte le gare e anche lì ogni gara potrebbe avere delle incognite. Le condizioni meteorologiche, come gestisci e riesci ad affrontare tu la gara, quindi diciamo non ci si può neanche permettere di azzardare troppo, bisognerà sicuramente ragionarci bene. Io credo che la cosa importante sia anche concludere questa stagione nel migliore dei modi stando bene, quindi avendo la possibilità poi di fare un piccolo break per recuperare a livello fisico, mentale e rimettersi poi al lavoro nelle condizioni migliori possibili e poi da lì io credo che forse nel mio caso essendo stata abituata a fare appunto sempre tante gare diverse, anche partecipare a tanti eventi ravvicinati, io sono ad esempio un’atleta che gareggia molto, ci sono atleti che invece fanno più fatica, questo mi tranquillizza un po’, nel senso che so di avere comunque la capacità di riuscire a gestire un carico importante, perché sarà un carico importante, veramente importante, che, ripeto, dovrà essere gestito nel migliore dei modi. Probabilmente atleti che sono stati abituati in passato a prendersela un po’ più comoda, diciamo a fare delle scelte un po’ più di prevenzione, faranno fatica a farle, proprio perché se no non riescono a qualificarsi. Quindi siamo tutti nella stessa barca. Penso bisognerà entrare nell’ottica che sarà un anno impegnativo e quindi poi magari prendersi un po’ più di tempo di recupero dopo“.

L’aspetto psicologico conterà molto: “A livello mentale sicuramente non mi spaventa, perché so invece che c’è qualche atleta che è già un po’ spaventato dalla situazione, dal vedere il calendario e tutto, invece una cosa per volta affrontiamo tutto quanto. Sarà sicuramente un anno ricco e, ripeto, bisognerà anche affrontarlo con il giusto spirito“.

Il futuro del salto triplo femminile: “Io credo che, se magari il salto triplo maschile sia già qualche anno che sta spingendo molto, quindi vediamo già da qualche anno 3-4 atleti a livello internazionale che fanno buonissimi risultati, e c’è stato un periodo anni fa quando io ero ancora piccolina, quindi non gareggiavo, in cui il salto triplo femminile era molto molto valido, nel senso che c’erano parecchie atlete sopra i 14 metri, poi c’era Magdelín Martínez con 15 metri, poi c’è stato un periodo un po’ diciamo di transizione dove c’era Simona La Mantia che ha fatto tantissime cose però si è ritrovata in un periodo un po’ da sola e poi adesso io e Dariya, che eravamo le piccoline in quel periodo, siamo diventate le atlete più grandi e sotto si sta muovendo qualcosa. Assolutamente il salto triplo è una specialità, come dicevo prima, complessa, quindi bisogna poi vedere quella che è l’evoluzione dal giovanile all’assoluto in termini fisici, perché chiaramente un’atleta ha una maturazione fisica fisiologica, ma anche poi tecnica, perché il triplo appunto è una specialità che per passare dal saltare 13 metri, 13 metri e mezzo a 14 metri, 14 metri e mezzo, si parla si parla di, diciamo, due mondi un po’ diversi, quindi poi bisogna vedere l’evoluzione com’è. Sicuramente il fatto che a livello giovanile ci sia movimento è positivo perché abbiamo bisogno di nuove ragazze che arrivino a saltare lontano. Insomma, io lo auguro a tutte loro di fare una carriera, un percorso quanto più bello e soddisfacente possibile. E poi anche perché penso che il triplo sia una bellissima specialità, spero anche che vedere i nostri risultati invogli anche altre ragazze, altri ragazzi, a praticare la nostra specialità“.

Gli aspetti importanti in un percorso di crescita: “Io ho avuto risultati molto molto buoni da giovane e quindi so cosa significa, però bisogna penso avere la capacità, intanto, prima cosa di non montarsi la testa da piccoli, perché appunto è molto facile ottenere certi risultati da giovani, e bisogna semplicemente avere la capacità di continuare a lavorare e credere nel percorso che si sta facendo, sapendo però, che per raggiungere determinati risultati in ambito assoluto ci voglia qualcosina in più, perché solo facendo il percorso chiaramente te ne rendi conto. Non è così semplice. Più si cresce, più si alza il livello, più gli avversari, le altre atlete sono motivate chiaramente, e quindi appunto qualsiasi cosa succeda durante il percorso bisogna avere la capacità di non mollare, di rimettersi lì, di continuare a provare e sapere che magari le cose non vengono subito. Perché anche io posso dire con la mia esperienza di aver attraversato dei periodi magari un po’più di stallo, ma poi continuando a lavorare tutto quanto arriva, quindi insomma l’importante è continuare a lavorare e sapere comunque che per ottenere risultati nulla viene regalato, bisogna impegnarsi“.

Il futuro di Ottavia Cstonaro: “Sicuramente sono curiosa di vedere fino a fino a dove riesco ad arrivare con il fisico, nel senso che comunque appunto sembra strano da dire a 28 anni, però anno dopo anno chiaramente le cose cambiano, quindi bisogna anche essere grati per quello che si ha ad ogni stagione, poi vedere quello che viene la stagione successiva. Sicuramente la mia idea è quella di rimanere nell’ambito sportivo, magari non solo atletico ma anche di altre tipologie di sport, e vedere un po’ quello che viene anno dopo anno in base alle opportunità che si creeranno. Intanto, dirò la verità, io sono veramente molto focalizzata su questa stagione e sulla prossima e quindi non voglio neanche farmi troppe idee perché appunto, come dicevo prima, sarà una stagione davvero impegnativa e quindi bisognerà essere mente e corpo in quello che si dovrà fare, e poi piano piano, in base alle opportunità che si creeranno vedremo, però sicuramente rimarrò in questo bellissimo mondo“.

L’INTERVISTA VIDEO DI OTTAVIA CESTONARO

https://www.youtube.com/watch?v=V7c1gKpEa0I

Foto: LaPresse

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