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Atletica, sospiro Tamberi: vede il baratro ai Mondiali, poi vola in finale all’ultimo tentativo
La zampata della tigre ferita, il ruggito del leone tramortito, la planata del rapace affamato che in sofferenza riesce a nutrirsi del cibo per lui essenziale. Gianmarco Tamberi vede il baratro nelle qualificazioni del salto in alto ai Mondiali 2023 di atletica leggera, rischia quella che sarebbe stata una clamorosa eliminazione quando commette due errori a 2.28, ma con le spalle al muro e con il concreto incubo di lasciare Budapest ben prima del previsto, si inventa una delle sue proverbiali magie. Quando è con l’acqua alla gola e vede il rosso della preda, il Campione Olimpico si trasforma e da vero animale da gara riesce a tirare fuori il meglio dal suo sconfinato talento.
All’ultimo assalto utile e con un palazzo intero sulle spalle, da capitano della Nazionale e da favorito della vigilia per le medaglie, il ribattezzato Gimbo riesce a raffazzonare un salto utile per valicare l’asticella posta a 2.28 metri e passare il turno. Con un lungo brivido che ha percorso la sua schiena e quella dei tanti appassionati italiani che sostenevano uno dei talenti più iconici dello sport tricolore, estremamente istrionico e guascone, autentico trascinatore che non ha deluso nel momento più critico. Presentatosi nella capitale magiara con l’obiettivo di conquistare l’unico alloro che manca al suo glorioso palmares, il fuoriclasse marchigiano ha agguantato il pass per la finale di martedì sera. E dire che nella prima parte del turno preliminare sembrava sicuro di sè, scherzava con il pubblico, rideva e sorrideva. Poi qualcosa si è inceppato, come spesso gli è capitato in qualifica.
Gianmarco Tamberi non ha offerto la migliore versione, tanto che aveva già commesso un errore a 2.25 dopo il pulito ingresso in gara a 2.22. Il 31enne, che nel corso di questa stagione era volato a 2.34 in occasione del duello rusticano con Mutaz Essa Barshim a Chorzow in Diamond League (il suo amico superò 2.36, miglior prestazione mondiale stagionale), si è salvato in extremis, ma tra un paio di giorni dovrà necessariamente alzare il livello se vorrà davvero competere per l’obiettivo che conta: più volte in carriera ha faticato in qualifica, salvo poi scatenarsi nel momento della lotta per le medaglie.
Il Campione Olimpico, che un paio di mesi fa ha alzato al cielo la Coppa Europa, sarà chiamato a fronteggiare il qatarino Mutaz Essa Barshim (con cui ha condivido il titolo a cinque cerchi, oggi autore di un percorso netto fino a 2.28) e lo statunitense JuVaughn Harrison (nessun errore per Mister Jump fino a 2.28, in stagione si è issato a 2.35 a Londra). In lizza per il podio anche il sudcoreano Sanghyeok Woo (2.28 alla prima dopo un errore alla misura precedente). Si sono salvati per il rotto della cuffia anche il tedesco Tobias Potye e l’australiano Brandon Starc, l’ucraino Andrii Protsenko aveva tremato a 2.25 e poi ha valicato 2.28 alla seconda.
L’Italia avrà due alfieri in finale: ci sarà anche Marco Fassinotti, che ha superato 2.25 e 2.28 alla seconda prova, offrendo una delle migliori prestazioni della carriera. Rivedremo in finale anche due outsider come il giapponese Ryoichi Akamatsu e l’ucraino Oleh Doroshchuk, ma anche lo statunitense Shelby McEwen, il polacco Norbert Kobielski e il cubano Luis Enrique Zayas: sarà un atto conclusivo aperto a 13 atleti, si è infatti deciso di non andare a 2.30 per operare l’ultimo taglio. Eliminato Stefano Sottile, che ha superato 2.22 e poi ha commesso tre errori a 2.25.
Foto: Colombo/FIDAL